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Quando la Rai “censurò” Mondo in Mi 7a

Copertina di "Mondo in Mi 7a" (1966)

Il mese prossimo, ad ottobre, Mondo in Mi7a compirà cinquant’anni. Uno dei pezzi più rappresentativi della carriera di Celentano, insieme al Ragazzo della via Gluck che pure, nel febbraio di quest’anno, ha festeggiato il cinquantennale. Due capolavori che confermano lo stato di grazia di Adriano in quell’anno, il 1966 (e nel lato b del 45 giri del Mondo in Mi7a c’è un’altra gemma come Una Festa sui Prati). E’ improbabile che Adriano conceda un’altra intervista, come fatto per Il ragazzo della Via Gluck, per ripercorrere la nascita di quest’altro capolavoro; un po’ perché è concentrato sull’attesissimo album con Mina che a dicembre vedrà la luce, un po’ perché non ama ripetersi (e poi, detto con ironia, per uno come lui refrattario alle interviste, rilasciarne ben due in un anno potrebbe sembrare eccessivo). Però è un peccato, perché di cose da raccontare ce ne sarebbero: dalla scelta di basare il pezzo su un solo accordo (mi settima, appunto), a quella di aver voluto comporre un testo così marcatamente di protesta (idea venutagli dalla lettura del giornale, che quella volta, secondo il racconto di Adriano, riportava quasi esclusivamente notizie catastrofiche), diventando di fatto una tra le prime, se non la prima in Italia di quel genere (perché il testo, per quanto risulti firmato anche da Beretta e Mogol, è puro Celentano al cento per cento; gli altri autori hanno dato una mano a limare qualche verso qui e là, secondo il modello da sempre seguito da Adriano, e cioè quello del lavoro di gruppo); dalle scelte di arrangiamento volute da Adriano, con arrangiatore e musicisti che faticavano a seguire le sue idee innovative (come ad esempio la lunga coda strumentale in chiusura del pezzo, che tra l’altro aveva una durata notevole per gli standard dell’epoca), a Enzo Jannacci che passò a trovarlo in sala d’incisione e trovò Adriano intento proprio a spiegare ai musicisti come voleva che dovessero suonare. Ma su questa canzone c’è un altro episodio da raccontare, decisamente significativo, che al tempo passò in sordina e che per questo negli anni è stato dimenticato.

Adriano avrebbe dovuto, nell’ottobre di quell’anno, cantare in anteprima Mondo in Mi7a nel programma Giochi in Famiglia condotto da Mike Bongiorno, ma i dirigenti Rai gli spiegarono che la canzone, per quanto valida, non fosse adatta a una platea televisiva composta prevalentemente da famiglie con bambini (a causa del testo che contiene riferimenti alla bomba atomica, alla corruzione e persino al sesso, cosa per l’epoca inusuale e quasi scandalosa), e gli chiesero di sostituirla con qualcos’altro di “più digestivo” (qualunque cosa significhi). Adriano, incredulo, naturalmente trova inaccettabile il compromesso: dice ai dirigenti che non avrebbe cantato altre canzoni e che, se non gli avessero permesso di eseguire Mondo in Mi7a come da accordi, non avrebbe partecipato alla trasmissione. E così fu. Fortunatamente, nei primi mesi del 1967, grazie al maestro Enrico Simonetti che lo invitò nel suo programma (Il Signore ha suonato?), Adriano cantò proprio questa canzone, e il torto fu almeno parzialmente sanato. A riprova che è talmente forte da non temere alcun tipo di censura, Mondo in Mi 7a ebbe un buon successo, e soprattutto ha resistito alla prova del tempo, tanto da arrivare fino ad oggi con la sua carica innovativa ancora intatta.

Adriano Celentano - Mondo in Mi 7a - Official (Testo in descrizione/Lyrics in the info box)

Antonio

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