ACfans

Dario Fo ringrazia per lo ‘spot elettorale’

Roma, 3 novembre 2005 – «Francamente la terza puntata è molto meno interessante, un pò ripetitiva, con gag già viste da Teocoli-Celentano che duetta con il vero Celentano a Crozza-Guccini, con la sua satira sempre più facile e a senso unico».

Così il responsabile informazione di An, Alessio Butti commenta a caldo le immagini di «Rockpolitik». «Stasera trovo più interessante per il momento storico che stiamo vivendo la diretta di Raidue sulla manifestazione in difesa di Israele. Crozza pure si sta spegnendo: la satira su Fazio non fa neanche più ridere perchè è una drammatica realtà il suo attaccamento alla poltrona. Per quanto riguarda ‘Porta a portà, checchè ne dica Crozza, rimane il programma d’approfondimento che registra le audience più elevate ed anche quello più pluralista nell’attuale panorama tv. Quanto alla Santanchè, conoscendola, non credo che se la prenderà, sarà divertita».

«Il problema comunque è Crozza anzichè andare in crescendo sta perdendo la verve comica. Uno che prende una valanga di quattrini per partecipare ad un programma di punta come questo dovrebbe almeno rivedere il repertorio e le performance. Il pubblico di Raiuno meriterebbe almeno questo», conclude l’esponente di An.

«Adriano Celentano è ormai lo sponsor della sinistra radicale e lancia la candidatura di Dario Fo a sindaco di Milano. Poveri noi, povera Milano e poveri milanesi!» È il commento di Francesco Giro, consigliere politico di Sandro Bondi.

La Federazione dei Liberaldemocratici, che candida Ombretta Colli a Sindaco di Milano, denuncia «la grave dichiarazione» di Adriano Celentano, che a Rockpolitik si è augurato che Dario Fo venga eletto sindaco di Milano, e preannuncia azioni nei confronti della Rai e del conduttore stesso.

«Celentano non può usare la televisione pubblica come un mezzo di propaganda politica per i suoi amici – dichiara il Segretario Nazionale della Federazione dei Liberaldemocratici Marco Marsili, – si tratta di un gravissimo arbitrio. Tra le azioni che proporrò alla Giunta Esecutiva vi sarà senz’altro un esposto formale alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, ed un’azione legale nei confronti dello stesso Celentano, della Rai, e dei suoi vertici. Non vogliamo certo esercitare una censura o limitare il diritto di critica, che sono tra i principi dei Liberaldemocratici, ma le dichiarazioni ‘benaugurantì nei confronti di Dario Fo sindaco travalicano senz’altro i diritti di Celentano, che non tiene conto dei suoi doveri, in quanto incaricato, in quel momento di esercitare un pubblico servizio».

«Adriano è stato simpaticissimo, gentile e generoso. Mi ha fatto molto piacere. Lo ringrazio». Così Dario Fo commenta l’intervento di Celentano a favore della sua candidatura a sindaco di Milano. «Il fatto che lui l’abbia sostenuta in una trasmissione di questa forza lo trovo un gesto veramente straordinario»,conclude Fo.

«Non me ne frega niente». Così Luciano Violante ha risposto a Pierluigi Diaco, che durante «Rai 21,15» gli ha domandato in diretta un commento sulla frase detta a «Rockpolitik» da Celentano, «Fassino e Ferrara sono rock, cucinare il risotto in diretta è lento». «Non mi interessa – ha aggiunto il capogruppo Ds alla Camera, – bisognerebbe finirla di mischiare lo spettacolo e la politica».

«La canzone che Crozza mi ha dedicato fa parte del gioco. Io sono rock. Difendo la satira e bisogna sopportarne le regole anche quando la satira colpisce noi. Eppoi è normale che la satira sia rivolta ad esponenti dei partiti al governo e soprattutto al presidente del consiglio. È così normalmente».

Daniela Santanchè commenta così la terza puntata di «Rockpolitik» che l’ha vista oggetto della satira di Maurizio Crozza che le ha dedicato una canzone. «Non grido allo scandalo e non mi arrabbio. Sarebbe stupido da parte mia protestare. Eppoi adriano è il mio idolo da quando sono ragazzina. Per me è un’icona, non si tocca».

Per l’esponente di An «la terza trasmissione sembra però un pò più lenta. Ma se 15 milioni di italiani la guardano, io li rispetto anche perchè sono una di loro. Non mi piace chi tira gli artisti per la giacchetta a destra o a sinistra. Io voglio che siano liberi, soprattutto quando sono grandi come Celentano», conclude la Santanchè.

03/11/2005 – Il Giorno

Exit mobile version