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Celentano, appello a Veltroni
“Con Silvio sarà uno sfacelo”

Sul sito del Clan lettera del Molleggiato al candidato premier del Pd
“Walter ha avuto l’idea geniale di correre da solo, e sta accorciando le distanze”

“CARO Walter, mi rivolgo a te prima che a Silvio”. E’ come uno zio che ti raccomanda di guidare con prudenza, un fratello maggiore che dissuade dalla frequentazione di cattive compagnie. E’ Adriano Celentano che parla, e dal sito del Clan manda un messaggio a Veltroni. Un appello a Berlusconi, lui l’aveva già lanciato, e forse s’è sentito ignorato. “Silvio, dai un segnale che non sei più quello di ieri”, aveva detto a novembre, durante lo show di RaiUno La situazione di mia sorella non è buona. All’indomani dell’assegnazione alla “sua” Milano dell’Expo 2015, scrive al leader del Pd “prima che a Silvio, per lui è più difficile mettere in pratica una politica che va contro il suo stesso ‘immobiliarismo’. Già adesso, in nome dei più bisognosi lo sentiamo parlare di apertura dei cantieri, e non è difficile immaginare lo sfacelo a cui andremmo incontro se vincesse lui”. Veltroni invece “ha avuto la geniale idea di correre da solo” e “giorno dopo giorno stai accorciando la distanza che vi separa”.

Un appello e un monito dunque. Ma anche uno schierarsi che è solo il più recente di una lista, già consistente, di pseudo dichiarazioni di voto, o simpatie elettorali, che arrivano dal mondo della musica italiana. Anche, in certi casi, con accenti polemici. Com’è stato per Antonello Venditti. Entrato suo malgrado in campagna elettorale e uscito di corsa. Il cantautore romano ha diffidato il deputato dell’Udc Giuseppe Carmelo Drago per aver aperto la sua campagna elettorale, il 18 marzo scorso, con il brano Che fantastica storia è la vita. “Mi dispiace per Drago e per gli altri – ha spiegato – ma bisogna chiedere il permesso per usare una canzone. Anche perché, così, associ a me un’idea politica, o trai vantaggio da quello che posso rappresentare, te lo prendi. E’ grave, una sottrazione di pregio”.

“Voterò a sinistra, come sempre” ha detto invece il frontman dei Negramaro, Giuliano Sangiorgi, leader di un gruppo che non ha mai fatto canzoni “politiche”. E a chi gli chiede un commento sul “voto utile”, replica: “Sono per andare meno peggio. Non voglio il peggio. Ho paura del futuro”. E comunque, chiosa, “manca il rispetto per l’elettore”.

La campagna elettorale invece “non interessa” a Zucchero Fornaciari. Che ribadisce di non aver alcuna intenzione di prestare alla politica uno dei suoi successi né di andare a votare, cosa che “non faccio da vent’anni, non ci penso neppure”. Non canta per la politica neppure Edoardo Bennato, che però un’opinione ce l’ha: “Sono leghista anch’io, come Maroni. Però a Napoli. Penso che sia meglio rifare il Regno delle due Sicilie. E sono convinto di una cosa: l’Italia è un Paese ingovernabile, guai a chi si azzarda a pretendere di farlo”.

“Consufo” dalla politica un altro grande del rock italiano, Eugenio Finardi, che non ha mai nascosto simpatie per la sinistra: ma della politica “oggi preferisco non parlare, ma so quel che sono, un compagno liberale, progressista e laico alla Gaber”.

E se non sono gli artisti a “dichiarare”, ci pensano i candidati con le loro scelte ad associarli a una parte o all’altra. Così, se Berlusconi si è rivolto ad autori pressoché ignoti, la Rosa per l’Italia del trio Baccini-Pezzotta-Tabacci ha dato un taglio al dibattito trentennale su “Battisti è di destra o di sinistra?” piazzandolo al centro, con la scelta della sua Non sarà un’avventura.

Veltroni, lontana anni luce la melodia ulivista della Canzone popolare di Ivano Fossati, ha optato per Jovanotti e Mi fido di te, mentre per Francesco Storace e la sua candidata premier per La Destra, Daniela Santanché, non ci sono dubbi: “La canzone che ci rappresenta di più – dice l’ex governatore del Lazio – è di Gigi D’Alessio, Non mollare mai“. Come “Boia chi molla”, insomma, ma in chiave pop.

01/04/2008 – La Repubblica

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