Mario Maffucci a TvBlog: Fantastico 8 la genesi dello show cult di Adriano Celentano
Sono 35 anni oggi dalla prima puntata dell’edizione più celebre e chiacchierata di Fantastico, la numero 8 diretta e condotta da Adriano Celentano
Era il 3 ottobre del 1987. Erano le ore 20:40 e su Rai1, stava per arrivare qualcosa di epocale, mai più replicato negli anni a seguire televisivamente parlando. Sono passati 35 anni da quella data, ma prima però torniamo un pochino indietro. Il 6 gennaio del 1987 andava in scena su Rai1 l’ultima puntata di Fantastico 7, l’edizione più vista e più riuscita del celebre varietà del sabato sera inventato da Enzo Trapani nel 1979 condotta da Pippo Baudo. Ad una domanda dell’allora direttore di Sorrisi e canzoni Tv Gigi Vesigna a proposito di una frase detta dall’allora presidente Rai Enrico Manca nel corso di una intervista in cui apostrofava gli show di Pippo Baudo “nazional popolari“, specificando che quel suo giudizio rispetto ai programmi del Pippo nazionale non era elogiativo, il conduttore siciliano in diretta rispose piccato dicendo che allora si sarebbe sforzato di fare “programmi regionali ed impopolari“. Poi aggiunse con sarcasmo che “Manca concede interviste, anche troppe“. Questa cosa provocò una frizione con l’azienda allora governata dal grande Biagio Agnes, tanto che poi Pippo, dopo aver condotto Sanremo 1987, lasciò la Rai, dopo un serrato corteggiamento di Silvio Berlusconi andando a fare “Festival” su Canale 5, per altro andandosene via subito da Fininvest, con tanto di penale (la famosa palazzina del Tg5 di Enrico Mentana).
Ebbene, la Rai, rimasta senza Baudo a cui si aggiunsero Raffaella Carrà ed Enrica Bonaccorti, decise di chiamare a condurre Fantastico 8 Adriano Celentano. La Rai forse non si era resa pienamente conto di quel che sarebbe stato della sua decisione e lo stesso Celentano, durante uno dei suoi famosi monologhi inframezzati dalle mitiche pause, raccontò di quando a maggio del 1987 due dirigenti Rai vennero a casa sua a Galbiate, alle porte di Milano, per proporgli di prendere il posto di Pippo Baudo alla guida del più importante programma della televisione pubblica. In occasione dei 35 anni dalla prima puntata di quel mitico Fantastico, TvBlog ha contattato uno di quei due dirigenti Rai che andarono a casa di Celentano per proporgli la conduzione di Fantastico. Ecco cosa è scaturito dal nostro colloquio con Mario Maffucci, allora capostruttura e numero uno dell’intrattenimento della prima rete Rai.
L’antefatto
Prima di parlare del coinvolgimento di Celentano a Fantastico 8 occorre fare un passo indietro. Appena viene resa nota la trattativa fra Baudo e Fininvest, Emmanuele Milano, allora direttore di Rai1, chiede a Mario Maffucci di andare da Pippo Baudo per cercare di convincerlo a restare in Rai. Maffucci ci racconta di essere partito per Londra, dove Pippo era ad assistere ad una esibizione della moglie Katia Ricciarelli. Durante l’incontro, per altro molto cordiale, Maffucci si rende subito conto che non ci sono margini per cercare di convincere Pippo a restare in Rai. Per altro il capo struttura della prima rete aveva ricevuto un mandato larghissimo da parte di Milano, ovvero Baudo poteva decidere cosa fare su Rai1 nella stagione successiva, compresa naturalmente la sua conferma a Fantastico, ma l’impressione del dirigente Rai era che tutto era già stato deciso. Baudo per altro aveva sottolineato a Maffucci di voler tentare questa nuova avventura televisiva, quindi il dirigente di Rai1 torna a Roma, riferendo a Milano ciò che aveva appurato nella sua visita londinese a Baudo. Parte quindi la discussione all’interno della prima rete su chi dovesse condurre Fantastico 8.
La decisione Celentano
Appurato che la strada di una permanenza a Rai1 di Baudo fosse ormai sbarrata, Maffucci ci racconta che Emmanuele Milano, direttore di Rai1 decide di affidare Fantastico 8 ad Adriano Celentano, trovando entusiasta lui stesso rispetto a questa idea. Era il mese di maggio del 1987 quando partirono entrambi per Galbiate dove incontrano il molleggiato nella sua dimora lombarda. Adriano accetta subito, ponendo però un’unica condizione, avere cioè carta bianca, cosa che gli viene concessa.
