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Celentano: Rai e partiti, sotterfugi e intrighi a danno del Paese

Con Sanremo ho chiuso, meglio le bocce

Adriano Celentano

«Se col festival ho chiuso? Penso di sì. Però non è un problema perché il successo è bello, gratificante, ma non ha niente a che vedere con la felicitá che si prova, per esempio, in una partita a bocce con quattro amici». A pochi giorni dal Festival di Sanremo, Adriano Celentano continua a far parlare di sé. E nell’intervista rilasciata a Sandro Ruotolo per il programma “Servizio Pubblico” di Michele Santoro, intitolata “Celentano c’è”, il Molleggiato ha anche parlato di Rai e di politica.

«Finché i partiti continueranno a litigarsela, la Rai sarà sempre preda di sotterfugi, intrighi e sospetti a danno del Paese», ha detto nell’intervista registrata a Galbiate (luogo dove l’artista vive, ndr). Quanto alla politica, «Qualcosa mi dice che il cambiamento è nell’aria e che il vento di questo cambiamento sta diventando una tempesta – ha detto il Molleggiato -. Alle prossime elezioni potrebbero esserci delle sorprese. La gente sta cominciando a capire che non si va da nessuna parte se non prendiamo con forza e determinazione la via dell’onestà».

Celentano è poi tornato sui monologhi di Sanremo. «Io ho cercato di ricordare alla gente che noi per come siamo fatti non possiamo non essere felici, comunque sia la nostra condizione qui sulla terra», ha affermato. «Però non dobbiamo perdere la memoria, altrimenti ci allontaniamo troppo dal luogo dove c’è la festa, e questo sarebbe grave perchè se ci allontaniamo troppo poi non riusciamo più a percepire i festosi rumori che ci arrivano portati dal vento del creatore, hai capito? È questo che io ho cercato di dire. Ho cercato di dire che la festa non è una favola, è vera».

E Michele Santoro, in apertura della puntata di Servizio Pubblico che ha ospitato un intervento del Molleggiato, ha dichiarato che «La Rai senza critica morirebbe subito, la Rai ha bisogno del pensiero diverso, di Adriano Celentano, del talento, ha bisogno di lasciarvi esprimere liberamente». «Ci sono rischi in questo? Certo, ma se si vuole controllare il potere – ha sottolineato Santoro – questi rischi bisogna saperli correre, il prezzo che si può pagare per questi rischi è il prezzo della libertà e del servizio pubblico».

23/02/2012 – Il Sole 24 ORE

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