Celentano dopo Sanremo: «Ho letto i giornali, ora è certo che non posso tornare in tv»
Su Instagram il Molleggiato sembra riferirsi alla gara canora conclusasi ieri sera senza nominarla direttamente
Dopo i complimenti, venerdì, a Amadeus, conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo per aver portato per la prima volta il Presidente della Repubblica all’Ariston, e a Madame, la «grande novità di quest’anno per il pezzo e la straordinaria interpretazione», oggi Adriano Celentano, cantante, attore, provocatore sulla scena artistica da sessant’anni, scrive su Instagram: «Ho letto i giornali… Ora è certo: non potrò più tornare in televisione». Il «molleggiato» non la nomina direttamente, ma il riferimento sembra chiaro alle polemiche sulla manifestazione canora. L’ex ragazzo della via Gluck non potrà più portare le sue provocazioni sul palco o in studio.
Celentano ha partecipato al Festival di Sanremo cinque volte, vincendolo nel 1970, con «Chi non lavora non fa l’amore». Alla sua prima volta, nel 1961, esordì voltando le spalle alla platea in sala e a quella televisiva. Un gesto provocatorio in un festival fino a quel momento modello di bon ton e perbenismo. Un gesto che ruppe gli argini. Un anno dopo, «osò» sfidare il dominio delle case discografiche creando il Clan, una etichetta indipendente che riuniva una squadra di artisti-amici. Per non parlare del suo sostegno alla causa ambientalista quando ancora l’ambientalismo non era una causa: l’arruffato processo di urbanizzazione delle città finì nel mirino della canzone «Il ragazzo della via Gluck».
Premendo il tasto forwarding arriviamo velocemente al 3 ottobre 1987. Su Rai1, l’ammiraglia di Viale Mazzini, va in onda il primo dei silenzi di Adriano Celentano. Una svolta epocale nell’intrattenimento televisivo. A «Fantastico», durante un discusso monologo sulla caccia alla vigilia dei referendum abrogativi del 1987, il cantante invita gli elettori a scrivere sulla scheda la frase riportata sulla lavagna, «La caccia e contro l’amore» (dopo aver mostrato un cruento filmato di Greenpeace che documentava il massacro di cuccioli di foca da parte dei cacciatori per il mercato delle pellicce). Dimenticò del fatto che scrivere frasi sulla scheda avrebbe comportato l’annullamento del voto, Celentano fu processato. La frase fece scalpore anche per l’errore commesso da Celentano di non accentare la «è» (errore che fu uno dei pretesti per incoronarsi «Re degli ignoranti»). Sui silenzi Celentano ha costruito una intera carriera. Se non è questa provocazione…
12/02/2023 – Corriere della sera