«Raiuno è pronta a vincere. Aspetto Benigni e Celentano»
Il direttore Del Noce: «Vorrei che Roberto facesse un nuovo Dante. Con Adriano ho polemizzato ma resta un grande. Nel 2007 avremo la Ventura e forse Fiorello»
Di Tiziana Lupi
Più che una conferenza stampa per la presentazione del palinsesto autunnale, quella tenuta dal direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce ieri mattina sembrava un incontro di commiato. Vuoi per il cambio di vertice del Tg1 avvenuto solo ventiquattr’ore prima, vuoi per la questione sempre aperta delle nuove nomine che il Consiglio di Amministrazione della Rai potrebbe fare nei prossimi giorni, vuoi perché, in fondo, è sempre meglio mettere le mani avanti per non cadere indietro, Del Noce ha sorvolato sui programmi dell’autunno 2006 (peraltro già presentati a Cannes, lo scorso mese di giugno, alla presenza degli inserzionisti pubblicitari) e si è concentrato sul bilancio dei quattro anni e mezzo della sua direzione. Non prima, però, di avere annunciato l’arrivo di Simona Ventura (a gennaio 2007, con un varietà del sabato sera targato Ballandi), auspicato il ritorno di Roberto Benigni (al quale affidare, dopo la lettura dell’ultimo canto del Paradiso di Dante, quella del primo dell’Inferno) e, magari, anche quello di Adriano Celentano («È un artista difficilissimo da gestire ma di grandi risultati. Se avesse intenzione di rifare il suo programma dovrebbe solo farsi avanti»), e sognato un nuovo grande show di Fiorello. Partendo dalle fiction prossimamente in onda (nell’ordine: Joe Petrosino, Giovanni Falcone e Papa Luciani), dal nuovo programma di Gianni Morandi («che promette bene») e da L’eredità («che ci sta dando grandi soddisfazioni e ci permette di lasciare il Tg1 ad uno share doppio del Tg5»), Del Noce ha detto: «Siamo pronti per una stagione nella quale vorremmo vincere ancora una volta contro il nostro concorrente. Siamo consapevoli della forza del palinsesto del nostro competitor ma siamo ottimisti». In virtù, soprattutto, dei risultati ottenuti nelle stagioni precedenti: «I sei periodi di garanzia consecutivi vinti fino ad oggi sono un record difficilmente battibile». Per questo, sotto la spada di Damocle di u na direzione in via di scadenza (ma c’è chi sostiene che rimarrà almeno fino a marzo), Del Noce riesce ugualmente a dirsi «tranquillo grazie al lavoro che ho fatto. Continuo a lavorare con lo stesso impegno e la stessa grinta di quando mi sono insediato. Il desiderio è lasciare una rete in salute come è oggi. Quando? Sarà il CdA a decidere, questi non sono incarichi a tempo determinato e non dipendono dai risultati raggiunti». L’orgoglio di Del Noce è accresciuto dalla convinzione di avere «ottenuto questi risultati rispettando una linea editoriale attenta al nostro pubblico. Non abbiamo mai fatto reality, né usato provocazioni, volgarità o gossip eccessivo». E a chi prova a ricordargli, una su tutte, la squallida performance dei due litiganti Pappalardo-Zequila avvenuta a Domenica in, Del Noce ribatte: «Se qualcosa è scappato, è stato un incidente di percorso che abbiamo subito circoscritto per evitare che si ripetesse». Anche lo scandalo estivo di “Vallettopoli” è già archiviato nel dimenticatoio: «Non ha riguardato Raiuno» assicura il direttore, trascurando la scomparsa dai palinsesti della sua rete di personaggi coinvolti in quella vicenda come Malgioglio e Monsè. Una sola cosa sembra, invece, toccarlo: «La mia militanza in Forza Italia (è stato deputato, ndr) e, soprattutto, la mia amicizia personale con Silvio Berlusconi mi portano più antipatie che simpatie. Non ne conosco il motivo e non capisco perché, invece, vada bene essere amici di Prodi».
15/09/2006 – Avvenire