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Travaglio spara su Celentano: “Tu dici scemenze e votavi Berlusconi”

Il giornalista de Il Fatto è una furia contro il cantante. La lettera di Adriano a Repubblica e le parole su Grasso bruciano. Marco Manetta risponde: “Tu sei uno smemorato e non sai niente”

Marco Travaglio non è il ragazzo della via Gluck. Lui Adriano Celentano non lo ascolta, anzi lo zittisce. E lo fa con un editoriale di fuoco su Il Fatto Quotidiano. Nel mirino di Travaglio c’è quella lettera del Molleggiato pubblicata ieri su Repubblica. Una lettera che sapeva tanto di appello. Celentano ha criticato aspramente la manifestazione di Flores D’Arcais, il direttore di Micromega, che chiede l’ineleggibilità di Berlusconi: “Una cazzata non soltanto fuori luogo ma decisamente fuori tempo musicale. Se Berlusconi, che tutti davano per finito, compreso me, non avesse preso quei 10 milioni di voti e fosse crollato, mi domando se a Flores d’Arcais gli sarebbe venuta lo stesso la fulminante idea da ‘meschina campagna elettorale'”, ha scritto il molleggiato. Travaglio si sa, se c’è di mezzo qualcuno che vuole togliere di mezzo il Cav è il primo avvocato del diavolo.

Smemorato Adriano – Così risponde a tono: “Adriano ormai vive sull’onda di scurdamoce o’ passato anche sulla giustizia”. Ma dopo il primo morbido fendente, Travaglio impallina Celentano sotto i colpi della sua penna. Celentano aveva criticato, sempre nella sua “lettera aperta”, l’attacco di Travaglio al presidente del Senato ed ex procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso.

Dici solo scemenze – Travaglio non digerisce e dà dell’ignorante al Molleggiato: “Quelle che dice sono scemenze. Il nostro amico Adriano si informa poco e non sa nulla di Grasso nè del perchè è arrivato fin lì. Potrebbe con sforzo informarsi”. Poi l’affondo: “Per lui, per Celentano dev’essere dura restare confinato troppo a lungo nel campetto degli outsider. Due anni all’opposizione, con le battaglie per i referendum del 2011, poi per i nuovi sindaci, poi per i 5 Stelle, sono forse troppi per lui. Forse meglio tornare all’ovile…quando Celentano votava Berlusconi”. Insomma Travaglio non ha pietà per il cantante. Infine il giornalista rivendica la sua professionalità e a Celentano che lo aveva invitato a “fermare la lingua”, “azzerare il passato” e “soprassedere”, lui risponde: “Continuerò a farlo e disturberò anche i manovratori…”. Una minaccia per il Molleggiato? A Servizio Pubblico è già pronto il monologo travaglino a tempo di rock n’ roll all’italiana.

29/03/2013 – LiberoQuotidiano.it

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