Adriano Celentano e l’arte dello stare in silenzio
A 80 anni uno degli artisti italiani più rappresentativi e carismatici può sottrarsi agli eccessi di entusiasmo sfruttando una dote di cui è assoluto maestro: esprimersi con le pause
Adriano Celentano compie 80 anni. Un compleanno che indurrebbe qualsiasi essere umano a evitare di guardarsi allo specchio, ma uno degli artisti viventi più rappresentativi e carismatici non può sottrarsi a se stesso.
Il 6 gennaio 2018: quale occasione può essere migliore per i media se non parlare di lui? Quale argomento legato al nome dell’arte e dello spettacolo, a parte qualche aneddoto sulla Befana, è più interessante per un lettore?
In molti lo amano, anche chi pensa il contrario. Allora l’unica arma che gli rimane per prendere il giusto respiro è sfruttare la sua arte di usare le pause.
Cosa pensa Adriano Celentano della sua vita? “… … …”
Prima ancora di sentire il suono della sua voce, il silenzio accompagnato dalla sua espressione accigliata, pensosa, spaesata e sorridente ci ha già detto ciò che importa: “Ci sto pensando”.
Non importa coprire il vuoto e non dobbiamo averne paura perché senza non ci sono pensiero, progetto e futuro, dicono le sue pause.
Così in questi giorni leggiamo e sentiamo una serie di parole: via Gluck, rock’n’roll, molleggiato, re degli ignoranti, profeta, predicatore, popolano, scimmione, Clan, Jerry Lewis, guru, televisione, Howard Beale, cinema e hit parade.
Vediamo la sua immagine accanto a quella di Claudia Mori, dei figli: Rosita, Giacomo e Rosalinda, di Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Ricky Gianco, Gino Santercole, Gianni Morandi, Dario Fo, Pietro Germi, Federico Fellini, Lucio Fulci, Beppe Grillo, Roberto Benigni e Mina per citarne pochissimi. Poi c’è una lista infinita di canzoni e fra tutte a chi ama il comico, il surreale e il “celentanesimo” resterà in mente il magnifico blues-rock Prisencolinensinainciusol.
Gli 80 anni di Adriano Celentano sono l’occasione per ripercorrere una carriera cinematografica tra il 1959 e il 1992 fatta di camei, ruoli da protagonista in film di successo e la ricerca di una propria cifra stilistica ed espressiva alla regia di pellicole importanti come Super rapina a Milano (1964), Yuppi Du (1975), Geppo il folle (1978) e Joan lui (1985).
La mitologia del popolano dal cuore di profeta che avrebbe potuto governare l’Italia con una maggioranza schiacciante di preferenze molti anni prima del successo ottenuto in politica da Beppe Grillo, in occasione di questo compleanno rinfresca la memoria e l’attualità di tutte le sue comparsate e conduzioni televisive: Fantastico 8 (1987), Svalutation (1992), Francamente me ne infischio (1999), 125 milioni di caz..te (2001), Rockpolitik (2005), La situazione di mia sorella non è buona (2007) e Rock Economy (2012).
Ogni celebrazione dedicata ad Adriano ha solo l’imbarazzo della scelta per decidere di cosa parlare e rischia di farci perdere il filo del discorso. Il comune denominatore è fatto di musica, impegno politico e sociale, famiglia e comicità. Però qualcosa sfugge sempre e per prima la consapevolezza che Celentano è ancora esattamente quello che nel film Uno strano tipo di Lucio Fulci del 1963 mentre canta Amami e baciami.
Le movenze tipiche dell’oggi compianto Jerry Lewis sono accompagnate dal suo ottimo canto e da una divertente interazione con il microfono e gli strumentisti che lo accompagnano. Adriano si esprime con il volto e si rivolge a chi lo guarda quasi per chiedere il senso di ciò che gli sta accadendo.
Cosa accade a un uomo che compie 80 anni? Cosa accade a noi che lo guardiamo?
Questo sa fare Adriano Celentano. Il silenzio e le pause danno risposte che costringono l’interlocutore a reagire. Si crea l’attesa.
Oggi è per il prossimo Adrian Cartoon, il cartone animato da lui scritto e diretto con interventi di Milo Manara, Nicola Piovani e Alessandro Baricco. Domani sarà un altro disco, film, libro, trasmissione televisiva e soprattutto un’altra pausa. Un’altra possibilità. Buon compleanno.
05/01/2018 – GQ