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Libero su Veltroni: “Nel suo ultimo libro sembra Celentano: un gorgo di retorica e banalità”

Riportiamo un articolo di Libero del 29 Agosto 2012, che recensisce l’ultimo libro di Walter Veltroni. Peccato non abbiano esitato nell’accostare, per l’ennesima volta, Celentano alla retorica e alla banalità.


“Il tentativo lo facciamo sempre, di leggere i romanzi di Veltroni senza pregiudizi, provando a coglierne lettera e spirito senza assopirci dietro ai luoghi comuni che su di lui abbondano: il buonismo, l’incongruenza tra la sua carriera di politico politicante e gli annunci di conversioni missionarie in Africa, il sospetto che dietro i suoi toni melliflui si nasconda un uomo di potere non meno intollerante di altri. Facciamo anche piazza pulita della sua sempre più pigra abitudine a volgersi al passato, per succhiare la linfa vitale dei grand’uomini, anche solo per dissiparla in un comizio elettorale. Poi, però, leggiamo “L’isola e le rose”, suo ultimo romanzo uscito per Rizzoli (319 pagg., 17,50 euro) e se anche, per capriccio futurista, volessimo parlarne bene, del libro e dell’autore, non sapremmo proprio come fare. Nonostante gli eroici sforzi di una seria professionista dell’editoria quale Rosaria Carpinelli («che mi segue da tempo», precisa astutamente Veltroni nei verbosi ringraziamenti finali) e dell’editor Massimo Birattari, tecnicamente il libro si può definire un aborto di stampa”, commenta tranchant Giordano tedoldi su Libero in edicola oggi. Già, perché nella sua ultima “fatica”, Uolter l’africano, sembra Adriano Celentano. Il libro è un gorgo di retorica e banalità al cui confronto i film dei fratelli Vanzina sono capolavori di understatement. […]”
di Giordano Tedoldi


Io credo che forse, un gorgo di “retorica” e “banalità”, sia proprio il solito accostamento di queste due paroline ad Adriano Celentano in ogni occasione, sia quando questi parla sia quando questi non c’entri assolutamente nulla con l’argomento.

Fabrizio

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