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Mogol, ironia su Celentano con i cloni di Lucio Battisti

Il filotto, per usare l’immagine del biliardo, è da vertigini: gli Audio 2, autori per Mina all’inizio degli anni Novanta e nel ’93 protagonisti di un debutto discografico che ricordò a tutti la voce e i suoni del primo Battisti, stanno ora scrivendo un disco con Mogol, che di Battisti è stato l’autore principe. Il primo singolo estratto dall’album si intitolerà Oh Celentano, e come il titolo suggerisce parla proprio di Adriano Celentano. Chi si troverà ad ascoltare la canzone degli Audio 2 alla radio verso la fine di maggio avrà così l’impressione di un Battisti redivivo che con le parole di Mogol si rivolge a Celentano: un corto circuito artistico che stimola una lettura su più livelli. Ai primi ascolti, Oh Celentano sembra puro divertissement, uno sfottò bonario verso le idiosincrasie e le fisime del molleggiato nazionale: «Fatti vedere insieme alla gente e sta’ tranquillo che non ti fa niente»; e poi: «Anche un castello diventa prigione, se ti rinchiudi tra divani e poltrone». Ma di fronte alla strofa «non ti arrabbiare se gli architetti, fanno le case senza più i tetti; nei grattacieli respiri pulito, fa’ un bel sorriso, ricorda: sei un mito» viene alla mente la sensibilità da ambientalista convinto di Celentano, la via Gluck e l’albero di trenta piani, certo, ma anche la dura presa di posizione del Molleggiato nei confronti dell’Expo, quando un mese fa disse che per Milano si tratterà di «un colpo di grazia». La collaborazione tra Mogol e gli Audio 2 è sorprendente per più di un motivo. Il poeta della nostra canzone popolare la spiega così: «Non nascondo che all’inizio della loro carriera, gli Audio 2 mi sembravano un gruppo di imitatori» dice Mogol. «Pensai che avendone una profonda conoscenza volessero rifare pari pari Battisti, niente di male, ma non gli ho mai dato un grande valore artistico. Più tardi mi colpì molto Acqua e sale, il duetto che scrissero per Mina e Celentano nel ’98, ma non ancora al punto di farmi cambiare idea su di loro. Il fatto è che ascoltando le loro ultime produzioni mi sono trovato di fronte a canzoni che avrei potuto scrivere con Lucio, ed è a questo punto che mi sono definitivamente convinto della loro bravura». Per l’uscita dell’album bisognerà attendere ancora un po’ ma esiste già un titolo di lavoro: il disco potrebbe intitolarsi Audio 2 + Mogol e tra i brani della scaletta ce ne sarà senz’altro uno intitolato L’ultimo ballo: «è una canzone sulla fine di un amore scritta in punta di penna, sia sul piano musicale sia su quello del testo» spiega Mogol. «Le parole erano già scritte nella musica degli Audio 2. Io se sento una bella canzone la respiro. Non mi considero un creativo, sono un recettore, e la vera conquista per uno come me è stata riuscire a raggiungere una bella antenna».

CARLO MORETTI

10/05/2008 – La Repubblica

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