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I fulmini di Celentano – Il silenzio di Lupi è il canto dello sfacelo

I “MOSTRI” SULLA LAGUNA E I PERICOLI PER VENEZIA: LE RESPONSABILITÀ DELL’ATTUALE MINISTRO E IL SUO COLPEVOLE TACERE, LE BATTUTACCE DEL PRESIDENTE DEL PORTO PAOLO COSTA E IL DECRETO CON “SORPRESA” DI PASSERA E CLINI

di Adriano Celentano

Ricordo quando facevo Fantastico. Quel Fantastico storico che sconvolse la televisione, che ancora adesso non si è ripresa e mai si riprenderà, come non si è ripreso il mondo politico, vista la presenza sul mercato di personaggi come il sig. Paolo Costa, Presidente dell’Autorità portuale di Venezia. Mi scuserà sig. “Autorità” se, per quanto riguarda la sua immagine, mi sono permesso di chiedere al Fatto Quotidiano di scegliere una foto diversa da quella pubblicata l’altro ieri. Non perché lei stia male, anzi, solo che l’espressione è un po’ troppo benevola. Non corrisponde, secondo me, al suo animo DISTRUTTIVO. Lei non solo non vuole bloccare il passaggio di quei MOSTRI sulla Laguna di Venezia, ma vuole addirittura scavare un altro canale. Lei forse non lo sa, ma è fuori tempo, sig. Costa. Come da tempo sono fuori tempo tutti i governi sia “destri” che “sinistri” i quali se ne guardano bene dal fermare la lenta (ma ora non più tanto lenta) e inesorabile EROSIONE che quei MOSTRI provocano alle fondamenta dei VENEZIANI.

Lei, sig. Costa, dovrebbe ringraziarmi anziché dire battute della guerra del ’15-’18. Sa quanti politici mi hanno detto la sua battuta durante quel Fantastico di 25 anni fa? Chiamavano Claudia al telefono e dolcemente la minacciavano dicendole: “Dica a suo marito che è meglio per lui se canta anziché parlare”. Per cui, se io non canto, è perché la sto aiutando. La sto aiutando a correre ai ripari prima che si verifichi un’altra tragedia come quella del Giglio. Ecco perché dovrebbe ringraziarmi, come io invece devo ringraziare il governatore Zaia per essere tra quelli che combattono quel pericolo, assieme a Cacciari e al sindaco Giorgio Orsoni che da tempo la spinge a desistere dagli sciagurati propositi a cui lei va incontro. Dovrebbe ringraziarmi perché sto tentando di farle capire che il tempo sta per scadere. Non si può più parlare in termini IPOCRITI, nascondendosi fino alla nausea dietro frasi come: “ma dà lavoro a tanta gente”; o peggio ancora: “è per il prestigio di Venezia”; o addirittura, dietro il madornale inganno nel quale Enrico Bondi, nominato Commissario straordinario dell’Ilva, tentò di intrappolare i cittadini di Taranto quando, inoltrò una lettera al presidente della Puglia Nichi Vendola in cui si escludeva in modo categorico una connessione tra i veleni emessi dallo stabilimento industriale e l’alta percentuale dei tumori, attribuendo le cause di quest’ultima all’alcool e al tabacco. È come dire che la peste dei Promessi sposi scoppiata nel 1629 era dovuta al “tango argentino” ballato da due brianzoli e non alle tragedie della guerra e alle scarse condizioni igieniche che causarono l’epidemia.
Per quanto ancora potrete usare questi ingannevoli stratagemmi solo al fine di mantenere il vostro CULO saldamente INCROSTATO alla poltrona? Quando vi deciderete ad approfittare dei vostri posti di comando per instaurare la vera TRASPARENZA nell’interesse dei cittadini e non scambi di potere finalizzati alla sola idea di restare in sella ad ogni costo, anche se la sella puzza e manda cattivo odore non a voi ma ai cittadini che soccombono per le vostre angherie, come quelle che stanno subendo i veneziani?
Mi domando a quale tipo di pressione erano sottoposti gli allora ministri Passera e Clini del governo Monti, quando partorirono il geniale decreto con “sorpresa” che dice che nessuna nave superiore alle 40mila tonnellate di stazza (già queste sufficienti a danneggiare Venezia) può avvicinarsi alle coste. Sembra che l’ipotesi più probabile ad accendere la strana illuminazione dei due ministri sia stata la tragedia del Giglio. In ritardo, ma è pur sempre una pressione.

Equali privilegi, invece, hanno indotto i due corsari ad aggiungere al decreto una DEROGA speciale per la città di Venezia? Praticamente le cose ora stanno così: il decreto proibisce ai porti di tutt’Italia l’avvicinamento alle coste di una nave superiore alle 40mila tonnellate, ma a Venezia no. A Venezia possono liberamente passeggiare navi di 140mila tonnellate. Altrimenti come fanno a distruggerla? E il silenzio del ministro Lupi è il canto dello sfacelo.

09/08/2013 – Il Fatto Quotidiano

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