ACfans

«Sì, Alex e Moratti sono rock»

«Del Piero grande, chi ha lasciato la Juve no. Da interista, non voglio quello scudetto. Guido Rossi è super. E ha difeso Lippi»

Adriano CELENTANO
Intervista esclusiva sul calcio con il Molleggiato: una pioggia di straordinarie provocazioni

Adriano Celentano sorride e punge. Potrebbe essere arrabbiato. Ma non si capisce. Il dialogo è frutto di una conversazione a spot durata per un paio di giorni con continui aggiornamenti sui fatti di cronaca e continue aggiunte e ritocchi alle riflessioni dell’Artista. A Celentano il calcio piace: ha sofferto il suo Mondiale, il Mondiale di tutta Italia, davanti alla tv con Claudia Mori, staccando il telefono di casa per potersi gustare meglio le partite. Perché il calcio che lui immaginava pulito, pulito non era. Se attorno ai prati della via Gluck sono cresciute le case, intorno ai campi verdi degli stadi ha allungato le sue spire la piovra che ha rischiato di strangolare la passione della gente. Prima il cemento minacciava la campagna, ora la smania di potere minaccia il mondo delle avventure di ogni ragazzo: il gioco del calcio. Dopo lo choc dell’estate più incredibile, Adriano Celentano ha sognato che il calcio sarebbe potuto diventare di nuovo pulito. Per questo sta appoggiando la stagione delle riforme e dei cambiamenti, l’era della vera e sofferta pulizia. Ma ha paura di restare deluso un’altra volta. E allora racconta, sul filo della favola, della provocazione il suo calcio. Il calcio lo vede da Artista e da Visionario, ma è una visione davvero molto prossima al sentire comune della gente. E’ un elogio dello sport e della lealtà, surreale e concreto, da innamorato ferito. Che lotta e sogna, lotta e sorride. Come ogni visionario che ha la pretesa di cambiare il mondo.
Intervista di Bruno Bartolozzi

LA SCHEDA
Quel ragazzo della via Gluck asso pigliatutto

Adriano Celentano nasce a Milano al numero 14 della mitica ‘via Gluck’ il 6 gennaio 1938, da genitori pugliesi trasferitisi al nord per lavoro; a Milano Adriano trascorre l’infanzia e l’adolescenza; lasciata la scuola svolge diversi lavori, l’ultimo e il più amato è quello di orologiaio.
Nei ’50 esplode come cantante, il suo primo successo è “Il tuo bacio è come un rock”, del ’59. Nel ’61 fonda il Clan, primo italiano a autoprodursi. Nel ’64 sposa Claudia Mori (insieme vinceranno il Festival nel ’70 e interpreteranno Rugantino nel ’73). Nel ’66 a Sanremo sorprende tutti con “Il ragazzo della via Gluck”. Nel 1968 nasce la figlia Rosalinda, incide Azzurro, debutta nel cinema d’autore con Serafino. Tedeschi, sovietici, francesi ed europei in genere impazziscono per lui. Nel 1972 esce “Prisencolinensinanciusol”, vero e proprio primo rap mondiale. Tra il ’70 e metà degli ’80 si afferma come attore e campione d’incassi (Yuppi Du, Mani di velluto, Qua la mano, Il bisbetico domato, Innamorato pazzo, Asso, Bingo Bongo, Segni particolari bellissimo).
Durante gli anni ’90 vende ancora milioni di dischi (uno in coppia con Mina). Nel 2002 arriva il suo show su Raiuno “125 milioni di caz..te”. Il suo ultimo spettacolo tv è stato “Rockpolitik”, ottobre 2005, non ha mancato di suscitare grandi polemiche e dibattiti, oltre a raccogliere dati di ascolto straordinari.

NOSTRA INTERVISTA

Maestro, lei che è un grande interista come ha vissuto l’estate di Calciopoli e dei processi?

«Non vorrei deluderla, ma non sono maestro… Per quanto riguarda il mondo del calcio devo dire che, complessivamente, imbrogli compresi, è stata ed è una partita appassionante su tutti i fronti… Intercettazioni telefoniche, dirigenti che tramavano, giocatori puliti che vincevano, arbitri che assegnavano rigori anche dopo il fischio finale. Ma, soprattutto, speranza di vedere una partita senza immaginare che dietro quello che vediamo, c’è dell’altro…

Chi è stato condannato ha cercato di far ricorso al Tar per sovvertire il verdetto della giustizia sportiva, ma il Tar, almeno nel caso di Giraudo e di Moggi, ha risposto no. Adesso vorrebbe insistere la Juventus…

