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Chaplin e Celentano: il gibberish come capolavoro

copertina del 45 giri contenenente il brano Prisencolinensinainciusol (1972) di Adriano Celentano

Grazie alla segnalazione del nostro utente Antonio, abbiamo scovato questa chicca riguardante Prisencolinensinainciusol datata qualche anno fa…

Tratto dal blog di Silvia Pareschi, traduttrice letteraria fra l’Italia e San Francisco.

Il quinto capitolo del libro di David Bellos Is That a Fish in Your Ear, intitolato “Fictions of the Foreign: The Paradox of ‘Foreign-Soundingness‘”, cita, fra l’altro, due splendidi esempi di gibberish (insieme di parole senza senso) creato per suonare “straniero”. Nel primo caso, per suonare francese (o meglio, come dice Bellos, “Generic Immigrant Romance”) a orecchie inglesi, e nel secondo caso per suonare inglese a orecchie italiane. I risultati sono due capolavori.

Il primo esempio vede come protagonista Charlie Chaplin in Tempi moderni. La canzone è Je cherche après Titine, ma le parole sono inventate. Bellos ne trascrive il testo, a orecchio (e per lettori di lingua inglese), a pag. 47-48 del suo libro.

[…]

Il secondo esempio, quello del gibberish che suona inglese a orecchie italiane, è naturalmente Prisencolinensinainciusol di Adriano Celentano, qui proposto in una versione con sottotitoli, aggiunti da una persona di madrelingua inglese che cerca di “tradurre” la lingua inventata di Celentano. I risultati sono esilaranti, dal poco politiamente corretto “let a hooray maybe if the colored boss died”, a “My eyes like sizziling and you’re so gold with diesel. Eyes!”, al ritornello: “You call me silver freezing cold and ants and I tools old. All right?” (con la variante “You done gone and made us jaywalk freezing cold and lacing our shoes off. All right?”).
E il balletto è fantastico e Raffaella Carrà un mito.

22/03/2012 – Nine hours of separation (ninehoursofseparation.blogspot.it)

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