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Adriano, indiano sognatore

Ecco la canzone che Paolo Conte ha scritto per Celentano

ROMA – Il primo segno “artistico”? del nuovo e prossimo ritorno in tv di Adriano Celentano è una canzone fatta di «bisbigli antichi», suoni d’epoca immersi nella magia sospesa di una musica lontana. È il mondo di Paolo Conte che incrocia quello astruso e astratto di un vecchio amico che non frequentava più dai tempi di Azzurro. L’indiano («affascinato dal mistero fragile e solenne») della canzone forse è lo stesso Celentano a cui l’autore viene a dare manforte in modo discreto fra le maglie dell’arrangiamento musicale armato del suo kazoo. Uno scambio di simpatie e citazioni (il verso «il Paradiso è un cavallo bianco che non suda mai» è il titolo di un libro del Molleggiato), mentre Adriano si cala nel clima delle canzoni senza disfare il brano, giocando a cantare con i toni scuri cari all’amico, lasciando intatto il richiamo ad altri pezzi (Aguaplano, Alle prese con una verde milonga) perfino nell’arrangiamento curato personalmente assieme a Celso Valli.
Inserito come primo titolo di un repackaging dell’ultimo album di Adriano (che esce oggi), C’è sempre un motivo (versione dual: prima facciata il cd, seconda un dvd con una serie di videoclip), L’indiano con il suo richiamo poetico alla libertà d’espressione dovrebbe rappresentare una sorta di filo musicale delle quattro puntate di Rockpolitik, varietà (e qualcosa di più) che Raiuno si appresta a mandare in onda (controvoglia) dal prossimo 20 ottobre. Così, proprio ieri, il direttore di Raiuno Del Noce ha annunciato di voler andare a una delle prove dello show nella prossima settimana: «Vorrei saperne di più anch’io. Nonostante il prestigio dell’ artista, il controllo editoriale è fondamentale. È assurdo stare a elemosinare notizie. Per come stanno le cose, se Celentano invitasse Bush lo saprei dalla Casa Bianca» ha commentato polemico il direttore di Raiuno, che già in passato si era detto in disaccordo con la libertà totale che il contratto concede al Molleggiato. Del resto, questo è il modo in cui ha sempre lavorato Adriano. È l’unico modo in cui si diverte a farlo, chiuso nel suo laboratorio, rifiutando ingerenze, cercando anzi di gettare fumo sulla sua attività. Così, ecco fiorire notizie e leggende sui suoi ospiti: detto che Ligabue, Benigni e Teocoli ci saranno, che forse arriverà Conte, che non ci sarà Grillo che ha detto di no, ecco che il tema del programma la libertà d’espressione ha sollevato un polverone di indiscrezioni fino (qualcuno lo ha fatto) a ipotizzare la presenza nellon studio di brugherio del subcomandante Marcos.
Intanto parte il nuovo spot che lancia il programma. Nel cartone animato venogno inserite immagini di guerra e il pianto a dirotto di un bambino africano. La fame, le guerre e sul finale anche gli effetti devastanti della natura, come quelli provocati da un uragano. Il mappamondo gira mostrando i focolai delle tante guerre in corso nel pianeta. Verso la fine appare per alcuni secondi anche un cattivo che sogghigna beandosi di tante tragedie dall’alto di un grattacielo sormontato da una parabola satellitare.

di Marco Molendini

07/10/2005 – Il Messaggero

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