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«A Milano c’è troppo cemento Ma il Parco Sempione è bello»

Celentano: Il Pgt? Non mi aspetto di trovarci un granché

MILANO- Il Pgt? «Non l’ho ancora letto, ma lo studierò bene». Una promessa o una minaccia non è dato sapere. Ma il tono di voce è di quelli che fanno presagire critiche in agguato per l’amministrazione. Adriano Celentano però, prima di continuare, spiega, quasi stupito, che a Milano non è tutto brutto. Anzi. C’è una parte della città che ha scoperto da poco: il Parco Sempione. «Non ci andavo da anni, ed è veramente bellissimo. Curato. Non me lo aspettavo di ritrovarlo così cambiato. L’ultima volta che ci sono andato era molto diverso». Come può esserlo il volto di una città durante la pausa estiva.

Quello del cantante è, in parte, un agosto milanese. Almeno per questa settimana a cavallo di Ferragosto. All’ombra della Madonnina si divide tra camminate e tempo da dedicare alla famiglia. Intanto guarda, osserva. E si prepara a settembre. Magari anche a nuove battaglie. E magari a quella a lui più cara: l’ambiente, da tutelare contro «i cementificatori». Quello che bisognerebbe fosse più nel cuore dei cittadini. Quindi il Piano di Governo del Territorio (adottato il 14 luglio scorso dal consiglio comunale) sarà vagliato, analizzato dai cittadini che potranno presentare osservazioni. E anche da lui. Celentano, però, rimane scettico: «Non mi aspetto di trovarci un granché se non nuovi palazzi, grattacieli, costruzioni». Il piano prevede anche parchi, giardini. Insomma, nuovo verde. «Quale? Verticale o orizzontale», scherza per un attimo. Poi torna subito serio: «Può anche essere. Ma è diventato solo un abbaglio. Un pretesto. Dicono di piantare alberi da qualche parte e intanto costruiscono in un’altra area». Già nel 2008 aveva descritto Formigoni e la Moratti tra i tanti «genitori del Frankenstein dell’edilizia». Critiche spesso urlate dalle colonne dei giornali, per difendere angoli «unici» come lo è il Parco Sud. Ma non è finita qui. Perché «l’operazione è sempre la stessa: mettono in banca i metri cubi equivalenti dell’area da costruire. Poi quando c’è l’occasione tirano fuori e li usano da qualche altra parte». Una cosa vuole sottolineare. Quasi a difendere la città. «Oramai è così dovunque. In tutto il mondo sembra ci sia questa necessità di allargarsi».

Insomma, Milano non è la sola ad avere bisogno di una nuova «sensibilità ambientale». E il pensiero corre già alla politica e alle Comunali. «Io candidato sindaco? Era una battuta di Mario Capanna». Già, però è dal 13 maggio (data di presentazione del libro del politico in cui si è ventilata questa ipotesi), che in molti ci sperano. Gruppi su Facebook e sui social network. Risposte di politici più o meno possibiliste. Celentano sorride. Chi gli è vicino dice che a furia di raccontarla questa storia, potrebbe candidarsi davvero. Lui, però, scuote la testa. Nega. Non lascia spazio al dibattito. «Sarebbe troppo complicato. Non ho il carattere giusto. Se fossi eletto, la prima cosa che farei è distruggere i tre quarti dei grattacieli costruiti negli ultimi anni». Quindi, per adesso, si ritaglierà solo del tempo per leggere «bene» il Pgt, perché «ne so ancora troppo poco».

Benedetta Argentieri

20/08/2010 – Corriere della Sera

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