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Papà perchè non ci racconti una favola?

Se usiamo la logica ci mettiamo lì a discutere. Sull’opportunità o meno dell’ennesima raccolta. Sulla scelta dei brani, sulle gravi assenze, che pesano come macigni, i Ti-avrò-Confessa-Pregherò-Forse-eri-meglio-di-lei, e tantissimi altri pezzi da novanta…Ci innervosiamo. Anche. Cerchiamo di entrare nell’UNICAMENTE imperscrutabile CELENTANICA, la vogliamo capire, a tutti i costi. Decifrare. E non ci riusciamo. Ognuno di noi, me compreso, elabora una teoria, prevede, commenta, fallisce…Ancora una volta si arrende. Nella lunghissima carriera di Adriano Celentano esistono e resistono integre tutte le contraddizioni, le accuse di qualunquismo, le invidie, le lotte commerciali, le battaglie vinte e quelle perse…Tutto lo spirito rivoluzionario, a volte radical-chic, a volte snob, a volte sanamente idiota, a volte inguaribilmente romantico, è tutto rimasto integro. Come una vecchia foto dai contorni leggermente bluastri, a testimoniare il lento inesorabile inevitabile avanzare del tempo, ma dal contenuto inequivocabile: semplice e contorto con la stessa forza. Un mito testardo, contro corrente. Contro la sua stessa corrente. Politico e apolitico al tempo stesso, socialmente impegnato tanto quanto irrimediabilmente blindato. Intelligente e astuto come pochi, conservazionista ma non conservatore. Un uomo semplice, privilegiato ma non ostentante ricchezze superflue. Ha fatto cose da ricco ma ha pensato da povero. Un imprenditore con la mente dell’orologiaio: puntuale, precisa, ordinata, ingannatrice come il tempo che passa. Trasparente, Come un cuore aperto, come un uomo-bambino che gioca a fare l’adulto. Le canzoni di Adriano sono la più alta ed efficace misura di un’intelligenza tutt’altro che sfruttata. Le poche e generose concessioni di un uomo pigro hanno tutto il peso e la forza di un uomo dolce, sensibile, che sa preparare emozioni bell’e pronte da consumare. E sapete che vi dico? Lui riesce a colpire e affondare soprattutto quando non se l’aspetta. E’ la forza della spontaneità. Quando ascolto, una dopo l’altra, le 42 tracce di UNICAMENTECELENTANO, ripercorro tutti i miei passi, che sono diversi da quelli di Andrea, o di Nico, o di Fabrizio, o di Filippo…Tutti i nostri percorsi hanno avuto e avranno indirizzi differenti. Idee e ideologie differenti. Terre ed estrazioni sociali lontane come Lampedusa lo è da Bolzano…Ma la nostra italianità è viva, colorata, ambiziosa, e riesce ad essere sottolinata dalle note del nostro mito.

La sequenza della raccolta, mi rendo conto ora, è un solo semplice insignificante dettaglio, le emozioni, la pelle d’oca, le risate ora i pensieri amari poi, giustificano qualunque celentanata. Se questa operazione dal sapore squisitamente commerciale raggiunge l’obiettivo di far conoscere meglio le opere celentaniche, beh, allora ben venga! Personalmente oggi, viaggiando in macchina con il volume adeguatamente alto, correvano le immagini della mia infanzia. Portate per mano dalle note ripulite e rimasterizzate delle canzoni che hanno svezzato il mio gusto musicale. E le immagini mie, le gite in campagna con mio fratello e mia sorella, si mescolavano con quelle delle apparizioni televisive del molleggiato. Quando si parla di emozioni proprie, i ricordi e le colonne sonore ad essi collegate assumono un significato che supera di gran lunga un puro giudizio tecnico. Per me La ballata di Pinocchio ha rappresentato, e continua degnamente a farlo, la scomodità della seduta sui sedili posteriori di un vecchio 128 3p verde…Io, il più piccolo, al centro, con in mano un ingombrante lettore stereo8 e due soli nastri da far girare alternativamente: I mali del secolo e E tu di Baglioni…E cantavamo a memoria, viaggiavamo con Adriano che viaggiava con noi, storpiavamo i suoi testi, ci ridevamo su. Facevamo domande. Riflettevamo sui temi socilai che di lì a poco avremmo trattato in modo serio a scuola. Ci svegliavamo da un torpore infantile e crescevamo. Lui cresceva con noi. Poi ascoltavo testi che non capivo, vedevo il film “una storia come questa”, perchè di un film si tratta, tre minuti di thriller musicale, e poi ancora, liti, amori, desideri, sogni…

Ad ogni vnilica creazione indelibilmente e inconsapevolmente ancoravo quelli che poi sarebbero diventati i miei ricordi. Aldilà di ogni logica considerazione, oggi ho avuto la pelle d’oca….Papà perchè non ci racconti una favola?

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