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«I gay sono rock. Il Papa è hard rock»

«I gay sono rock. Il Papa è hard rock»

MILANO – L’amore è rock e l’amicizia è rock. La droga è lenta, la pornografia è lenta. Quelli che tirano sassi dal cavalcavia sono lenti, sono contro l’amicizia e fra loro non sono amici. Il Papa è hard rock… perché apre la porta ai divorziati. I gay sono rock ma i matrimoni gay sono lenti. E Zapatero è lentissimo». Adriano Celentano inizia così, riproponendo e aggiornando la sua divisione del mondo in rock e lento, la seconda puntata di RockPolitik, la trasmissione su cui, dopo le polemiche scaturite dal debutto della scorsa settimana, sono stati puntati gli occhi di tutti. E che ha fatto registrare un nuovo record di ascolti: 12 milioni e 544 mila spettatori e uno share del 49,42% (giovedì scorso erano stati 11 milioni e 649 mila e lo share del 47,18%).

SCHUMI E VALENTINO – «Fabbricare mine è lento, lentissimo – dice ancora il Molleggiato
continuando con il suo elenco a ritmo di blues -, il volontariato è rock. Un tedesco che guida la Ferrari è rock, se però non impara l’italiano è lento. Il viagra è lento, il peperoncino è rock». Poi al giochino si aggrega Valentino Rossi che dà le sue categorie: «La televisione è lenta, i Simpson sono rock. Vincere è rock, doparsi è lento. Farsi intervistare è lento, fare un monolgo è rock». E quando Celentano chiede al pilota di dare un consiglio ai politici, la risposta di Valentino è pronta: «Comprarsi una moto e andarsi a fare un giro».

IL RITORNO DI CROZZA – Poi la scena passa a Crozza che dopo il successo della parodia dei Gipsy King («Zapatero, Zapatera») della settimana scorsa si ripropone in versione latinoamericana in stile «Buena Vista Social Club» e lancia la canzone Compagno Che-lentan impersonando Compay Segundo. «Non parlar del premier superemo, non parlar di politica. È l’unico spazio libre il tuo programma mentre l’unica cosa che a Cuba c’è di libre è il Cuba libre. A Cuba no se abla altro che de Che-lentan, anche Fidel abla de te. E ricordate che in tiempo di eleziones tu es l’unico comunista in Italia ad avere uno strascio de programma». E Che-lentan viene descritto come «comunista da una semana», comunista da una settimana, e invitato proprio da Fidel ad andare a fare tv anche a l’Avana.

IL BLOB SUI POLITICI – Una gag con Antonio Cornacchione introduce poi un videoclip-blob con dichiarazioni di politici e spezzoni di filmati dei primi anni ’90 . Tra i quali quello di Raimondo Vianello che racconta dagli schermi di Canale 5 di voler votare per Berlusconi (con Antonella Elia che dice: allora voto anche io visto che non ho idee politiche e a qualcuno mi dovrò aggregare) e Gianfranco Fini che dai banchi della Camera se la prende con Bossi dopo la caduta del primo governo Berlusconi nel 1994. Quindi immagini di Prodi che parla del suo lavoro all’Iri e dello stesso Berlusconi furioso, nel 1995, per l’avviso di garanzia ricevuto pochi mesi prima a Napoli durante il vertice internazionale sulla criminalità.

IL MONOLOGO SUI GRATTACIELI – E’ proprio il blob sulla politica ad introdurre il monologo-predica di Celentano. Incentrato sulla politica. E sull’umiltà. Celentano parla delle Torri Gemelle abbattute dai terroristi di Al Qaeda e ricorda come al loro posto sorgeranno altri due enormi grattacieli. Un’occasione perduta, secondo il cantante, perché manifestano arroganza e non umiltà. Un riferimento che, passando da una critica alle case popolari («che i mandanti della Democrazia Cristiana hanno costruito per i comunisti che si accontentano, pur di avere dei voti in più»), punta diretto anche Milano e al progetto della giunta Albertini di realizzare tre grattacieli al posto dell’ex fiera. Che Celentano vorrebbe invece trasformare in una «zona ottocentesca», un «giardino della città» perché «bisogna fare precipitare il 2005 nell’800» e coniugare modernità e poesia.

IL POETA BENIGNI – «Il 27 ottobre è il giorno in cui nascono i poeti». Così Celentano introduce Roberto Benigni, che partecipa alla trasmissione nel giorno del suo 53esimo compleanno, nel momento più atteso dello show. Il comico toscano replica da par suo: «E’ una settimana che
leggo di Celentano. Tutto un casino per un bischero come Celentano». E poi un messaggio a Berlusconi: «Silvio, quando comico prende in giro un politico lo aiuta. E io stasera ti voglio aiutare. Sì, sono venuto per aiutare Silviuccio».

LA «CASA DELLE LIBERTA’» – «Silvio noi ti vogliamo bene, ma hai esagerato – dice Benigni -. Avevi già fatto una lista, ne hai fatta un’altra. Ci sei cascato ancora, sei proprio un pollo, roba che a darti la mano ci attacchi il virus». E poi un consiglio: «E’ questa la vera casa delle libertà, Silvio. Vieni qui e fai il comico così puoi dire a Prodi tutto quello che vuoi». Ricordandogli però la regola: «Se vuoi venire da Celentano devi dare le dimissioni. Quindi sei invitato». Benigni invita poi il Molleggiato a scrivere una lettera di scuse a Berlusconi.

IL MOMENTO DI EROS – Dopo Benigni lo spazio va alla musica. Prima
arriva Eros Ramazzotti che con Celentano canta «Il ragazzo della via Gluck» (con una variante sul finale: «Il telepredicatore di destra, o di sinistra? Chissa, chissà, chissà come finirà…», e un’altra sul calcio, con gli sfottoò dello juventino Ramazzotti) e poi, da solo, «La nostra vita». Infine torna in scena Maurizio Crozza in versione Tom Jones che sull’aria di Sex Bomb prende poi in giro Berlusconi e la legge elettorale, Lex Bomb, «una legge bomba / così gli italiani ci rivoteranno / anche se poi li tromba». Prima della chiusura entrano in campo i Sud Sound System che si esibiscono nel loro rock cantato in dialetto del Salento. Si chiude la seconda puntata e questa volta le prime reazioni, anche da destra, sono addirittura entusiastiche. Il ministro delle Comunicazioni, Landolfi, passa dalle accuse di una settimana fa all’elogio di Benigni: «Questa sì che è vera satira».

A. Sa.

27/10/2005 – Corriere della Sera

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