Benigni: un successo lo spettacolo a Milano
MILANO – Tra sacro e profano e una ascesi dal “Medioevo dei giorni nostri” fatto di scandali e politici, alle altezze delle terzine dantesche: è lo show con cui Roberto Benigni ha debuttato ieri sera al Palasharp. Tutto esaurito il teatro con in prima fila, tra gli altri, il sindaco di Milano Letizia Moratti, Adriano Celentano, Emilio Fede e Antonio Marano.
Introdotto da una marcetta trionfale, accolto da applausi a scena aperta, il comico ha dato il via al suo ‘Tutto Dante’ con una scherzosa dedica a Milano e alle sue grandi famiglie: “i Visconti, gli Sforza, i Moratti, i Pillitteri, i Craxi e i Berlusconi” e ai suoi luoghi celebri “Leonardo in piazza della Scala, Sgarbi a Palazzo Marino, l’Hollywood con Lele Mora e le sue vallette”.
“Con questa situazione volevo fare una serata qui, ma ci sono prezzi tremendi: 5 mila euro per fare l’amore e poi, se ti fa male il pisellino, altri 4 mila euro – ha scherzato alludendo a un recente fatto di cronaca – per l’ urologo”. Con il quinto canto dell’Inferno dedicato ai lussuriosi, al centro dello spettacolo, Benigni ha dedicato la prima parte dello show, quella imperniata sull’attualità, allo scandalo delle foto Vip a partire dal caso più eclatante. “Povero Sircana – ha esclamato -. Quando gli hanno detto quelle cose si é sentito male. Ci credo: è roba da entrare in trans”.
“Prendiamo uno noto come Fede – presente in prima fila con Raffaella Zardo -: gli potrebbero rovinare la vita. Mettiamo che esca una sera con cinque trans, una pecora, una bambola gonfiabile e che lo fotografino. Come ne esce? Quando torna a casa la sera dall’unica persona a cui è sempre stato fedele, cioé Silvio Berlusconi, cosa gli dice?”. Con ironia Benigni ha fatto notare che “ieri è stato liberato Mastrogiacomo. Ho acceso la televisione e da Vespa e da Mentana si parlava solo di Vallettopoli con le stesse persone: Belpietro, Mastella e Veltri. Ho chiamato un amico gli ho detto ‘Oh Padre Pio, e’ l’ubiquità “.
In questa faccenda di scandali Vip, l’unico ad averci guadagnato, secondo Benigni è “Silvio: é sempre un affarista. Ha ritirato le foto della figlia e le ha pagate 20mila euro, poi le ha vendute per 50mila euro a ‘Chi’ e per 100mila a Vespa. Così ci ha guadagnato 130mila euro. Adesso tutte le sere chiama Barbara e le dice: ‘ma esci questa sera, cosa ci fai a casa a guardare il Grande Fratello?”. Con Vallettopoli, ha notato Benigni, la politica si è come fermata, ma “prima è caduto il governo Prodi, anche se in piedi non lo avevo mai visto. In Italia ci sono stati barbari di tutti i tipi: Napoleone, 40 anni di Dc, 5 di Berlusconi, siamo indistruttibili. Ma Prodi è cascato in terra e c’é stata subito la reazione immediata di Berlusconi che ha riunito i vertici di partito: Bondi, Yespica e Apicella”.
Prima ancora, ha ricordato il comico, c’era stata la Commissione Mitrokhin “che voleva dimostrare che Prodi era una spia del Kgb. Ma avete visto che faccia? E’ come dire che Luxuria è una spia del Vaticano”. Da Prodi, l’attore è tornato al suo argomento preferito, Berlusconi, implorandolo: “Silvio torna. Senza di te noi comici siamo rovinati. Io mi sono buttato su Dante, e Paolo Rossi sulla musica. Sulla politica, però, ha avuto la meglio la lussuria, protagonista delle intercettazioni e delle foto dei ricatti: “quello è il bugio, ma c’é anche una lussuria luminosa”. E’ quella di Tristano e Isotta, di Paolo e Francesca nobilitata dalle terzine dantesche e non svilita dal pettegolezzo “che è la prostituzione della poesia”, il cui compito invece è di “stupire e divertire”. Come ha tentato di fare con grande successo stasera, giocando tra sacro e profano, il comico toscano.
21/03/2007 – ANSA