Arrivano gli Uomini compie vent’anni
Il 6 maggio 1996 Adriano Celentano pubblicò l’album Arrivano gli Uomini. Anche se la fortuna commerciale non gli arrise (le stime ufficiali parlano di 150.000 copie vendute, che all’epoca, diversamente da oggi, non erano sufficienti per decretare il successo di un disco), si tratta di un album che qualitativamente non ha nulla da invidiare ai successivi e vendutissimi Io Non So parlar D’amore ed Esco di Rado e Parlo Ancora Meno, e che è superiore al disco inciso insieme a Mina nel ’98. Ma soprattutto si tratta di un album fondamentale per la carriera di Adriano, in quanto spartiacque tra ciò che era stata la sua produzione fino a quel momento e le cose che inciderà in seguito per un po’ di anni. Se fino ad allora, infatti, complice il famoso Fantastico condotto nell’annata 1987/88, gli album erano caratterizzati da contenuti marcatamente di protesta, da Arrivano gli Uomini in poi Adriano, in accordo con Claudia Mori (che vive sempre con grande apprensione le sortite del marito, specialmente dopo Fantastico e il processo in cui Adriano fu successivamente coinvolto, da lei vissuto come un incubo), ridurrà al minimo le polemiche all’interno dei dischi, e prediligerà il tema amoroso nelle sue più diverse sfumature. Tutte le canzoni sono di ottimo livello, sia quelle composte da Adriano, sia quelle scritte da altri autori. Il singolo di lancio Così Come Sei, scritto da Carlo Mazzoni; la ballad Torno a Settembre; Cercami dell’artista napoletano Enzo Gragnaniello; Vento d’Estate la cui musica fu composta dal figlio Giacomo (ad oggi l’unica collaborazione fra i due), e soprattutto Ti Lascio Vivere, spesso inserita nelle raccolte di successi nonostante non sia mai stata pubblicata come singolo. Tutti grandi pezzi che affrontano l’amore nelle sue sfaccettature. Il discorso non cambia per quanto riguarda le canzoni scritte da Adriano: da Solo da un Quarto d’Ora (una delle canzoni più belle scritte da Adriano) a Balla con Me, testo scritto su musica di Fio Zanotti (quest’ultimo nello scriverla probabilmente aveva in mente Digging in the Dirt di Peter Gabriel), fino a La Gonna e l’Insalata che, per testo e atmosfere, rimanda a un certo erotismo presente in vecchi classici come Storia d’Amore o pezzi degli anni Settanta come La Camera 21. Fanno eccezione due canzoni: Arrivano gli Uomini, in cui Adriano, che canta assieme a un coro di bambini, rimarca come lui non sia cresciuto e raccomanda ai piccoli di non diventare a loro volta adulti, in modo da poter preservare la purezza nella società corrotta; e Scusami, che in realtà è un ripescaggio dall’album Geppo il Folle e che all’epoca aveva un testo in inglese qui sostituito da uno in italiano completamente differente, in cui Adriano si rivolge a una donna dicendole di non farsi illudere dai falsi miti della società imposti dai mezzi di comunicazione di massa come la televisione. L’album, arrangiato da Fio Zanotti, si avvale del contributo fondamentale di Michael Thompson, virtuoso della chitarra e session man di lusso con un curriculum eccellente (ha lavorato, tra gli altri, con Madonna, Michael Jackson, Cher e Ray Charles, oltre ad aver pubblicato vari dischi solisti), e qui al suo primo lavoro con Adriano. L’esito felice di questa collaborazione farà sì che Thompson collabori anche ai successivi dischi con Adriano, salvo l’ultimo, Facciamo Finta che sia Vero. A questo album si deve anche la prima apparizione in assoluto di Adriano sulle reti Mediaset: andò infatti ospite nel programma Il Boom condotto dall’amico Teo Teocoli con Gene Gnocchi e Simona Ventura, dove eseguì Così Come Sei e Torno a Settembre e partecipò a uno sketch comico con Teocoli e Gnocchi. Anche se l’album, come detto, non sfondò nelle vendite, Adriano proseguì nei dischi successivi su questa strada che si rivelò vincente, e relegando la protesta e i temi cosiddetti “seri” nei programmi televisivi da lui condotti, a partire da Francamente Me Ne Infischio, e negli articoli di giornale. Almeno fino a quando gli accadimenti in Italia non saranno tali da indurre Adriano, alla metà del nuovo millennio, a dare una sterzata con l’album C’è Sempre un Motivo, e soprattutto con il programma RockPolitik, il suo spettacolo più politico, come suggerisce il titolo. Ma questa è un’altra storia.
Antonio