Al Bano: “Ho cantato per molti potenti ma niente è come Sanremo”
L’artista in gara al Festival per la quindicesima volta (un record): “La vera adrenalina è solo qui”.
di Paolo Giordano
Per lui sarà la quindicesima volta, praticamente un record perché nessuno ha fatto meglio. Al Bano arriva al Festival di Sanremo dopo due infarti («Io due stent, Gentiloni uno solo») ma, come scandisce parola per parola, «la paura e il pessimismo non sono nel mio dizionario». Canterà Di rose e di spine e sarà comunque uno dei protagonisti dell’Ariston, ci potete scommettere: «Due anni fa con Romina abbiamo fatto il 64 per cento di share. Stavolta da solo punto almeno al 60», scherza.
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A Sanremo, nella serata delle cover, canterà Pregherò di Celentano.
«Pochi ricordano che io ho iniziato nella casa discografica di Celentano».
Il Clan?
«No, era quella di suo fratello, la Fantasy. Vivevo a Milano, facevo il metalmeccanico ma ero in cassa integrazione e lavoravo soltanto 3 giorni alla settimana. Negli altri cantavo. Le mie prime serate sono state proprio con Celentano in Lombardia, poi in Irpinia, a Sora, in Puglia. Era la metà degli anni Sessanta e io avevo svoltato».
Potrebbe invitarlo a cantare con lei Pregherò.
«Sarebbe il mio sogno ma non credo il suo. Però ricordo benissimo i miei inizi nella sua squadra. Alla sera, dopo il concerto, ci ritrovavamo tutti a tavola. Io ero un ragazzino e mi bevevo tutte le parole della tavolata. Dopo un po’ mi sono accorto che, finché restava lui a tavola, tutti lo ricoprivano di complimenti. Appena si alzava, iniziavano a dire carognate sul suo conto. Lì mi sono detto: Caro Al Bano questo è il mondo che ti aspetta».
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16/01/2017 – Il Giornale