«La cosa che mi ha sconcertato è stata l’enorme disparità tra quella che è stata la prima sentenza (quella della Caf, ndr) e quella dopo il ricorso in appello. La prima, a torto o a ragione, aveva retrocesso in B tre squadre: la Juventus, la Fiorentina e la Lazio. Dopo l’appello e la sorpresa di vedere quasi completamente invalidata la prima sentenza, si è avuta la sensazione che, oltre a riportare in serie A le squadre retrocesse, come punizione per tutti i casini avvenuti nel mondo del calcio, vogliano trasferire in A anche tutte le squadre della serie B, in modo che la prossima volta, essendoci solo la serie A, perché la serie B si è estinta, si può imbrogliare come si vuole e far vincere il campionato a chi è stato più scorretto…

Cosa pensa di Guido Rossi?

«Penso che Guido Rossi sia la persona giusta per fare un po’ di chiarezza e ridisegnare sul “viale della pulizia” non soltanto il mondo del calcio, ma tutto lo sport… Quindi la cosa più urgente da fare adesso, è quella di mandare immediatamente non in serie B, ma in serie Q tutti quelli che vogliono intralciarlo affinché sia lasciato libero di continuare ciò che ha cominciato con grande senso di responsabilità. Fra l’altro ha contribuito a vincere i mondiali… Pensi se al posto di Lippi ci fosse stato un altro…»

Per cui, anche in Italia, deve valere la regola che se uno sbaglia deve pagare?

«Sono state commesse delle irregolarità che purtroppo vanno contro la “sportività” dell’uomo sportivo, che dopo questi fatti si sente sportivo, ma non sa di quale squadra… Per cui, anche non volendo, si è obbligati a non farla finire a biscottini e… Come si dice? Quelle cose che si prendono col vino…

A tarallucci e vino voleva dire?

« Esatto, non mi veniva… a tarallucci e vino… Come per esempio un Taralluccio molto sbagliato, anche se io sono interista, è stato quello di Moratti. Lui doveva rifiutare lo scudetto che gli hanno assegnato. Cosa me ne faccio, io tifoso, ad esempio, di una vittoria ricevuta tre o quattro anni dopo? Dovrei andare in giro per casa e dire “ohe, lo sai che abbiamo vinto lo scudetto?”. “Ma quando?”. “Tre o quattro anni fa…”. Moratti aveva già vinto il suo scudetto. L’aveva vinto per la sua netta distinzione da quelli che manipolano e per la sua onestà sportiva. Non aveva bisogno di questa carta bollata, e tanto meno ne avevamo bisogno noi tifosi. Se fossi stato in lui non solo avrei rifiutato lo scudetto, ma avrei chiesto a Guido Rossi di mandare in B anche l’Inter… Per battere la Juventus… Questa è l’Inter, perché l’Inter è una squadra diversa… Non c’è nessuna squadra che riesce a vincere, come ha fatto l’Inter, con solo otto giocatori in campo e a perdere quando invece sono in dodici con i migliori calciatori del mondo… Solo l’Inter riesce… e noi siamo orgogliosi… perché siamo diversi.»

Del Piero è rimasto alla Juventus anche in serie B. Del Piero è rock? E chi è andato via com’è? Come sono Capello, Cannavaro e gli altri?

«Del Piero è un grande, quindi più che rock. Ha dimostrato di essere un campione vero, di essere quello che la gente si aspetta quando crede nel suo idolo. Aver seguito la squadra in B è il grande epilogo di un grande mondiale vinto. L’abilità di questo giocatore, il cuore e le sue capacità sono state premiate con il mondiale e saranno premiate sempre di più dal riconoscimento della gente per aver rispettato la propria storia fino in fondo.»

E chi è andato via?

«Chi ha chiesto di essere ceduto ha perso una grande occasione per dimostrare che non stava facendo dello sport soltanto con i piedi, ma anche con il cuore. Purtroppo ha prevalso la voce dell’ingaggio, la seduzione dei compratori che ti fa sentire grande… e non ti accorgi, invece, che stai diventando un microbo o addirittura inesistente. Anche se un attimo prima hai segnato il gol decisivo…»

Quindi, per lei, poteva essere una favola fantastica. E invece si è persa un’occasione…