La preparazione
Dopo l’ok di Celentano, si inizia subito a lavorare tutti con grande entusiasmo. Si capisce da subito che si sta lavorando per una cosa che non è solamente un programma televisivo, ma qualcosa di più: un evento. La Rai, come detto, veniva dalla fuga di Pippo Baudo, Raffaella Carrà ed Enrica Bonaccorti, le tre star che facevano ascolti fragorosi su Rai1, in tanti quindi pensavano, Silvio Berlusconi naturalmente in primis, che la prima rete della Rai dovesse subire un contraccolpo molto forte in termini di ascolti con la loro fuoriuscita dal palinsesto della prima rete, quindi tutti si lavorava a Rai1 per creare un programma che entrasse nella storia della televisione, cosa che poi accadde e non solo per le vicende squisitamente televisive. Fantastico 8 infatti diventa qualcosa di più di un semplice programma tv, ma un fenomeno sociale.
Il debutto
Dopo la preparazione durata 4 mesi, si arriva dunque al 3 di ottobre, giorno del debutto di Fantastico 8. Tutto è pronto al teatro delle Vittorie in Roma per la prima puntata in diretta dello show principe della tv di Stato targato Adriano Celentano e qui arriva il racconto di Mario Maffuci, ovvero la verità sui famosi silenzi del molleggiato, partiti proprio da quella prima puntata. Nel corso delle prime battute di quella serata d’esordio, mentre Celentano aveva iniziato il suo primo monologo, nel silenzio generale del pubblico presente in teatro, ecco che arriva l’urlo di un fan del cantante milanese che grida “Sei grande Adriano!“. Proprio dopo quell’urlo arriva il primo silenzio di Celentano, che poi racconterà di aver dimenticato tutto a seguito proprio di quel grido, che in qualche modo lo bloccò. Maffucci, presente in teatro, capisce il momento drammatico per uno spettacolo in diretta, ovvero quello del conduttore che si dimentica tutto e dopo aver tentato di suggerire a Celentano il proseguo della scaletta, con scarsi risultati, decide di mandare la pubblicità. Durante i minuti degli spot il dirigente di Rai1 va a parlare con il conduttore del programma, che poi recepisce il resto della scaletta, la puntata arriva al suo termine, ma quell’episodio in qualche modo “sgonfia” Celentano, che va avanti per tutta la serata, ma a marcia ridotta. Al termine della puntata il gruppo di lavoro si guarda in faccia sconsolato, con lo stesso Maffucci che dice a Celentano che la puntata non è andata bene e un velo di dispiacere si legge sul volto di tutti.
Il giorno dopo
La mattina di domenica 4 ottobre Adriano Celentano chiede a Maffucci di voler rivedere tutta la puntata per analizzarne gli eventuali errori. Viene approntata una sala video presso l’Hotel romano in cui alloggiava Celentano, che quindi si vede tutta la puntata. Al termine della visione Celentano dice a Maffucci che in realtà quello che è andato in onda è esattamente quello che lui voleva e anzi, i silenzi che tanto avevano preoccupato il dirigente di Rai1, erano la chiave per le successive puntate. Adriano, intelligentemente e genialmente, li avrebbe usati come suo segno distintivo nel resto dello spettacolo, tanto che ancora oggi, chi cade in alcuni secondi di silenzio in una diretta televisiva, viene accostato proprio a quei momenti “fantastici” celentaneschi. Maffucci poi in serata, ospite di una festa romana, viene un po’ preso in giro dai presenti per quel debutto di Fantastico, ma Giuliano Ferrara, pure presente in quel party, lo rassicura, lo incoraggia e gli dice che il programma sarà un evento e che ci sono le basi per portar e a casa un ottima trasmissione.
Il supporto di Biagio Agnes
Ma il supporto più importante per Mario Maffucci e per Rai1 arriverà il giorno dopo, lunedì 5 ottobre, quando arriva al dirigente della prima rete una telefonata dell’allora potente direttore generale della Rai Biagio Agnes, che lo invita a continuare a lavorare, dicendogli che ci sono tutte le premesse per portare a casa un ottimo risultato rispetto a quel programma. Per altro Agnes aveva condiviso fin dall’inizio la scelta del direttore di Rai1 Emmanuele Milano di affidare al molleggiato l’importante spettacolo del sabato sera della Rete 1 abbinato alla lotteria Italia.
