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Celentano e la Rai alla resa dei conti

Roma. QUELLO che è successo tra la Rai e Adriano Celentano conferma il caos che regna a Viale Mazzini, dove un direttore artistico spiffera i contenuti di sms confidenziali, calpestando il rapporto fiduciario con la sua stessa azienda. A fare il nome di Gianmarco Mazzi a Viale Mazzini ieri si rischiava il linciaggio. «Tutto questo l’ha creato lui». Creato cosa?

Due giorni fa Celentano denuncia di esser stato fatto fuori dal Festival di Sanremo per volere del direttore generale Lorenza Lei, che in un sms al direttore di Rai1, Mauro Mazza, dice appunto: «Celentano è fuori». Soliti comunicati ufficiali, tutti ottimisti e capitolo chiuso. Ma ieri il Molleggiato torna ad attaccare dal suo blog, e stavolta con un aut aut diretto a Mazzi, l’uomo che lo ha convinto a tornare all’Ariston.

O lo stesso Mazzi svela alla stampa il contenuto degli sms inviati dalla Lei sul benservito che gli ha dato o tanti saluti. Ovviamente Mazzi non se lo fa dire due volte. «Pettegolezzi» li definisce una nota ufficiale della Rai, i fatti sono altri: la bozza del contratto è pronta, ora sta a Celentano firmarla. Il nodo principale restano i contenuti editoriali e la pubblicità. «Adriano è stato trattato come i grandi artisti, come Benigni e Fiorello» dicono in Rai «ma l’anno scorso Benigni c’è stato per una sera soltanto, e Celentano non può pretendere che un’azienda pubblica non faccia pubblicità. Non solo, ma tutti devono rispettare un codice etico che la Rai impone prima di andare in onda. Detto questo, una cosa è chiara la Rai vuole Adriano Celentano a Sanremo».

E ovviamente il Molleggiato non ci sta a passare per quello che del codice etico ne fa carta straccia e sul filo dell’ironia replica: «Ribadiamo che il codice etico della Rai e il modello realizzativo Rai ex decreto legislativo 231/2001 non sono mai stati messi in discussione da Adriano Celentano e dal Clan. Fermo restando che l’unico codice etico al quale per tutta la vita mi sono attenuto e ha contato è quello ricevuto da mia madre e da mio padre».

Il cantante aveva alzato il tiro già nel pomeriggio. Nel suo blog si legge: «Mazzi, sono costretto a dirti che io posso venire a Sanremo solo se tu dichiarerai alla stampa il contenuto dei messaggi che hai ricevuto dal simpatico direttore di RaiUno Mauro Mazza con i quali ti faceva la radiocronaca di ciò che la Lei aveva sentenziato: “Celentano è fuori da Sanremo”».

Un bel colpo basso per l’ottimismo che fino alla mattinata regnava a Viale Mazzini dove la storia degli sms della Lei ha tutto un altro significato. Raccontano che nessuno abbia mai voluto cacciare Celentano, ma, visto che le trattative andavano per le lunghe, il direttore generale Lei ha solo voluto premunirsi con un sms inviato a Mauro Mazza: «Se Celentano è fuori, chi possiamo prendere al suo posto?».

Ma la versione di Mazzi è un’altra: «Fino a un certo punto le trattative sembravano andare per il verso giusto, poi sabato scorso qualcosa si è inceppato. Mauro Mazza mi comunica per iscritto che la Rai ha bloccato la programmazione dei promo su Celentano, decisione platealmente ostile e autolesionista, in una fase di trattativa ormai avanzata». «Poi mi comunica, sempre per iscritto e in modo inequivocabile: “la Lei dice Celentano è fuori”, fatto confermatomi telefonicamente dall’avvocato Fiorespino che riferisce dell’invito della direzione generale a cercare “un’alternativa a Celentano”». Infine aggiunge: «Ho letto la bozza di contratto, in particolare l’articolo 8 che garantisce discrezionalità e autonomia sui contenuti dell’intervento delle performance di Celentano che “saranno concordati, unitamente alle modalità della sua partecipazione con i competenti uffici”. A questo punto Celentano mi ha guardato e mi ha detto: “Secondo te, che dice questo contratto, sono libero o non sono libero?” Non ho saputo rispondere».

Strano perché è proprio lui il suo garante. Lui lo ha portato a Sanremo. Lui aveva la certezza che tutto gli sarebbe stato concesso. Lui non Lei.

di Tiziana Leone

25/01/2012 – Il Secolo XIX

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