L’improvvisazione al potere
ROMA – Sono 69, uno meno di settanta, uno meno di Adriano che fa festa anche lui. Sei gennaio, giorno di musica e di compleanno per Paolo Conte e Celentano. Il secondo brinda nel suo eremo di Galbiate, ancora cullandosi nei successi e nello scalpore del suo Rockpolitik, l’altro è nella sua Asti nevosa e nebbiosa con la moglie Hegle e pochi amici ristretti, «quelli con i quali c’è la consuetudine a frequentarsi».
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“L’indiano” composta per Celentano ha rotto l’antica diffidenza a scrivere per altri?
«Ogni tanto ci penso, ma non basta scrivere, bisognerebbe avere la possibilità di seguire le cose fino alla registrazione per evitare piccoli tradimenti che poi ti dispiacciono».
Un bis con Adriano?
«Sarebbe bello lavorare con lui. Ma non è facile. L’indiano se la è aggiustata lui. Quando registra non vuole nessuno attorno. Peccato».
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di Marco Molendini
Tratto da un’intervista a Paolo Conte per Il Messaggero.
06/01/2006 – Il Messaggero
