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Lettere aperta ad Adriano Celentano

Caro Adriano, permettimi di chiamarti per nome, dato la lunga ammirazione che ho per te, consolidata da una lunga sintonia confidenziale che ho con le tue belle canzoni.

Ho avuto modo di conoscerti all’Hilton di Roma, credo nel 76 o 77. Tu stavi girando “Bluff, storia di truffe e di imbroglioni” con Corinne Clery e il mitico Anthony Quinn ed io, nel corso di una serata, ti offrii un cocktail e parlammo per una decina di minuti di musica.

Ricordi? Difficile, eh!

Mentre sto scrivendo queste righe, in sottofondo ascolto la musica proveniente dal tuo sito e la trovo molto gradevole. E’ molto rock! Come pure il tuo blog.

Ma il motivo di questa lettera aperta, che ti faccio nelle vesti di autore di questo blog facente parte del network online Blogosfere, è che vorrei porti alcune domande che riguardano il nostro Pianeta, poichè secondo me, tu rappresenti il primo ambientalista italiano, non solo per quanto si evince dal testo della canzone “il ragazzo della via Gluck” ma per tutto quello che hai portato avanti in seguito.

Tra le domande che vorrei farti, mi piacerebbe per esempio sapere come t’immagini il futuro da quì a vent’anni. Ma anche come piacerebbe ad Adriano Celentano il Futuro da quì a vent’anni?

E ancora, come pensi debba comportarsi il mondo ricco verso la Povertà e l’ignoranza?

Oppure, credi che nei prossimi mesi i cicloni e gli uragani si faranno sentire come lo scorso anno?

E cosa pensi del catastrofismo cui alludono gli studiosi dell’ ambiente?

E infine: Adriano ti piace la storia? Perchè quello che ti chiedo ora ha a che fare con la storia e con il clima e cioè… credi che quello che sta accadendo nel mondo sia da considerare un normale ciclo storico?

Naturalmente, mi piacerebbe farti un’intervista più approfondita ma, visto il personaggio che sei, potrei anche ritenermi soddisfatto d’una tua risposta nei commenti sottostanti… di modo che, se per caso ti sei ricordato dell’episodio dell’Hilton, potrai sdebitarti di quel cocktail arancione (molto rock) che ti offrii, seduti sui trespoli del banco bar (molto lento)…

Buon proseguimento di serata, Adriano.

08/05/2006 – Blogsfere: Il Professor Echos

Il Professor Echos, notizie da un pianeta malato

Il professor Echos (ideato da Luciano Vecchi, 54 anni, 27 dei quali vissuti in giro per il mondo) è ideatore, fondatore, direttore e massimo azionista dell’ESI (EchoSistemnIstitute), l’Istituto Virtuale sull’Ambiente, con sede presso il castello di Panerula, un antico maniero situato sul cocuzzolo di un colle nei pressi di Roma, dimora di nobili di grande fama nel ‘400. Oltre le succitate cariche, il professor Echos ricopre anche quella d’insegnante, ruolo che esercita con modalità inconsuete e pura passione. L’obiettivo dell’ESI, ma soprattutto il suo, è di formare le nuove generazioni, dare loro una coscienza ecologica, affinchè siano in grado, in un futuro imminente, di affrontare le inevitabili calamità che l’uomo, in primus, ha generato.

Link alla lettera pubblicata sul blog “Il Professor Echos”: http://ilprofessorechos.blogosfere.it/2006/05/lettera_aperta_.html

Link a “Blogsfere – Blog profesionali d’informazione”, netword al quale fa parte il blog “Il Professor Echos”: http://www.blogosfere.it

Andrea

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