Claudia Mori: “Capisco Veronica. È una donna offesa”
“Berlusconi non può sostenere che è un fatto privato. Io in Mondo Beat torno a incidere i successi Anni 70”
MARINELLA VENEGONI
MILANO Una voce moderna, giovane ancora oggi, sexy. Inconfondibile. Un repertorio che appartiene al passato, che oggi ritorna in Claudia Mori collection, insieme con un Dvd famigliare che fa risplendere la sua bellezza di invidiatissima moglie di Celentano: riprese private al mare, sorrisi sulla battigia con i tre bimbi, Adriano papà un po’ maldestro. Ma le canzoni, ah le canzoni. Celeberrime come Non succederà più e Chi non lavora non fa l’amore, cantate con il marito, sono quasi tutte «B Songs», a partire da un cult del kitsch, Buonasera Dottore del ’74, musica di Shel Shapiro, dove lei cinguetta maliziosa al telefono con la voce charmante di un doppiatore rimasto sconosciuto.
Ci ritorna cantante, cara Claudia…
«Sony me lo ha chiesto l’anno scorso. Ho nicchiato… e non ci sarà seguito. Però erano canzoni su 45 giri, un mondo un po’ beat. Quei filmati poi, 15 minuti della nostra storia da ragazzi…».
Ora fa altro: produttrice tv, direttrice dei lavori artistici di Adriano…
«Ogni fiore ha la sua stagione. Fra una settimana cominciamo a girare C’era una volta la città dei matti, sulla legge Basaglia, con Vittoria Puccini e Fabrizio Gifuni che impersona proprio Basaglia, per Raiuno. A fine anno toccherà alla vita di Caruso, una storia bellissima. Ho scelto io il problema della 180: fu doveroso chiudere i lager, ma Basaglia aveva dato indicazioni precise, e rimasero a metà. Ora non ci sono strutture adatte, il problema resta alle famiglie. La Puccini impersona una giovane internata pur non essendo matta… sono storie vere».
Buonasera Dottore» è un must delle B-Songs, ma sono tutte canzoni di tradimenti. E lei è così fedele…
«Ma avevo già idee abbastanza chiare: gli uomini sono bugiardi e poco fedeli. La conclusione è che lei non ci sta: i testi sono modernissimi».
Siamo al centro di un divorzio istituzionale…
«Veronica Lario è una donna intelligente, per bene, sensibile. E’ difficile pensare che sia stata condizionata da qualche giornale, forse ha sentito l’esigenza – e io la capisco – di difendere la propria dignità per quelle che lei ritiene offese e ha sentito di non poter più tollerare. Sono scelte forti, mi sembra una di alto profilo. Come si fa a dire che è un fatto privato? Di privato, nel Presidente del Consiglio, non c’è nulla: come può chiedere a lei di esser privata?».
Ci sarà un concerto di donne cantanti per l’Abruzzo. Ci andrà?
«Mi hanno invitata, ho detto di no perché non sono una cantante: anche se mi capita di cantare, fischio molto e so fare i fischi da pecorara. Penso che ognuno deve scegliere la forma del dare, io e Adriano facciamo cose più private».
Abbiamo letto che Adriano si è arrabbiato per un canzone di Mogol ispirata a lui, dove gli dice di uscire di casa…
«Due amici possono anche arrabbiarsi, ma non vuol dire chiudere: almeno da parte nostra non è stato così. Adriano non si è arrabbiato: solo, non trovava ironico il testo. Non è stato un litigio, ma una divergenza».
A quando il prossimo disco di Adriano?
«Nel 2010. E’ una cosa molto diversa, strana, particolare. Senza Mogol: è una scelta artistica, e spezzare fa bene».
09/05/2009 – Il Giorno