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Celentano: “Rai vittima dei partiti” “Il Vaticano non sa cos’è il Paradiso”

Il cantante in un’intervista a “Servizio pubblico” a meno di una settimana da Sanremo. “L’errore è nel meccanismo di conduzione della tv pubblica, preda di intrighi”. Se la prende con Repubblica”. Annunziata: “Lo avrei difeso anche se avesse detto che i gay sono da campo di sterminio”. E il conduttore la riprende. Intanto il dg Rai annuncia la convocazione del Comitato etico per valutare eventuali violazioni del Molleggiato all’Ariston
di ALESSANDRA VITALI

Adriano Celentano

ROMA – “L’errore è nel meccanismo di conduzione della Rai. Finché i partiti continueranno a litigarsela, sarà preda di sotterfugi, intrighi e sospetti”. Ed “è difficile non pensare che lo stesso dg non sia sottoposto a pressione dei partiti, non solo della destra ma anche della sinistra”. Celentano torna in tv a pochi giorni da Sanremo 1. Sceglie Servizio Pubblico, un’intervista registrata. Titolo della puntata, “Celentano c’è?”, fra gli ospiti Lucia Annunziata, Carlo Freccero, Maurizio Belpietro, Antonio Di Pietro, l’ex consigliere Rai Nino Rizzo Nervo. Replica alle critiche di viale Mazzini, “azienda preda di intrighi”, al Vaticano, “non sa che cos’è il Paradiso”, se la prende pure con Repubblica, “alcuni giornalisti ci hanno dato dentro mica male per bloccare la mia partecipazione, dicendo che sono un cretino, e neanche di talento”. Ma “il cinque per cento di consensi di Grillo ci fa sperare”. Il dibattito sul compenso? “Una colossale stronzata”. E a Sanremo “ho cercato solo di parlare di felicità”.

Il cantante parla per la prima volta dopo il caos-festival, le polemiche per il primo intervento 5 nella serata di debutto, l’attacco alla stampa cattolica e poi l’ira della Chiesa 6 e l’imbarazzo dei vertici Rai 7. Poi il ritorno 8 sabato, serata finale, applausi e contestazioni e la reazione di Claudia Mori 9, sua moglie e portavoce, che al consigliere Rai Antonio Verro dice “grazie per la buffonata che avete organizzato”. Intanto la questione tiene ancora banco in cda Rai. I consiglieri Van Straten, De Laurentiis e Bianchi Clerici criticano l’operato del direttore di RaiUno Mazza. Mentre il dg Lorenza Lei annuncia la convocazione del Comitato etico per valutare eventuali violazioni al codice da parte dell’artista all’Ariston.

Formigli, Celentano e la necessità della critica. Santoro apre la serata citando la “sentenza mostruosamente enorme” che ha condannato il giornalista Corrado Formigli e la Rai a pagare 5 milioni di euro per un servizio di Annozero sulla Fiat. Sentenza “che potrebbe stracciare la vita di un giornalista e tenere lontani molti colleghi dal toccare centri di potere, industrie importanti”. Si rivolge a Marchionne, “la Fiat ha rischiato il fallimento perché gli operai lavoravano male o per il flop di modelli destinati al successo e presentati dalla stampa come vincenti? Questo prova che la critica è necessaria, sennò il Paese invecchierebbe, la Rai morirebbe subito, ecco perché ha bisogno di un pensiero diverso, di Celentano, di quelli con un talento, di lasciarli esprimere e correre il rischio, perché il prezzo del rischio è quello che si paga per la libertà, è il prezzo del servizio pubblico”.

“La Rai vittima dei partiti e preda di intrighi”. Il Molleggiato non desiste. Prende di mira viale Mazzini e replica alle accuse dei vertici, dovute secondo lui a “un errore proprio nel meccanismo di conduzione della Rai, finché i partiti continueranno a litigarsela sarà sempre preda di sotterfugi, intrighi e sospetti a danno del Paese”. Quanto a Sanremo, sa che per lui ormai è off limits “ma non è un problema, il successo è bello e gratificante ma non ha niente a che vedere con la felicità che si prova in una partita a bocce con quattro amici”. Però non si pente, “non cambierei una virgola di ciò che ho detto” e quanto agli attacchi alle testate cattoliche “ho messo in evidenza ciò che è inutile per la Chiesa. Per me rimangono inutili fino a quando sia Famiglia Cristiana che Avvenire non cambiano la loro linea editoriale”. E se “Grillo con il suo 5% di consensi ci fa sperare”, “qualcosa mi dice che il cambiamento è nell’aria e che il vento sta diventando una tempesta: alle prossime elezioni potrebbero esserci delle sorprese, la gente sta cominciando a capire che non si va da nessuna parte se non prendiamo con forza e determinazione la via dell’onestà”.

Annunziata: “Lo avrei difeso anche se avesse detto che i gay sono da campo di sterminio”. E se, in studio, Rizzo Nervo ribadisce che “Celentano la Rai non lo voleva, non lo ha deciso, lo hanno deciso Morandi e Mazzi a dicembre senza neanche chiedere all’azienda che ne pensasse”, situazione a suo giudizio frutto della decadenza dell’azienda, incapacità di uomini e donne che la governano ancor più grave perché corrotta dalla politica”, l’ex presidente di viale Mazzini, Lucia Annunziata, scagiona in parte la Rai, “una grande azienda, non penso che sia da buttare né che sia ingovernabile”, si dice in disaccordo con Celentano su molte cose, come le critiche a Famiglia Cristiana e Avvenire, però poi scivola sulle parole e dice che lei lo avrebbe difeso “anche se avesse detto che i gay sono da mandare al campo di sterminio”. E a Santoro che la riprende, risponde “sto estremizzando”.

23/02/2012 – La Repubblica

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