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Bonatesta se la prende con Celentano

“A differenza dei consiglieri d’amministrazione Rai Rizzo Nervo e Curzi, pensiamo che il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, abbia ragione sul programma di Celentano: ha sollevato la questione, ha posto il problema prima che “Rockpolitik” inizi, quando si è ancora in tempo per evitare che accada qualcosa di spiacevole. Anche se un’eventuale autosospensione di Del Noce non basterebbe e ci sembrerebbe un po’ pilatesca e autoassolutoria: se un direttore di rete non conta che ci sta a fare?” E’ quanto dichiara il senatore Michele Bonatesta, componente della direzione nazionale di AN e membro della commissione di Vigilanza sulla Rai.

“In un giornale -osserva Bonatesta- non si è mai visto un redattore che ha carta bianca, che può scrivere quello che gli pare, all’insaputa del direttore, e magari contro la linea editoriale della testata. Perché si dovrebbe vederlo sul servizio pubblico radiotelevisivo pagato dagli italiani?”, si chiede il senatore.

“Noi -aggiunge- non crediamo che la libertà e l’autonomia autorale possano arrivare, possano spingersi fino ad esautorare il direttore di rete e il direttore generale, sollevandoli dai loro poteri, compiti e responsabilità. Ci vogliono dei garanti del rispetto delle leggi, delle normative e delle regole. Che valgono per tutti, per un Vasco Rossi, il quale non può pensare di andare in Rai a veicolare messaggi a favore della legalizzazione della cannabis, e per un Celentano, il quale non può pretendere che il suo programma sia un porto franco. Chi parla ed agisce senza essere gravato da responsabilità, -rimarca l’esponente di AN- parla ed agisce, di fatto, da irresponsabile. In fondo, come sempre, specie sul servizio pubblico radiotelevisivo finanziato dai contribuenti, è una questione di equilibrio, di imparzialità: se davvero il Molleggiato vuole invitare Biagi, Santoro, Luttazzi, Sabina Guzzanti e Paolo Rossi, allora è chiaro quale direzione a senso unico intende prendere e dove vuole andare a parare. Il suo programma -conclude Bonatesta- sarebbe poco “rock” e molto “politik”. Faziosamente “politik”.

12/10/2005 – TusciaWeb.it

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