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Celentano, ritorno in Rai con attacchi a tutto campo

Il discusso show

Trionfo o bufala d’autore? Come sempre, all’indomani di uno show tv di Celentano, il giudizio è sospeso tra i due estremi. Nelle due ore di La situazione di mia sorella non è buona, Il Moleggiato ha simulato il lavoro in studio di registrazione, con ospiti e amici che passavano a trovarlo in diretta.

Panegirico di Prodi – Nel suo programma Adriano Celentano ha elogiato Romano Prodi: “I politici hanno fretta, altrimenti si perdono i voti. Così nasce il sospetto che, forse, Prodi sia sulla strada giusta. Per non otturare i lavandini, fa solo promesse che si possono realizzare. Ma il Paese non gradisce, preferisce vivere meno”. A Prodi Celentano è arrivato partendo dal nucleare e da Pier Ferdinando Casini che “fra i politici, è uno dei più belli ma ha ricominciato a parlare del nucleare. Ho letto che anche D’Alema non sarebbe contrario, senza contare Berlusconi e tutta la destra. Dicono che oggi le centrali sono più sicure ed io sono sicuro che si siano fatti passi avanti ma il problema non è la funzionalita’, sono le scorie nucleari: per smaltirle ci vogliono venticinquemila anni”.

L’odio per gli architetti – Per Celentano chi progetta case e monumenti è “una sciagura”. Nelle sue parole: “Mi viene in mente Oxford, quella scuola bellissima che è’ un monumento. Se i ragazzi la guardano prima di entrare, gli viene voglia di studiare. A Milano, invece, hanno fatto la Bocconi. Che è una ditta importante ma è un mostro, secondo me gli studenti si suicidano tutti. Invito tutti ad andarla a visitare per capire fino a che punto le cose possono essere brutte. Io lo faccio con la tv: la vedo poco, solo quando ci sono io, ma a volte la guardo per vedere fino a che punto le cose sono brutte”. Dopo gli architetti, la telefonata a Milena Gabanelli che dice di stare “bene ma senza esagerare”. “Sono un tuo seguace, ti seguo” gli dice Celentano, cominciando a parlare delle “inchieste che tu fai. Io mi aspetto sempre che, il giorno dopo, i giornali gli diano risalto e, invece, non succede niente”. Lei: “Non e’ vero che non succede nulla. E, se fosse così, non mi spiegherei come mai ogni volta ci scatenano addosso gli avvocati”.

La rivoluzione parte dalla gente – Da dove ricominciare. Secondo Celentano: “L’unico modo, secondo me, per voltare pagina è mettere in atto una rivoluzione a partire dalla gente. Prima deve cambiare la gente, poi i politici che si approfittano della gente. La rivoluzione, per il Molleggiato, deve partire dagli ultrà: “Se il vostro simbolo è la parola ultrà, dovete seppellire quelli oggetti che caratterizzano la vostra identità, dovete andare allo stadio a volto scoperto. Cambiate il vostro nome da ultrà a ultra, per far capire che la rivoluzione partirà da voi. Dovete essere come il fior di loto, dal fango nasce il fiore più bello. Se lo farete, obbligherete i politici a non commettere atti impuri, obbligherete Mastella a fare una riflessione e a dire: “Ho sbagliato a togliere l’indagine a quel magistrato che stava indagando anche su di me”, obbligherete gli uomini di potere a non nascondere la verità”.

Nuovi partiti – “Se qualcuno fonda un nuovo partito come ha fatto Berlusconi negli ultimi giorni, io lo applaudo ma gli dico: Silvio se vuoi davvero voltare pagina devi fare una rivoluzione dentro di te. Se tu non lo farai non sarai un ultra e il tuo partito invecchierà quando meno te lo aspetti. Quindi ragazzi che andavate negli stadi a colpire la polizia, dovete riunirvi e parlarne e imboccare questa nuova strada perche’ questo gesto potrebbe rivoltare persino una nazione, potreste diventare un tipo di freno per chi vuole commettere corruzione, dovete fare le magliette con scritto a caratteri cubitali ultra per dimostrare che è da voi che il nuovo partirà”.

27/11/2007 – Tiscali Spettacoli

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