ACfans

Morandi tra Celentano e Jovanotti

Se la virtù sta nel mezzo, come già diceva Aristotele, Gianni Morandi è virtuosissimo. La prima delle due serate su Canale 5 in diretta dall’Arena di Verona, non si conoscono ancora gli ascolti di ieri, è stata seguita da una media di 5 milioni 834 mila spettatori, share del 23,89 per cento, picco a 7 milioni 188 mila spettatori, share 33,7. Ma Celentano, esattamente un anno fa, stesso canale, di spettatori ne ebbe 9 milioni 112 mila, picco di share al 43 per cento. Mentre Jovanotti, in settembre su Raiuno, fu seguito da 2 milioni 946 mila persone: e quello era diverso, uno spettacolo sullo spettacolo, una ricostruzione del tour con comodo uso di dietro le quinte. Era un programma decisamente più costruito, una sorta di film. Gli «eventi» dall’Arena, invece, sono concepiti e costruiti come tali: serate uniche con un protagonista in un luogo memorabile e storico, dove arrivano degli ospiti. «Ma io non sono un ospite – sostiene Fiorello – Se fossi stato un ospite avrei detto, avrei fatto, avrei anche parlato di politica. Ma io non sono un ospite». E su questo tormentone, unito a quell’altro in cui imita Celentano dicendo: «Ciao sono Pinotto» ha costruito una scoppiettante ospitata. «Ciao sono Pinotto» perché Morandi disse che Celentano non sarebbe andato da lui, anche se lui l’altr’anno andò da Celentano. «Non siamo mica Gianni e Pinotto». E – sostiene Fiorello – siccome tu ti sei dato del Gianni, vuol dire che a lui hai dato del Pinotto. Scoppiettantissima anche la Carrà, due prove viventi che si può partecipare senza necessariamente fare pubblicità all’ultimo prodotto personale, ma sostenendo il collega.
Cosa che l’anno scorso Morandi aveva fatto con Celentano in «Rock Economy», una sorta di immaginifico concerto-requisitoria contro la politica, questa politica che ci atterra e ci delude, ci affanna e non ci consola mai. Lo spread fu la nera star. Ebbene, il Gianni sempreverde che tutto ha ma non la battuta pronta, era sceso in Arena e l’aveva un po’ tratto fuori da quelle paludi linguistiche, e di tempi televisivi, nelle quali Adriano pare talvolta sprofondare. Ma alla fine gli ascolti danno invariabilmente ragione a lui. Al pubblico le sue pause piacciono. Quelle di un altro no. Le sue sì. E comunque Morandi ha battuto Montalbano su Raiuno. Di poco, 200 mila spettatori circa, ma l’ha battuto. E ha stracciato i talk show politici.

Alessandra Comazzi

09/10/2013 – La Stampa

Exit mobile version