Adrian, Veronetta delusa ma ha ancora fiducia
Il titolare del Caffè Colombia: «Celentano è imprevedibile: vedrete che andrà in porto qualcosa di più sostanzioso»
Le tovaglie rosse a scacchi sul tavolino presente in scena nei due giorni di spettacolo sono della storica Osteria “Da Morandin” di via XX Settembre. E tra chi ha già giocato a carte, in diretta televisiva, sullo stesso tavolino, si è già scorto qualche viso del rione. Ma se il coinvolgimento di Veronetta, promesso nei mesi prima dello sbarco di “Adrian” al Camploy si riduce a questo… In molti si dichiarano piuttosto delusi. Persino chi, come alla osteria “Ai Osei” di via XX Settembre, ha avuto il privilegio di servire, passatelli alla Hunziker e una tagliata di Angus ad Ambra, nel pranzo di lunedì in compagnia di Nino Frassica, il suo “fido” Francesco Scali e l’attore Natalino Balasso, è convinto che l’arrivo del Molleggiato in città non sia sufficiente a rianimare Veronetta e promuoverne una nuova nomea.
«Celentano si sta concedendo gran poco al quartiere, come del resto agli spettatori», evidenzia Marco Ronca dell’osteria tipica. «Tra i nostri avventori è capitato chi ha fatto parecchia strada, fin da Napoli, pur di ammirarlo sul palco, e ci ha confessato che ne avrebbe fatto a meno se avesse immaginato apparizioni tanto rapide. Inoltre era stato annunciato che la gente del quartiere sarebbe stata intervistata, ma di telecamere finora non ne sono girate». Andrea Zorzi del Caffè Colombia in piazza Santa Toscana ancora si aspetta un colpo di scena. «Un paio di mesi fa è passata una troupe di Tv Sorrisi e Canzoni per indagare tra i negozi se avrebbe fatto piacere un coinvolgimento allo show. Celentano è imprevedibile e confido che andrà in porto qualcosa di più sostanzioso per Veronetta». Per il resto il giro di affari procede come al solito, con qualche picco di affluenze in ristoranti e bar il lunedì sera, già rientrato la sera successiva. «A parte il lunedì più movimentato del solito, la situazione è normale e ordinaria», commenta Simona della pizzeria al taglio. «Abbiamo visto passare Ambra Angiolini e Giovanni Storti ha concesso l’autografo a una signora. Una mia amica è tra le poche privilegiate ad avere visto Celentano mentre recuperava la figlia al nido dietro il Camploy. Ha ricevuto un sorriso e un cenno di saluto dall’auto».
«Abbiamo lasciato per giorni una rivista su Adriano esposta sul bancone, sperando che passasse almeno per un saluto e un autografo, dimostrandosi un po’ più disponibile per rivitalizzare questa parte di Verona», dice Sofia, titolare dell’osteria “Da Morandin”. «Finora invece possiamo ringraziare solo operai e tecnici che ci hanno garantito un po’ di giro. Di solito si lavora parecchio durante la stagione teatrale invernale, sia grazie alla varietà di compagnie, che per gli spettacoli amatoriali e i saggi scolastici. Adriano Celentano forse dovrebbe tornare con i piedi per terra e concedersi al rione con maggiore umiltà».
«Mi pare che il Molleggiato abbia portato solo scocciature al quartiere, visto che l’altra sera alle 19.30 il traffico era lento e pieno di auto in cerca di parcheggio», dice Roberto Trittoni che vive nel rione. «È stato sollevato un gran polverone per nulla, e anche l’atteggiamento sul palco, con fugaci comparse, suona come una presa in giro», gli fa eco l’amico Adriano Veneri. «Oltretutto il cartone indugia troppo sul sedere della Mori, che secondo me viene troppo ridotta al ruolo di donna oggetto».
«Finora nemmeno si percepisce la presenza di Celentano a Verona», commenta Barbara che lavora in via San Nazaro, mentre una cliente al caffè Colombia confessa di non essersi nemmeno resa conto della presenza del big, a conferma che nel rione nulla è mutato.
24/01/2019 – L’Arena.it