«Sì, poteva essere una favola fantastica quella della Juve. La più chiacchierata ma al tempo stesso la squadra più forte, tant’è che mezza nazionale era fatta da calciatori bianconeri. Tra manipolazioni, abilità e intercettazioni si erano create le condizioni per cui gli Astri la posizionavano su ciò che poteva essere un vero e proprio salto storico. E che non ha precedenti nella storia del calcio: i giocatori vincono il campionato, qualcuno imbroglia, non loro, ma gli tolgono lo scudetto. Ma l’avevano vinto anche l’anno prima. Cinque di loro assieme agli altri vincono i mondiali. L’Italia va in visibilio. Guido Rossi commosso premia la nazionale mentre in tutta Italia si festeggia la grande vittoria… pianto disperato di tutte le nazioni sconfitte e di chi li rappresenta. A partire da Michel Platini che aveva esordito con quella sua “Cazzata colossale” secondo cui i mondiali li avremmo vinti fra dieci anni. Subito dopo i festeggiamenti… ed ecco il responso di Guido Rossi che, nuovamente commosso, spedisce la squadra più forte d’Italia in serie B con 30 punti di svantaggio… Beh è fantastico!… Finalmente una nuova Italia! Tutto questo è emozionante perché i giocatori sono forti, loro non imbrogliano, però c’è qualcuno che ha imbrogliato per loro e quindi devono andare in B… Non so cosa ne pensa lei, ma secondo me siamo di fronte a un triplo salto mortale dell’Italia, quella vera, quella che non imbroglia, che paga le tasse e vince i Mondiali per andare in B… e qui comincia il sogno: l’anno dopo la Juventus avrebbe vinto il campionato di B stravincendo e, subito dopo, senza imbroglio, anche quello di serie A, e la nuova nazionale sarebbe stata composta da tutti e undici giocatori della Juventus, trionfando anche ai prossimi mondiali, acclamati da tutto il mondo che li vuole Santi… Ma qui il sogno s’interrompe… La Corte federale ci ha svegliati di soprassalto… Ed è pure tornato Matarrese.»

Torniamo al giudizio sui calciatori della Juventus. Quelli rimasti, bravi, anzi grandi. Giudizio negativo su quelli che sono partiti. E questo giudizio vale anche per chi è arrivato all’Inter? Vieira e Ibrahimovic? E si parla anche di Camoranesi, adesso.

«Certo. Avrebbero dovuto rimanere alla Juventus e testimoniare la loro bravura e soprattutto la non dipendenza da ciò che accadeva alle loro spalle… I giocatori della Juventus avrebbero dovuto riunirsi segretamente in una cantina senza manager, allenatori o presidenti e, in quella sede, sancire la nascita di una nuova rivoluzione: quella della “trasparenza”.»

E i tifosi che protestano contro le sentenze?

«Mi è spiaciuto… Non si accorgevano che quella protesta era un boomerang contro di loro, contro la loro sportività. I tifosi devono essere i primi a combattere questo malcostume e non aver paura se i loro idoli, per colpa di altri, finiscono in B o in C… Il vero tifoso va a testa alta, è quello che riconosce la forza dell’avversario e che protesta, invece, per quelli che portano la violenza negli stadi. Ma loro non lo fanno mai… Forse preferiscono la storia del vino e dei…»

… dei tarallucci. E di quei potenti, imprenditori, ministri che hanno persino protestato o aizzato le folle contro le sentenze, un po’ alla stessa maniera di quei ricchi imprenditori di grido, manager e non, che hanno innescato una rivolta contro il presidente della Sardegna?

«Se uno diventa ricco e vuole fare il bagno nello smeraldo della Sardegna, lo può fare. E’ bellissimo e non costa niente. I poveri della Sardegna sono contenti di fare il bagno assieme ai ricchi, perché sono accoglienti e non chiedono neanche un prestito. Però se i ricchi arrivano con una barca grande che occupa lo spazio di una trentina di poveri, allora è giusto pagare una tassa. Bravo Soru.»

Ci siamo capiti…. Ancora Mondiali. Ha visto Materazzi e Zidane? Se Del Piero è rock, Zidane è… lento, ma poi mica tanto: con la testa è stato veloce…

«Non credevo ai miei occhi… E’ incredibile come uno possa cadere così in basso. Qualunque cosa gli abbia detto Materazzi, non giustifca un gesto del genere. In un attimo il suo bel gioco e la sua classe vanno a farsi friggere. Una macchia contro di lui, ma soprattutto contro il suo paese e contro il governo francese in special modo, che ha cercato di minimizzare la trave che gli entrava negli occhi… Chirac ha voluto premiare il giocatore che ha sparato in fronte a tutti i francesi…»

Che farà l’Inter quest’anno?

«Dipende… Se la serie B sarà estinta e Ronaldo andrà al Milan, l’Inter vincerà il campionato. Altrimenti perderemo.»

24/08/2006 – Corriere dello Sport

Exit mobile version