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Il populismo becero di Massimo Gramellini

Massimo Gramellini

Poco caro Massimo Gramellini, confesso di aver smesso di leggerla da un pezzo perché sempre più infastidito dal tono paternalistico e demagogico dei commenti che lei quotidianamente elargisce sul quotidiano che la ospita (prima era La Stampa, adesso Il Corriere) e di cambiar canale quando la vedo pontificare sul terzo canale della televisione di Stato, con un impaccio che la prolungata esposizione televisiva non ha contribuito ad attenuare. Ogni tanto qualche amico mi segnala suoi articoli discutibili, come quello, incredibile, e non in senso positivo, scritto in seguito alla sconfitta di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali dove ci spiegava che le donne “devono fare le femmine” e che Hillary aveva perso perché si è vergognata di essere tale. Questo articolo maschilista ha stupito più di qualcuno, altri come me ne furono meno sorpresi avendo capito da tempo che lei non è una cima, e soprattutto non è un campione di progressismo (che lei sia un progressista possono pensarlo giusto Gasparri e Salvini, e altri di quella risma).
Così, quando stamattina mi sono imbattuto nel titolo “Il ragazzo della villa Gluck” (che simpatico gioco di parole, degno di uno scolaretto delle medie), ho capito subito dove voleva andare a parare.

L'articolo in questione, dal Corriere della Sera del 07/03/2017 mostra

Infatti leggendo l’articolo mi sono trovato di fronte a un interminabile rosario di luoghi comuni, che mi aspetterei dall’omino del bar al terzo giro di grappa e non da un giornalista di lungo corso come lei: i carabinieri che vanno in massa a proteggere la villa del vip di turno, la gente (anzi, la gggente, con tante “g”, visto il tasso alto oltre il livello di guardia di demagogia e populismo del suo scritto) che non viene protetta anche se paga le tesse, e il famoso perché mai non ingaggia guardie private per la propria sicurezza. Tutto questo in seguito alle proteste pubbliche del sindaco di Pescate, paesino di poco più di duemila abitanti (un individuo in vena di protagonismi che già in passato si era vantato pubblicamente di aver cacciato dal suo paese una trans, tanto per far capire di chi parliamo), che si lamenta del fatto che i carabinieri siano tutti intorno alla villa di Celentano e il paese sia di conseguenza sguarnito. Non è chiarissimo come abbia fatto a verificarlo, ma è molto chiara invece la malafede di questo signore che, dopo essersi lamentato in privato con i carabinieri e avendone ricevuto rassicurazioni, ha deciso lo stesso di rivolgersi al Corriere e ottenere il suo quarto d’ora di celebrità.
Ora, poco caro Gramellini, io capisco che avere qualcosa da dire per riempire quotidianamente le pagine di un quotidiano sia un affare complicato anche per vecchi marpioni come lei. Ma poteva un attimo verificare come stavano le cose prima di scrivere un articolo sconcertante pieno di banalità e sciocchezze. Le arriverà sicuramente il plauso di molte persone, visto l’argomento di facile presa, ma ha reso un cattivo servizio al giornalismo e di conseguenza alla società. Perché deve sapere, poco caro Gramellini, che Adriano Celentano dispone già della sorveglianza privata, anzi ne disponeva prima ancora che si verificassero quei fatti. Lei, che ha adocchiato l’intervento del sindaco di Pescate pubblicato sulle pagine milanesi del Corriere, avrebbe potuto fare lo sforzo di leggere anche l’intervista di Claudia Mori, rilasciata sempre al suo giornale, dove spiegava con una chiarezza a prova di tonto che loro possono permettersi videocamere e sorveglianza privata, ma che persone meno facoltose che non possono permetterselo sono più indifese rispetto a loro.
Quindi, quando lei scrive “considerata la scarsità di risorse pubbliche, convincere i Famosi a finanziarsi la propria sicurezza ingaggiando guardie giurate” scrive prima di tutto una falsità, e soprattutto soffia pericolosamente sul fuoco del populismo e della demagogia, alimentando l’indignazione di persone che credono alle sciocchezze che ha scritto e si sfogano sul web con i toni che abbiamo imparato a conoscere. Il bello è che quelli come Gramellini si stupiscono della marea montante d’indignazione in Europa e nel mondo e rimangono sorpresi quando questi “indignati” eleggono Trump presidente degli Stati Uniti e votano i peggiori populisti d’Europa come loro rappresentanti, in patria o al Parlamento Europeo. Questo succede grazie anche a lei, Gramellini, e a quelli come lei che soffiano sul fuoco dell’indignazione con articoli come questo. Poi non si lamenti.

P.S.: Stamattina, nel programma Storie Vere condotto da Eleonora Daniele, un inviato a Galbiate ha detto che non c’era alcuna sorveglianza davanti alla villa di Celentano. (lo si può leggere qui: twitter.com/storievere/status/839042608475291648). Si rende conto, poco caro Gramellini, del danno enorme che ha fatto con questo suo pessimo articolo?

Antonio

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