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Stefano Cucchi: SAPPE: “Adriano Celentano non sa quel che dice. Faccia il cantante, che è meglio…”

SAPPE - Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

“Ognuno è libero di dire quel che vuole, ma poi si corre il rischio di mettere in evidenza la propria ignoranza. E’ il caso di Adriano Celentano, che ha scritto una lettera a Stefano Cucchi rassicurandolo che dove è ora può “scorazzare fra le bellezze del Creato, senza più il timore che qualche guardia carceraria ti rincorra per ucciderti”. Celentano è tanto ignorante da non sapere che in Italia non esistono guardie carcerarie ma, soprattutto, che i poliziotti penitenziari coinvolti nella vicenda giudiziaria sulla morte di Stefano Cucchi, sono stati assolti due volte dalle gravi accuse formulate nei loro confronti. Lo preferiamo come cantante, Celentano. Almeno evita di dire stupidaggini…”.
Lo dichiara Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commentando l’intervento di Adriano Celentano sul profilo del blog «Il Mondo di Adriano».
“Celentano ci aveva regalato un’altra perla del suo garantismo a intermittenza qualche tempo fa, quando chiese la grazia per Fabrizio Corona, che sconta una pena in carcere per essere stato condannato con sentenze definitive”, prosegue Capece. “Meglio Corona di uno dei tanti poveracci che sono oggi in carcere: almeno la visibilità mediatica, con lui, è assicurata… Celentano sappia che da sempre l’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente – con professionalità, abnegazione e umanità – dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Giusto per la cronaca, negli ultimi vent’anni anni, dal 1992 al 2012, abbiamo salvato la vita, in tutta Italia, ad oltre 17.000 detenuti che hanno tentato il suicidio ed ai quasi 119mila che hanno posto in essere atti di autolesionismo, molti deturpandosi anche violentemente il proprio corpo. Altro che le gravi accuse e illazioni di un cantante che evidentemente non ha più nulla da dire”, conclude Capece.

03/11/2014 – Sappe.it

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