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“Yuppi Du”, il ritorno di Adriano
“Grido per l’operaio che muore”

Alla Mostra il Molleggiato incontra i giornalisti
“Per qualche imprenditore la vita non ha valore”

dal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE

VENEZIA – “Ah, la conferenza stampa dura solo 30 minuti? Un po’ pochi, visto che 25 andranno via per la pause…”. Pieno di energia, comunicativo, in gran forma, Adriano Celentano – Evento con la “E” maiuscola di questa Mostra – ironizza su se stesso, all’attesissima conferenza stampa al Casinò del Lido. E anche se è qui presentare il restauro di Yuppi Du, 33 anni dopo l’uscita nelle sale, il divo nonché guru dello showbiz nostrano non delude le attese. Ed esterna, a modo suo, praticamente su tutto: criticando duramente piano Alitalia ed Expo di Milano, Veltroni e Berlusconi, il brutto che avanza e la piaga delle morti bianche.

E confessando, anche, un suo sogno nel cassetto: “Mi piacerebbe fare di nuovo cinema – rivela – realizzando un film sulla resurrezione di Gesù. I Vangeli non dicono come si è comportato in quella fase. Così, è solo un’idea”, conclude sorridendo. Glissando invece su eventuali progetti televisivi, magari su satellite: “Vorrei tornare, ma non so bene come e quando”, dichiara. Intanto, questa sera alle 22, lo aspetta la passerella per l’anteprima ufficiale di Yuppi Du, insieme alla moglie Claudia Mori; e domani, consegna del Leone d’oro a Ermanno Olmi. Ma adesso quello che conta è il Celentano-pensiero: eccolo.

IL FILM. “‘Yuppi Du – spiega Celentano – è un grido: di amore. Ma anche di dolore per la violenza sulle donne, per l’amico operaio che muore. A differenza di altri miei film, non invecchia: perché è naif, è strano”. La pellicola sarà trasmessa su Sky il prossimo 12 settembre, alle 21: mentre nei negozi di dischi, da domani, torna la colonna sonora originale rimasterizzata.

LE MORTI BIANCHE. Adriano comincia la sua conversazione con i cronisti ricordando “Graziano Alonso, un lavoratore del film. Un giorno io, Charlotte (Rampling, protagonista femminile di Yuppi Du, ndr), stavamo su una zattera sul Ticino per girare, quando si rovesciò: per Graziano non ci fu nulla da fare. Ma lui in questo momento ci sta guardando, e sta sorridendo anche lui”. Più tardi, Celentano torna sugli incidenti sul lavoro: “Spesso accadono anche per la trascuratezza sulle misure di sicurezza di un altro operaio: questo però non scagiona il datore di lavoro. Per qualche imprenditore la vita non ha valore”.

CASO ALITALIA. Sollecitato da una cronista, il Molleggiato è un fiume in piena: “Trent’anni fa, quando l’ho girato, mai avrei pensato che una compagnia così importante sarebbe stata avvolta dai tentacoli di Yuppi Du. C’è qualche sospetto che questa nuova cordata non sia abbastanza pura: sarebbe grave se questi imprenditori avessero realizzato uno scambio con la politica. Ottenendo, in cambio, migliori condizioni sulle concessioni autostradali, o più lavoro sull’Expo di Milano. I segni appaiono evidenti”.

EXPO DI MILANO. “Potrebbe essere una grande risorsa per vendere l’Italia, la sua bellezza, e invece sarà un affanno a chi riuscirà a piazzare più cemento: una sciagura. Ma io me la prendo anche con la gente, che non protesta. Sarebbe bello fare come Platone: dare almeno il governo di una Regione ai Saggi. Sarebbe più divertente”.

LA POLITICA. Secondo Celentano, di questi tempi assistiamo “al dialogo tra i genitori di Frankenstein, che non sono solo Formigoni e la Moratti, ma anche un vertice politico in cui ci sono Berlusconi e Veltroni”. E fa, come esempio di scempio e del connubio politica-affari, la costruzione del parcheggio al Pincio, lo storico Colle di Roma: “Una mostruosità che Veltroni ha definito la più grande operazione di questi anni. Alemanno prima si opponeva, ora che è sindaco ha cambiato idea. A farla è uno che si chiama Chicco Testa, ora che l’ha fatta è rimasto solo Chicco”.

VENEZIA. “E’ la più bella città del mondo, vorrei comprarci un monolocale, è la più grande protesta contro l’avanzare del brutto – e non solo in Italia. Diciamo che è la mia amante, perché la moglie ce l’ho già”.

04/09/2008 – La Repubblica

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