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Federico Novella: alterazione della realtà senza diritto di replica

I giornali si sa, qualche volta esagerano sempre un po’: guardate cosa scrivono di LUI…

Alterazione

Dall’articolo del 10/11/2008 “Da Santoro a Fazio, gli eroi della satira (sugli altri)” di Federico Novella per Il Giornale:

La verità è che bisognerebbe studiarlo all’università, questo sdoppiamento di personalità dei santoni del libero pensiero, i recordman di citazioni dell’articolo 21 della Costituzione. Ventuno: come i secondi che impiegano a sguinzagliare gli avvocati, se ti azzardi a spernacchiarli. Anche Adriano Celentano, il guru del diritto allo sbeffeggio, ha querelato Chiambretti per un’imitazionuccia da quattro soldi. Ricordate? Il comico torinese si era permesso di ospitare in tv un sosia del molleggiato. Solita caricatura: ginocchia che piroettano e sopracciglio impazzito. Sketch innocuo per tutti, insomma, tranne che per Celentano, che trascinò in tribunale Chiambretti con insulti allegati: «Sei stupido e scorretto, inganni la gente, prendi uno che imita la mia voce e gli fai dire stronzate». Mica male, per il baluardo della libertà di parola (e anche di parolaccia). Mica male per uno che sulla tv pubblica si piccò d’insegnare il diritto di satira al Vaticano, al grido di «Anche Gesù era un comico». Alla fine per riportarlo all’ordine c’è voluta la condanna del giudice, il quale ha precisato l’ovvio: e cioè che «l’imitazione di Chiambretti, con il cognome errato e l’incoerenza grammaticale» si configurava chiaramente come «satirica». Traduciamo: «Caro Adriano, si vedeva lontano un miglio che era solo un’imitazione: altro che rock, il più lento sei tu».

Link articolo integrale: www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=304884

In realtà i fatti sono ben diversi da quello che il giornalista Novella racconta. Ma perchè non informarsi prima di scrivere certe cose?
Ma soprattutto: perchè censurare (più volte, quindi non crediamo sia una casualità) la verità raccontata attraverso un commento per nulla offensivo?
Non potendo replicare, come il nostro amico Alessandro (alias blualex) avrebbe voluto (e ribadiamo che ci ha provato più volte), riportiamo qui di seguito la sua risposta a quell’articolo, seguita da quella del sottoscritto (su Il Giornale due messaggi per questione di spazi) che invece – che fortuna – ha trovato spazio tra gli altri commenti.

“Federico Novella ha scritto un articolo senza conoscere i fatti di cui parla, e questo la dice lunga sulla sua credibilità e del giornale che lo paga.

Novella descrive l’episodio di presunta “satira” su Celentano facendolo passare come un intervento comico di un’imitazione in studio del molleggiato.

In realtà, chi ha visto la trasmissione sa benissimo che l’imitatore in questione ha fatto un collegamento telefonico rilasciando delle dichiarazioni forti ed è stato presentato da Chiambretti come il vero “Adriano Celentano” (con tanto di didascalia durante il collegamento telefonico). Io sono stato uno di quelli che vedendo il programma ha pensato si trattasse di una telefonata del vero Celentano e che quest’ultimo fosse impazzito improvvisamente. Nessuno durante il resto della trasmissione ha dichiarato che si trattasse di un’imitazione. Questo fu il motivo per il quale il vero Celentano ha querelato Chiambretti, non di certo per un’imitazione satirica.

State facendo DISINFORMAZIONE!”

blualex


“Ciò che ho letto la dice lunga sul livello, a mio modesto parere scandaloso, d’informazione del nostro paese. L’articolo e alcuni commenti testimoniano come i media riescano (facilmente) ad alterare realtà e opinione pubblica. Il caso Celentano non è affatto un tentativo di censurare la satira. Celentano non si è lamentato della satira in quanto tale (l’ha fatta lui stesso a “RockPolitik”, coi vari Crozza, Cornacchione, Benigni e Guzzanti), ma dell’inganno col quale è stata proposta. C’è molto differenza. L’imitazione era molto fedele, anche perchè inscenata come telefonata in diretta. L’intero intervento del sosia di Celentano non è mai stato chiaro si trattasse di imitazione o del Molleggiato in persona, non nuovo ad interventi telefonici in tv. Molte persone e molti dei suoi stessi fans, hanno creduto si potesse trattare del vero Celentano, il quale ha dovuto pure portare spiegazioni agli amici che, increduli, gli hanno telefonato per delucidazioni in merito.
Celentano, giusto o sbagliato che sia, si è lamentato del modo ingannevole col quale è stata proposta una sua imitazione, non di certo per la satira. Molte persone hanno creduto si trattasse di Celentano e che quello fosse il suo pensiero. E molte di queste persone, probabilmente, non verranno più a sapere che non si trattava del vero Celentano. Ecco dove sta il danno ed ecco perchè Celentano ha pensato di agire nel tentativo di tutelare la sua immagine e il suo libero pensiero. Magari sperando che l’episodio non si ripetesse. Vogliamo raccontarle come stanno le cose o no? Temo che chi abbia scritto un articolo simile, su una testata di portata nazionale, non svolga a dovere il suo lavoro. Non si possono alterare in questo modo i fatti. Ci si dovrebbe preparare sull’argomento, prima di raccontare incantesimi.”

andryonline

Non aggiungo altro sulla vicenda perchè credo che i due commenti siano più che esplicativi. Vorrei solo dire che probabilmente la querela di Celentano non è partita alla prima imitazione “inganno”, ma su questo sinceramente non sono sicuro.
Qualcuno penserà che noi, in quanto fans di Celentano, siamo di parte, ma posso garantire che non è così. I fatti sono stati raccontati in maniera distorta non centrando il reale movito che ha spinto il mitico Molleggiato a querelare il simpatico Chiambretti. E questo noi ci teniamo a sottolinearlo, perchè leggendo l’articolo di Novella la realtà appare diversa ed è facile farsi un’opinione sbagliata, “condizionata” e “manipolata” sulla vicenda.
Questa è una cattiva informazione e purtroppo non fa che peggiorare la mia opinione sull’informazione del nostro Paese.
Presto forse non avremo nemmeno in Rete la possibilità di manifestare il nostro pensiero in libertà (leggasi Legge Levi/Veltroni), ma per fortuna oggi, almeno sul web, ci è ancora consentito e così ho pensato bene di scrivere questo post…

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Andrea (alias andryonline)

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