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Casini difende Celentano: «Rai libera»

Anche Prodi e Fassino promuovono lo show del Molleggiato

An chiede le dimissioni di Meocci. No dell’Udc. Castagnetti (Margherita): «Trappola per toccare la par condicio?»

ROMA – Casini lo difende, voce isolata nella Cdl, a Fassino ha strappato un sorriso, Prodi confessa di non averlo visto ma glielo hanno comunque raccontato. Berlusconi resta in silenzio e fa parlare i suoi. Il mondo politico e Celentano, la prima incendiaria puntata di RockPolitik ha scatenato reazioni di ogni tipo nel palazzo.

CASINI IN CAMPO – In difesa del Molleggiato interviene il presidente della Camera, terza carica dello Stato. «C’è troppa agitazione in giro – spiega Casini – Vedo che si stanno agitando anche su Celentano, ma non c’è da agitarsi. Che sia bello o brutto, secondo le opinioni, a me non è dispiaciuto». Sul fronte opposto Fassino non condivide le critiche di partigianeria che lo show ha attirato su di sè: «Non si tratta comunque di un manifesto politico, ma di un’opera di satira – osserva il segretario diessino – di cui sorridere, non eversiva né pericolosa ma all’altezza del servizio pubblico». Per Prodi, che a differenza di 11 milioni di italiani non si è sintonizzato sulla Rai perché impegnato in una conferenza, si è trattato comunque di «uno show di libertá, interessante». «Quello che mi auguro – aggiunge riflessivo il Professore – che la libertá non sia data solo a Celentano».

AN CONTRO MEOCCI – Da An, per bocca di Michele Bonatesta membro della commissione di Vigilanza sulla Rai, arriva la richiesta di dimissioni del direttore generale Meocci. La replica di un’altra forza di governo come l’Udc arriva presto ed è di tutt’altro tenore: «Non capisco tutte queste polemiche su Rockpolitik e sulla presenza di Santoro. Invito gli amici del centrodestra a considerare cosa rappresentò la presenza di Santoro alle scorse elezioni politiche. Portò molta fortuna all’attuale coalizione della Cdl – dice il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè».

IL PARTITO DEL PREMIER– Da Forza Italia, nonostante l’unanimità dei commenti negativi, non parte l’affondo che si poteva prevedere. Se per il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto si tratta di un «un episodio gravissimo perché uno spettacolo di intrattenimento è stato trasformato in una trasmissione autogestita dall’ala più estrema e intollerante della sinistra per insultare in diretta televisiva gli avversari politici», il coordinatore nazionale Sandro Bondi e il capogruppo al Senato Renato Schifani sottolineano che «l’Italia è un Paese libero. Libero anche grazie a questa maggioranza, e la trasmissione di ieri ne è una ruvida ed eclatante dimostrazione». Tremonti si dice convinto che trasmissioni come quella di Celentano faranno vincere la Cdl, «perché siamo un regime di quel tipo che consente a questi di dire quelle cose».

LA TRAPPOLA – Parole che istillano un dubbio nell’Unione. A cui dà corpo Pierluigi Castagnetti: «Fiuto l’odore della grande trappola – mette in guardia il capogruppo della Margherita alla Camera – Non riesco a credere che Rai con Celentano e Mediaset con l’invito per Fassino a C’è posta per te, improvvisamente e contemporaneamente, decidano di fare regali al centrosinistra. Sospetto che si stia costruendo freddamente il pretesto per proporre la modifica della par condicio e chissà quale diluvio propagandistico a favore della destra. Lo dico ai colleghi del centrosinistra: non facciamoci ingannare dalle finte proteste di Landolfi e Bondi. Qui sotto c’è il trucco».

22/10/2005 – Corriere della Sera

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