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Un amore alla fine, torna Adriano

DOMANI CON IL «MAGAZINE» DEL «CORRIERE» IN ANTEPRIMA IL NUOVO SINGOLO

E’ il piano di Einaudi ad aprire «Hai bucato la mia vita»

MILANO — Il più nazional- popolare dei cantanti assieme al più elitario dei pianisti. Adriano Celentano ha voluto Ludovico Einaudi nel suo nuovo album. Lo ha chiamato per impreziosire l’esecuzione di «Hai bucato la mia vita», il primo singolo estratto dal suo nuovo album, «Dormi amore (La situazione non è buona)», che uscirà il 23 novembre. Il singolo si potrà ascoltare in radio e acquistare a partire da lunedì 5, ma i lettori del Corriere lo potranno avere in anteprima assoluta. Quattro giorni prima.

Copertina ''Dormai amore - la sitauzione non è buona'' Dalle 12 di domani alle 12 di venerdì 2, «Hai bucato la mia vita» si potrà scaricare gratuitamente dal sito www.corriere.it. Per farlo è necessario digitare un codice alfanumerico che si trova su una cartolina allegata al Magazine in edicola domani. Solo 24 ore, poi la pagina speciale del sito scomparirà. La canzone si apre con circa 35 secondi di Einaudi al piano. Uno stacco netto e si affiancano degli archi a tessere la melodia struggente. «Incontrerai qualcuno/ che amerai di più/ Io non amerò nessuno/ mi hai chiuso il cuore tu», canta nella prima strofa Celentano.

Il brano è firmato da Gianni Bella per la musica e Mogol per i testi, la coppia che dal 1999 è dietro ai successi del cantante-conduttore. La storia raccontata dalla canzone è quella di un addio. Lei che lascia lui. Sul piano sentimentale siamo agli antipodi di «La coppia più bella del mondo», il successo in copia con la moglie Claudia Mori del 1967. Se allora l’amore «per sempre unito dal cielo, nessuno in terra, anche se vuole, può separarlo mai», qui siamo di fronte a una separazione dolorosa: «Sembra quasi impossibile che sia toccato a noi/ una coppia indivisibile/ nulla è certo ormai ».

Anche musicalmente qui prevalgono le atmosfere malinconiche rispetto alla gioia scanzonata di 40 anni fa. Anche il ritornello si apre sempre morbido per poi crescere di intensità. E a rendere tutto più drammatico c’è un coro quasi gospel in sottofondo. Tutto finito? Lui spera ancora. E, nel «bridge» finale, la butta lì. «Non c’è niente mai di certo di impossibile mai/ e può essere che noi… poi/ non rispondermi adesso». In chiusura ancora le dita di Einaudi che scorrono sul pianoforte e restano sole a dare una pacca sulla spalla all’uomo.

Andrea Laffranchi

31/10/2007 – Corriere della Sera

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