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Milano, la via Gluck di Celentano rimane senza vincolo paesaggistico

via Cristoforo Gluck, 14 - Milano

La moglie del molleggiato, Claudia Mori, dice: “Purtroppo non c’era più niente da tutelare. Quando ci fu la proposta, Adriano disse che via Gluck oggi era diventata la strada più brutta d’Europa: lo condivido”

di ALESSIA GALLIONE

via Cristoforo Gluck - Milano

Niente vincolo per via Gluck. L’erba non c’era già più da decenni. Così come “la casa in mezzo al verde” celebrata da Adriano Celentano. Eppure, la giunta Pisapia tentò comunque di preservare quell’ultimo scorcio della “periferia popolare milanese strettamente collegato alla crescita industriale”. Con una proposta di vincolo paesaggistico spedita alla direzione regionale dei Beni culturali, che avrebbe dovuto salvare quello che era rimasto della memoria di via Gluck, ma anche il complesso di cosiddette “case minime” del Villaggio dei Fiori che in zona Primaticcio avevano ospitato gli sfollati della guerra, il verde dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini e il Qt8. Un’operazione che, spiegò nel 2013 l’allora assessora all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, nasceva “dalla necessità di tutelare quattro aree della città che, per motivi storici, architettonici, paesaggistici, ambientali e culturali, rappresentano un patrimonio di Milano”.

Ma di quelle pratiche, solo una, ovvero il vincolo per il quartiere modello in cui grandi architetti come Piero Bottoni sperimentarono per l’Ottava Triennale del 1947, sta andando avanti. “Un procedimento comunque complesso e articolato – spiega la sovrintendente Antonella Ranaldi – . L’iniziativa sul paesaggio è della Regione con cui comunque ci siamo confrontati. Tra l’altro, è in corso la revisione del Piano paesaggistico della Lombardia con un accordo siglato tra ministero e Regione. Il vincolo per il Qt8 potrebbe essere affrontato anche in quella sede o procedere con un iter a parte”. E via Gluck? E il Villaggio dei Fiori? E l’ex Paolo Pini? “Non abbiamo dato seguito”.

Eccoli, i titoli di coda alla possibilità di cancellare le ultime tracce della memoria di quella strada che il Molleggiato ha reso celebre ben oltre i confini di Milano. Anche se sua moglie, Claudia Mori, non sembra troppo dispiaciuta dalla notizia. Anzi. “Purtroppo non c’era più niente da tutelare – dice – . Quando ci fu la proposta, Adriano disse che via Gluck oggi era diventata la strada più brutta d’Europa: lo condivido. La memoria in questo caso non mi sembra così utile. Sarebbe meglio ricordare la strada com’era e piuttosto pensare a riqualificare altri quartieri come alcune periferie dove tanta gente vive in condizioni incivili per un Paese serio”. Ancora una volta controcorrente.

L’obiettivo, quindi, rimane puntato solo sul Qt8. Anche, magari, attraverso il Piano della Regione che, spiegano dalla giunta di Palazzo Lombardia è focalizzato “sulla definizione dei contenuti operativi – da definirsi congiuntamente al ministero dei Beni culturali – dei 900 provvedimenti di tutela già vigenti in Lombardia che non sono ancora dotati dei criteri di gestione previsti dal Codice dei beni culturali”. E via Gluck? La richiesta di vincolo, spiegano, “è pervenuta ai nostri uffici nel 2014 per sola conoscenza, e non abbiamo mai avuto nessun riscontro in merito da parte del Comune”. Stop.

17/09/2017 – La Repubblica (www.larepubblica.it)

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