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Simona Ventura: «Celentano qualunquista»

«Il reality show è solo un nuovo linguaggio della televisione»

«Si può anche parlare male dell’Isola dei famosi, ma prima lo si deve vedere, si deve studiare il fenomeno»

Da qualche anno, è sempre nell’occhio del ciclone Simona Ventura: la vita privata, la lite in diretta con l’allora ministro Gasparri per difendere il diritto alla satira, il grande successo dell’ Isola dei famosi , la Rai che perde i diritti del calcio e lei che si ritrova a fare Quelli che il calcio senza immagini, il caso Albano-Lecciso, il suo amico e partner di lavoro Gene Gnocchi che entra nella «lista di proscrizione», Adriano Celentano che attacca la tv trash mostrando spezzoni dei naufraghi di Raidue.

Simona VenturaCominciamo da Celentano. Offesa per quelle immagini?
«È stato un attacco di un qualunquismo pazzesco. L’ho trovato un po’ deludente perché si può anche parlare male dell’ Isola dei famosi , ma prima lo si deve vedere, si deve studiare il fenomeno, si deve capire perché milioni di persone lo seguono».

Altrimenti?
«Altrimenti stai sull’Olimpo, fai Zeus che elargisce consigli dall’alto, ma non capisci la gente. Ormai fa figo sparare nel mucchio. Ma ora che Celentano ha parlato male del mio reality mi sento più illuminata. Sono stata folgorata sulla via di Brugherio».

Non è l’unico a pensare che i reality show siano trash.
«Il reality show è solo un nuovo linguaggio della televisione, dipende se lo rappresenti bene o male. Io lo rifarei mille volte esattamente come lo faccio. L’Isola dei famosi prende la pancia della gente, dà emozioni forti e in questa società ce n’è bisogno. Piuttosto tutti si abbeverano a questo pozzo: parlare male dell’Isola fa salire gli ascolti. È un atteggiamento ipocrita, un gioco delle parti».

Antonio Socci in un’intervista al Corriere ha detto basta con l’oppio dei reality che svalutano la Rai.
«Sapevo che ci sarebbe stata questa campagna contro i reality show. È un modo per non parlare dei veri problemi dell’azienda».

Berlusconi sostiene che da tempo alcuni comici non fanno che attaccarlo. Secondo il Polo, Gene Gnocchi sarebbe il terzo più pericoloso della lista. Sapeva di avere in casa a Quelli che il calcio un uomo pericoloso?
«Sono contenta per lui e orgogliosa di averlo al mio fianco. Ho sempre combattuto per il diritto alla satira. Piuttosto sono felice di una cosa: se il premier ha detto che Gene è pericoloso significa che vede Quelli che il calcio. Certo lo vedrà di nascosto e non lo dice a suo figlio….».

Ma che pensa di questa lista di proscrizione?
«Il premier è intelligente, immagino che non faccia una lista di proscrizione. Tutte le voci in un Paese democratico e civile vanno rappresentate, anche quelle contro. Tanto parlano di te… se si fa una risata, aiuta».

Lei ha mai avuto problemi di libertà di espressione in Rai?
«No, né con la Rai di destra né con quella di sinistra. Sono stata richiamata dalla Commissione di Vigilanza quando ho ospitato Lunardi perché c’è la regola che non si possono invitare politici nei programmi d’intrattenimento. E mi sono molto risentita. Trovo che sia una regola assurda, da cambiare. È molto limitante. Anche perché noi con i politici siamo sempre stati equidistanti. E ribadisco: senza satira non c’è libertà».

Maria Volpe

25/10/2005 – Corriere della Sera

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