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Rock e politica, è tornato Celentano

di Norma Rangeri

Abbasso Casini, viva Prodi. Tanto per cominciare. «Auguri a Berlusconi per il nuovo partito, ma solo se darà il segnale di aver voltato pagina, altrimenti invecchierà subito». Tra fulmini e nuvoloni, Adriano Cementano atterra su Raiuno alle 21,10. Intreccia musica e pensieri, un tandem che aiuta a cogliere umori e sfumature. Poche chiacchiere e alcuni discorsi.
Se il titolo dell’ultimo cd è «Dormi amore la situazione non è buona», naturale che alla musica segua la parola. Per esempio quella che cammina nei discorsi dei politici, la parola «nucleare», sdoganata da Casini «che come ministro è simpatico», scherza Celentano. Casini ministro non è…, difficile pure che sia simpatico. Secondo lui, «nucleare è bello». Celentano non è d’accordo, e replica il suo discorso sull’energia pulita. Adriano torna a mettere sotto accusa i comuni che pensano ai grattacieli, gli architetti-kamikaze («hanno fatto la Bocconi, roba da suicidio»). Ce l’ha soprattutto con tutti quelli che per prendere voti promettono città piene di luce e paesi contaminati. Tutti i politici? Forse no: Casini sì, D’Alema sì, ma al molleggiato nasce «un sospetto clamoroso», che, invece, «Prodi sia sulla strada giusta: promette solo cose che si possono realizzare. Ma il paese non gradisce». E ora come la mettiamo con le accuse di populismo?
Lo show di Celentano è una mega-promozione del suo ultimo disco e una manna dal cielo per il direttore Del Noce che ha bisogno di grandi star per restituire l’onore alla rete ammiraglia (tra breve arriverà Benigni). Ma è anche jam-session ambientata in uno studio di registrazione, senza codici, senza generi, intrattenimento allo sbaraglio, con gli ospiti costretti a fare parti in commedia (Fabio Fazio con un taccuino, Mogol che recita i suoi versi, il musicista Bella che batte il tempo, Milena Gabanelli che, al telefono, discute di televisione). I tempi sono felicemente disarticolati, lo spazio è piccolo ma cambia sempre, i brani sono presentati con giovani cantanti, le melodie accennate, interrotte, riprese. Siccome in tv la musica fa sempre una brutta fine, già una prima serata di armonie senza gerarchie, con Celentano, Carmen Consoli, Stefano Di Battista che cantano testi di Cirami, Jovanotti, Tricarico, Neffa è qualcosa di inedito. La serata offre prelibatezze armoniche come sottofondo, poi si parla, si discute. E il piatto è completo.

27/11/2007 – il Manifesto

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