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Claudia Mori: “Ecco chi ha tradito il nostro Adrian” [intervista completa]

Adrian e Gilda

“Il programma non è un flop, avrete sorprese da Celentano. L’abbandono di Michelle Hunziker si commenta da solo e non abbiamo capito Milo Manara.”

Intervista di DARIO CRESTO-DINA

Domando a Claudia Mori qual è l’umore di Adriano. “Le sembrerà strano ma è particolarmente alto”.
In oltre 50 anni di carriera, la parola flop non è mai entrata in casa Celentano. Questa volta, dopo la bocciatura del cartoon Adrian, non si può proprio evitare. Eppure Claudia Mori non ci sta.

Lo spostamento in autunno è l’ammissione di un fallimento?
«Parlare di fallimento quando la serie è appena iniziata mi sembra un po’ imprudente, soprattutto quando si tratta di Adriano perché con lui le sorprese sono inimmaginabili. Inoltre lei qualifica come fallimento un progetto diverso da quelli che Canale 5 manda in onda in prime time e che, rispetto a tale programmazione, ha avuto ascolti comunque ragguardevoli. Il programma è stato spostato solo perché Adriano è stato vittima, come moltissimi italiani, di un pesante malanno di stagione, una fortissima bronchite che sta avendo una lunga guarigione e che necessiterà anche di un’adeguata convalescenza».

La sua è la convalescenza più lunga del mondo. Non crede?
«E’ stato davvero molto pesante uscire da questa bronchite che ha colpito anche me e nello stesso periodo oltre mezza Italia. Con Mediaset abbiamo deciso di evitare il rischio di ricadute di Adriano, oltre che di riprendere la messa in onda in un periodo di fine stagione televisiva, notoriamente non favorevole».

Come fate a negare che sia un flop un progetto costato 20 milioni di euro e con ascolti fermi ad appena l’8 per cento?
«Noi non abbiamo mai parlato fino ad ora. E mi domando da dove nasca il riferimento a questa cifra. Mi sembra che siano tutti solo molto prevenuti su questo progetto, come dimostrato anche dal battage mediatico sensazionalistico, che dà credito a tante voci infondate senza verificarle».

Come spiegate le critiche che vi sono giunte da più parti? E come rispondete?
«Non si spiegano. Perché per la maggior parte non sono critiche ma offese, personali e professionali. Un quotidiano, di cui al momento non farò il nome, ha assunto una posizione offensiva anche prima che iniziasse il programma ed è andato in un crescendo che è giunto sino ad inventare che Sky avrebbe pagato una penale per non mandare in onda Adrian. E’ accaduto l’esatto contrario. Perché inventare una bugia di tale portata? Questa non è critica, ma un tentativo maldestro di umiliare questo progetto. Saremo costretti a far causa per danni e diffamazione».

Teo Teocoli e Michelle Hunziker vi hanno abbandonati. Senza concedervi l’onore delle armi.
«Ognuno è libero di agire come vuole, anche male, ma sarebbe auspicabile senza scadere in offese e bugie. Un quotidiano svizzero in un’intervista a Hunziker titola l’articolo a caratteri cubitali “CHE STRONZO!” rivolto ad Adriano. Le sembra normale? Non solo, la Hunziker nell’intervista accusa Adriano addirittura di sessismo per una battuta innocente detta in modo paternalistico come potrebbe dire un padre a sua figlia: “Mi raccomando non bere e non fare tardi”. Si è voluto stigmatizzare Adriano in modo prevenuto, visto che uno dei temi centrali, sia di Adrian che di Adriano, è proprio la lotta alla violenza sulle donne. Adriano dopo l’improvviso abbandono della Hunziker, ha voluto la bravissima Ilenia Pastorelli con la quale da tempo auspicava di lavorare per affidarle in ogni puntata un monologo sulla violenza contro le donne, come, tra l’altro, avrebbe dovuto fare Michelle Hunziker, la cui presa di distanza si commenta da sola».

Eppure la stessa cosa ha fatto Milo Manara, togliendo la sua firma dal cartoon.
«Siamo rimasti stupefatti da quanto abbiamo letto, dalle sue dichiarazioni in netto contrasto con la verità e con i suoi comportamenti, fino a quel giorno entusiasti. Non c’è mai stato nulla che Adriano o la produzione, abbiano fatto senza le sue preventive approvazioni e condivisioni, anche scritte. Milo ha disegnato compiutamente ogni personaggio principale e non solo, e noi abbiamo acquistato anche tutti i disegni originali, quindi non può parlare di “bozzetti” o “schizzi”. Inoltre ha anche entusiasticamente approvato ed elogiato l’animazione».

Forse ci sono stati contrasti successivi?
«Assolutamente no. Adriano come omaggio a Manara ha montato una parte dei suoi disegni originali (firmati) in alcune scene di Adrian per mostrare al pubblico la grande arte di Manara. Milo, non solo li ha autorizzati per iscritto, ma ha avuto parole di grande stima nei confronti di Adriano per il gusto raffinato di tale scelta e più in generale del suo lavoro su Adrian. Manara l’ha visionato nella versione andata in onda, approvando senza riserve l’animazione e il montaggio anche dei disegni nelle scene d’amore, nonché confermando davanti a testimoni di volerlo firmare, indicando lui stesso al montatore Emanuele Muscolino, il testo da utilizzare nei titoli di testa, ovvero: Character Design – Milo Manara. Milo ha spiegato ad Adriano, al montatore e a me, che preferiva l’inglese perché illustrava meglio il suo apporto creativo al progetto».

Avete quindi rispettato tutte le parti del contratto?
«Certo. Contrattualmente Milo Manara poteva anche non firmare Adrian e in quel caso avremmo scritto “ispirato all’iconografia di Milo Manara”. Ma non è andata così, lui lo ha voluto orgogliosamente firmare. In tutti questi anni c’è stata tra Milo e Adriano, una totale sintonia, fiducia e stima che ha generato, fra l’altro, scambi di mail bellissime, in particolare da parte di Manara nei confronti di Adriano. Quindi nel leggere le sue dichiarazioni subito dopo la messa in onda, come ha detto Checco Zalone, “siamo caduti dalle nubi”».

Non vi viene il sospetto che il modo di vedere e raccontare il mondo di Celentano non sia più al passo con il mondo stesso, diventando troppo veloce e tumultuoso?
«Questo sospetto non l’abbiamo e sa perché? Perché il mondo veloce e tumultuoso a cui lei allude non è nulla rispetto al tumulto che può creare un artista e un uomo, come Adriano, libero e coraggioso, che da sempre combatte per ideali dei quali, con testardaggine e candore, crede».

01/03/2019 – La Repubblica

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