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Celentano: diffido dei politici e ai tedeschi dico siamo gente per bene

Roma, 29 gen. (Adnkronos) – Più che un’intervista è uno scambio epistolare tra due geni del loro tempo. Mentre in Italia si scatenano le polemiche sulla partecipazione di Adriano Celentano al Festival di Sanremo, l’edizione tedesca di ‘Interview’, il magazine fondato da Andy Warhol, ha scelto di far intervistare il Molleggiato, popolarissimo anche in Germania, dal più geniale artista contemporaneo del nostro Paese, Maurizio Cattelan. Il dialogo si compone di tre lettere di Cattelan e due di Celentano. Cattelan parla di Celentano come di una leggenda vivente e ammette di aver seguito il consiglio lanciato da Celentano anni fa durante un Fantastico, di spegnere il televisore. “Infatti – dice l’artista – ancora oggi non ne possiedo uno”. Anche Celentano dice di ammirare Cattelan e la sua arte “nella quale ritrovo una certa follia dove anche io mi riconosco che spiega più di tutti il mondo in cui viviamo”.

Poi parla delle sue origini che “per me sono alla base di quello che sono. Sono figlio di emigranti poveri, onesti e allegri – dice Celentano – nonostante le immani difficoltà nelle quali la mia famiglia foggiana si dibatteva, come quasi tutti, in quegli anni difficili. Su di me si è scritto di tutto. Ad esempio non è vero che “esco di rado e parlo ancora meno”. Quando c’è da parlare lo faccio (..) Il mio misero pensiero – prosegue Celentano – io voglio che si comprenda. Parlo in modo semplice, è vero, comprensibile e a volte questo può spaventare. Non c’è nulla di più pericoloso di farsi capire”.

Cattelan chiede a Celentano il significato di ‘Chi non lavora non fa l’amore’, una delle canzoni maggiormente controverse e Celentano ammette che il messaggio del brano venne frainteso: “Come potrei io, con la mia storia familiare e personale, essere contro gli scioperi, l’unica arma democratica per far rispettare i diritti delle persone più deboli e dar loro voce e visibilità”. “E’ vero – spiega Celentano – diffido della classe politica perché ha creato impunemente i disastri che stanno affondando la vita delle persone negandogli la dignità di un lavoro, il diritto allo studio uguale per tutti, il diritto di curarsi tutti allo stesso modo. Forse i politici dovrebbero essere affiancati da filosofi e poeti per sperare di recuperare la cultura dell’onestà e della sapienza. Per tentare di ricostruire un mondo serio e illuminato”. Nelle lettere a Cattelan, Celentano scherza sulla sua paura di volare, Cattelan dice di non vedere l’ora che arrivi il Festival di Sanremo.

“Ricordo ancora la tua apparizione anni fa in sostegno a Tony Renis. Ricordo soprattutto il silenzio e l’attenzione scesi su una stanza che fino a quel momento rumoreggiava con il televisore in sottofondo – dice Cattelan – Ci regalerai ancora qualche minuto di libera imprevedibilità? E’ un ottimo modo per iniziare l’anno nuovo, spero che sia la prima di una lunga lista di sorprese”. E poi chiede a Celentano cosa direbbe ad un tedesco degli italiani: “Gli direi che siamo gente semplice. Per bene – dice Adriano – Con una gioventù che cerca con onestà e dignità la propria strada, in mezzo a mille difficoltà inaspettate e ingiuste”.

29/01/2012 – LiberoQuotidiano.it

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