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Ecologia, corruzione, fede: le verità di Adriano

I successi di Celentano – Quattro cd con tre inediti. «Papa Francesco è un dono di Dio, l’ho capito da quel primo Buonasera»

«In Italia troppo malaffare. Ritiro dalle scene? Non lo annuncerei mai»

Celentano non molla. Non molla la carriera. E non molla le sue battaglie, prima di tutte quella per il verde e l’ambiente.
All’addio il Molleggiato non ci pensa. E lo liquida con ironia. «Non credo che mi rivedrete presto in tv, ma non è nella mia natura pensare a qualunque tipo di addio e comunque non lo annuncerei. Mi darebbe tanto l’idea di annunciare una cosa di vitale importanza per l’umanità che non vede l’ora invece di sbarazzarsi di tutti i cantanti», racconta alla vigilia dell’uscita di «…Adriano», un cofanetto con tre cd che raccolgono una cinquantina di brani dalla sua carriera e tre inediti, e un quarto con il concerto all’Arena dell’anno scorso. Quello fu un ritorno dal vivo dopo 18 anni. Manca da più tempo, invece, Mina. Sarebbe l’unico in grado di convincerla. «Mi piacerebbe ma le voglio così bene che non mi permetterei mai. A parte che la mia sorellina Mina è una tosta e quando prende una decisione non mi risulta torni indietro. Se è felice così perché insistere? Tanto la sua grandezza rimane la stessa».
Una delle inedite, «Mai nella vita», musica di Riccardo Cocciante, ha un testo di Pasquale Panella su quei momenti in cui ci si sente andare alla deriva. Sarà accaduto anche a lui… «Alla deriva… mai. Come a tutti, credo, anche a me sarà capitato qualche volta un certo smarrimento e in quel caso è inutile cercare aiuto nelle proprie forze e così mi sono affidato a Dio. Quindi non potevo che uscirne bene», risponde. A proposito di Dio. Adriano è sempre stato uomo dal pensiero (e dal monologo) religioso. Non per nulla si è preso del «telepredicatore». Uomo di fede, ma non per forza di Chiesa, istituzione spesso pizzicata come nel monologo di Sanremo 2012. Il nuovo pontefice, però, lo convince. «Papa Francesco è soprattutto un dono di Dio — commenta —. Appena è apparso al balcone la prima volta e scrutava in silenzio la folla ho pensato: “E adesso cosa dirà?”. E lui, guardandoci tutti… specialmente me, ha detto: “Buonasera”!. Da lì ho capito che stava per iniziare una storia nuova».
«Ti fai del male», pubblicata sul blog personale prima delle elezioni, è un inno antipolitica, ma ci sono anche parole dure sul femminicidio. «Ci sono uomini orrendi che ancora credono di essere i padroni delle proprie donne, mogli, figlie… ignorando invece che non lo sono neanche di loro stessi — analizza —. Basterebbe questo per capire che si tratta di un fatto culturale e su questo bisognerebbe impegnarsi tutti, a partire dalle famiglie. Iniziando ad educare i maschi, già da piccoli, ad un rapporto di parità e rispetto tra i sessi».
Nel libretto c’è la riproduzione della copertina di «Viola», brano del 1970. Sul retro c’era una lettera in cui Celentano additava il «cemento, mostro del secolo» e senza giri di parole diceva che l’aria puzzava di m… «E’ ancora così con l’aggravante che oltre a quella puzza respiriamo e mangiamo cancro. E’ insopportabile la corruzione nel nostro paese, è arrivata a dei livelli di non ritorno. Ma cosa aspettano i governanti di tutto il mondo a mettere immediatamente riparo con leggi severissime per porre fine a tutte le schifezze che hanno inquinato la Terra rendendola un mondezzaio putrido?».

Andrea Laffranchi

19/11/2013 – Corriere della Sera

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