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Via la targa per Celentano, per lui «è troppo funebre». La Mori: meglio colorata.

Via Gluck, colpo di scena sulla ex casa del Molleggiato

di Marianna Vazzana

Milano, 20 giugno 2014 – Via Gluck. Condomini, qualche negozio artigianale, ristoranti, il Museo del Manifesto cinematografico. La lingua d’asfalto che unisce la zona della stazione Centrale al quartiere Greco, cassaforte del verde che fu celebrata dalla canzone “Il ragazzo della via Gluck” di Adriano Celentano a Sanremo nel ’66, torna alla ribalta. I cittadini della zona – e non solo – aspettano una targa da affiggere sulla facciata del civico 14, dove nacque “Il Molleggiato”. Un oggetto simbolico, che sottolinei l’importanza storica del luogo ma che dia anche impulso a una valorizzazione complessiva della strada e del quartiere. L’ok istituzionale era arrivato un anno fa, dal Consiglio di Zona 2 e dalla Giunta comunale, «peccato che tutto si sia arenato. Ora c’è il rischio che la delibera decada», segnala Giuseppe Amato, presidente dell’Associazione Amici della Martesana, realtà che insieme ai Circoli milanesi di Legambiente aveva lanciato l’idea. Il problema? La trattativa sulla targa è in alto mare, rivelano gli Amici della Martesana. A quanto pare il nodo da sbrogliare riguarda il materiale e l’aspetto grafico. Da una parte c’è la proposta del Comune, dall’altra il disegno del Clan Celentano.

Secondo il protocollo comunale, la targa celebrativa de “Il ragazzo della via Gluck” dovrebbe essere realizzata su pietra, con una dimensione di 77X88 centimetri. Un manufatto monocromatico, semplice, essenziale, su cui spiccherebbero queste parole: “Nel giorno d’Epifania del 1938, in questa casa una volta in mezzo al verde, è nato “Il ragazzo della via Gluck”, che ispirò la celebre ballata, vera storia di Adriano Celentano, germoglio della cultura ambientalistica ed ecologista”. Di seguito, in corsivo, l’incipit del brano. Lo stralcio si conclude con “E quella casa in mezzo al verde ormai, dove sarà?”. Mentre il Clan propone di realizzare la targa in perspex trasparente e con una differente grafica: le parole introduttive su sfondo verde, in mezzo le note su un pentagramma bianco immerso nel fucsia e poi l’inizio della canzone vergato su un fondale blu. In fondo, la dicitura “Testo di Beretta, Del Prete, Celentano”. L’opera ha un aspetto molto più vivace.

Secondo indiscrezioni, la critica principale mossa al progetto del Comune sarebbe «l’aspetto troppo funereo» della linea ufficiale. D’altro canto, il materiale lapideo è più difficile da imbrattare rispetto al perspex. E sarebbe più complicato per un vandalo o un ammiratore sfegatato asportarlo dal muro. Ma la trattativa non si è ancora conclusa. Le associazioni promotrici, che hanno seguito come intermediarie la vicenda, comprendono le diverse posizioni ma rilevano un atteggiamento troppo rigido da entrambe le parti. La targa nasce come omaggio a Celentano e al suo brano, «a quella straordinaria ballata ambientalista ed ecologista, scritta in tempi in cui l’ambientalismo non era di moda, che proprio per questo assume oggi un valore storico culturale il cui messaggio è più che mai attuale», sottolinea l’associazione Amici della Martesana. «Ci rammarichiamo – conclude – che ci si impunti su una questione di grafica, che certamente ha una sua importanza, ma non tale, a nostro avviso, da prevalere sull’aspetto culturale della proposta. Ci auguriamo una maggiore disponibilità delle parti, e che si possa trovare a breve un punto d’incontro».

20/06/2014 – Il Giorno (www.ilgiorno.it)

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