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Auguri Celentano: 76 anni di musica e impegno civile

Nato il 6 gennaio del 1938, Adriano Celentano ha caratterizzato 50 anni di cultura italiana, alternando la musica al suo impegno civile e ambientalista che gli hanno dato fama e qualche grattacapo.

Adriano Celentano al Festival di Sanremo 2012
Auguri Adriano Celentano, splendido 76enne della musica italiano e protagonista da decenni ormai della vita musicale, televisiva, culturale in generale e, perché no, anche politica del paese. Grillo parlante, coscienza di una nazione che dimentica in fretta e sbadatamente perde il contatto con alcuni problemi (come quelli ambientali) fondamentali per il Molleggiato, che queste cose le cantava e denunciava in tempi non sospetti. Ultima denuncia, in ordine cronologico, è stato quando a dicembre, ad esempio, aveva comprato una pagina intera del Corriere della Sera per protestare contro il passaggio delle grandi navi nella laguna di Venezia.

Attore, cantante, presentatore, Adriano Celentano comincia a cantare grazie ai grandi successi del rock&roll degli anni ’50, cantando cover in inglese, prima di riuscire a pubblicare in italiano e raggiungere i primi successi. Fu “Il ribelle” a dargli la notorietà che gli permetterà di affermarsi come uno dei personaggi più amati d’Italia, confermandosi con “Il tuo bacio è come un rock” che è tuttora uno dei brani più famosi della musica italiana. È in quegli anni che comincia anche la collaborazione con Mina, che si protrarrà fino ai giorni nostri e li vedrà stretti, il Molleggiato e la più grande cantante italiana, in un sodalizio esplosivo.

Il ’61 Celentano scandalizza Sanremo portando “Ventiquattromilabaci” ma cominciando l’esibizione di spalle al pubblico. Secondo posto ma un successo commerciale incredibile. Gli anni ’60 sono anche quelli della guerra con la Ricordi e il Clan, l’etichetta fondata dal Molleggiato a cui non va di sottostare ad alcune restrizioni della Ricordi. Il carattere di Celentano non lo si scopriva certo allora. Tribunali, scouting e musica caratterizzano quegli anni, sei, in cui si vede la nascita e la morte dell’idea del cantante. Ma la sua carriera continua imperterrita.

Nel ’65 torna a Sanremo con “Il ragazzo della via Gluck” che come spesso capita arriva nelle parti basse della classifica ma diventa un successo commerciale. Dopo la collaborazione iniziale con Giorgio Gaber è il momento di Paolo Conte che scrive le musiche di due dei maggiori successi di Celentano: “Siamo la coppia più bella del mondo” e “Azzurro” (sul cui lato b del 45 giri c’è “Una carezza in un pugno”).

“Le canzoni di Celentano, con il loro vitalismo, con il loro ostentato anticonformismo – scrive il critico Gianni Borgna in “Storia della canzone italiana” – erano lo specchio fedele di un paese che, gradualmente ma rapidamente, usciva dagli orizzonti angusti del provincialismo e del ruralismo. E che cominciava a conoscere le distorsioni dello ‘sviluppo’”. Lo stesso Borgna lo considera, assieme a Modugno e Buscaglione “la punta dell’iceberg della ricerca di una canzone ‘diversa’”.

A metà dei ’60 sposa Claudia Mori, figura fondamentale oltre che della sua vita privata anche di quella artistica. Gli anni 70 sono quelli dell’impegno sempre più attivo, ma anche del successo statunitense. La fama arriva in maniera paradossale, grazie a un brano, “Prisencolinensinainciusol” cantato in un finto inglese. Anzi in una lingua che alle orecchie italiane potrebbe suonare inglese. Il brano entra in classifica, al settantesimo posto e viene definita la prima canzone rap italiana. In un’intervista a NPR di qualche anno fa, il Molleggiato spiega così la nascita del brano: “A un certo punto, visto che amavo lo slang americano ho pensato di scrivere un brano che avrebbe avuto come tema solo quello dell’incapacità di comunicare. E per farlo ho dovuto scrivere una canzone in cui il testo non significava nulla” e continua “L’ho cantata con un tono arrabbiato perché il tema era importante (…). Ho messo in luce il fatto che la gente non comunica”.

I ’70 sono, però, anche gli anni della polemica con Sanremo del ’73 (a cui diede forfait all’ultimo accusando una gastrite), di “Svalutation” e della fine dei concerti live, che riprenderà solo nel 1994, mentre gli ’80 sono segnati dalla sua foga animalista e ambientalista (e cattolica) che lo caratterizza tutt’oggi. Nei ’90, invece è la tv il medium principale su cui si esibisce il Molleggiato (“Adriano Celentano a Notte Rock” e “Svalutation”), ma è anche il decennio del ritorno sulle scene (1994), in quello che è il suo ultimo tour. Il successo discografico non è più quello degli inizi, ma Celentano resta una figura di riferimento nel panorama culturale italiano. Poi arriva il duetto con Mina e anche il lato commerciale torna ai livelli che merita, bissato dal successo di “Io non so parlar d’amore”.

“Francamente me ne infischio” è il programma in 4 puntate sulla Rai che segna un successo enorme che si ripeterà negli anni con tutti i programmi del Molleggiato, che fa delle sue apparizioni in tv un evento che tiene incollate milioni di persone davanti allo schermo, oltre a scatenare infinite polemiche. Tra il 2000 e il 2004 pubblica tre album: “Esco di rado e parlo ancora meno”, “Per sempre” e “C’è sempre un motivo”.

Nel 2005 e dopo una polemica infinita con la Rai va in onda “RockPolitik”, quello delle cose “rock” e quelle “lente”. Sono anni di successo e di rafforzamento di quell’aria da guru che Celentano non ha mai voluto allontanare da sé, e che, anzi, ha nutrito con uscite mirate e culminate prima con l’esibizione, in qualità di ospite, a Sanremo 2012 e poi nell’appoggio al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, in mezzo a cui ha lasciato la Rai per portare a Mediaset il suo programma “Rock Economy” (rifiutato da Mamma Rai).

Poche settimane fa, inoltre, è uscito un cofanetto speciale che raccoglie i successi (65) e alcuni inediti di Celentani, che si chiama semplicemente “…Adriano”.

06/01/2014 – Music Fanpage (music.fanpage.it)

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