Il percorso
Quattordici puntate in diretta sono tantissime, praticamente quattordici film, con la gente incollata al video per vedere cosa si sarebbe inventato Celentano e le curve, anche a gomito, sono state parecchie da dover affrontare in quel mitico show. Dal famoso monologo del referendum sulla caccia, che vide poi a processo lo stesso Celentano, poi le scelte editoriali anche importanti come quella di far fare in diretta un monologo sullo stupro a Franca Rame e pure il fatto di riaccogliere in Rai Dario Fo, da tanto tempo lontano dalla televisione pubblica e cacciato dalla guida di una celebre edizione di Canzonissima anni prima. Tutte decisioni queste prese con la mediazione di Mario Maffucci, che ha fatto sempre da tramite fra l’artista e il settimo piano di viale Mazzini, in un percorso collaborativo di reciproca soddisfazione, tanto che tutt’ora Maffucci e Celentano si sentono e sono amici.
La portata politica di quell’evento
Fantastico 8 non è stato solo un evento televisivo che ha in qualche modo dato uno scossone al piccolo schermo italico. Non è stato solo un evento di costume e sociale, molto tempo prima che nascessero i social network (Maffucci ci ricorda quando Celentano disse agli italiani di spegnere il televisore per alcuni minuti, oppure di cambiare canale e di portarsi su Canale 5, con tanto di rilevazioni di Enel e Auditel che certificarono che tantissimi italiani gli avevano dato retta), Fantastico 8 ha avuto anche una importante valenza politica. In quegli anni era in voga il pentapartito nel nostro paese, ovvero la compagine governativa formata dalla Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, il Partito Repubblicano, il Partito Liberale ed il Partito Socialista Democratico. Segretario della DC era Ciriaco De Mita, grande amico di Biagio Agnes, direttore generale della Rai, azienda che aveva subito come detto lo “scippo” da parte di Silvio Berlusconi dei suoi pezzi più pregiati. Berlusconi amico di Bettino Craxi, a sua volta da sempre “nemico” anche se “amatissimo” di De Mita. Si può dire dunque che in quel periodo la Rai veniva un po’ vissuta come una grande nave targata DC, mentre Fininvest un veloce veliero le cui simpatie socialiste e Craxiane non erano di certo un mistero (si ricordi il cosi detto “Decreto Berlusconi” emanato fra il 1984 ed il 1985 dal governo allora presieduto proprio da Bettino Craxi). Rai e Fininvest dunque, pur appartenendo al medesimo sistema televisivo, erano un po’ come la DC e il PSI, due partiti che facevano parte della medesima compagine governativa, in quel periodo guidata prima da Giovanni Goria e poi dallo stesso Ciriaco De Mita, ma in qualche modo concorrenti fra di loro. Il successo di Fantastico 8 era visto dunque da Ciriaco De Mita e dallo stesso Agnes, un po’ come una vittoria della DC sul PSI, tanto che dopo la prima puntata, da molti recensita come un “disastro” televisivo (anche se gli ascolti furono da subito altissimi) lo stesso De Mita incoraggiò Agnes a proseguire la strada segnata da Celentano. Lo stesso Agnes poi incoraggiò a sua volta, come già ricordato, Mario Maffucci, dandogli tutto il suo appoggio e quello della Rai naturalmente, nella sua veste di direttore generale.
Conclusioni
Insomma Fantastico 8 è stata una specie di “arca televisiva” che generò un diluvio universale nella tv di allora e su cui Adriano Celentano, come fosse un novello Noè degli anni ottanta, ospitò artisti, momenti di spettacolo, ma anche temi ed argomenti sociali e di attualità fortemente dibattuti in quell’epoca del nostro paese, senza alcuna distinzione, in una visione laica che deve essere il faro di un Servizio Pubblico radiotelevisivo. Difficile dire se quell’esperienza televisiva ha davvero cambiato la nostra tv. Forse, tornando al paragone con l’Arca di Noè, dopo quel programma il nostro piccolo schermo è tornato ad essere quello che era prima il diluvio di quelle 14 settimane al teatro delle Vittorie, rassicurante e con meno scossoni, dentro e fuori la coscienza di tutti (Fantastico 9 fu affidato dal nuovo direttore di Rai1 Carlo Fuscagni, molto conservatore, proprio al più rassicurante Enrico Montesano, per altro con ottimi indici di ascolto). D’altronde è così difficile trovare Adriani Celentani oggi nel mondo dello spettacolo italiano e forse ancora più difficile trovare Emmanueli Milani e Mari Maffucci fra i dirigenti della televisione di oggi. Ma come diceva una celebre canzone “domani è un altro giorno e si vedrà” e conviene alle fine della fiera essere ottimisti.
Grazie di cuore a Mario Maffucci per averci raccontato la storia di quel mitico, indimenticabile e rimpianto Fantastico 8.
03/10/2022 – TvBlog.it