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Adriano re di Twitter con «Prisencolinensinainciusol»

Adriano Celentano concerto 1994

Il brano (oltre 3 milioni di clic) riscoperto dalla rete, mostra un video del duetto di Celentano con Raffaella Carrà nel varietà «Milleluci» (1974) di Falqui
di Mario Luzzatto Fegiz

Quando un musicista scrive una canzone spesso consegna al paroliere un provino di canto in modo da agevolare la costruzione di un testo che abbia senso compiuto e rispetti la metrica. C’è chi ricorre a dei numeri tipo «settecento venti quattro duemilacentoventitre», e chi all’inglese maccheronico (Lucio Dalla faceva così). Quarantotto anni fa Adriano Celentano spiazzò tutti con una brano cantato in finto inglese, una sorta di grammelot che si chiamava «Prisencolinensinainciusol», un titolo impronunciabile ripetuto per decine di volte nel corso del brano.

Duetto Celentano-Carrà del ‘74
In quel periodo Celentano si arrabbiava col pubblico italiano che regalava plausi e successo a tanti artisti stranieri, pur non capendo una parola d’inglese. Insomma una delle tante provocazioni del «molleggiato». Improvvisamente il brano viene riscoperto dalla rete in tutto il mondo grazie a un video del duetto del 1974 con Raffaella Carrà nell’ambito di un varietà chiamato Milleluci con la regia di Antonello Falqui.

Video virale su Twitter
Da qualche giorno il video del brano è diventato virale su Twitter con oltre 3 milioni e 100 mila visualizzazioni, più di 135 mila like, retweet e commenti da tutto il mondo. Fra i fan lo scrittore Neil Gaiman, il regista Edgar Wright, la webstar Usa Casey Neistat, il rapper britannico Akala, l’attrice Barbara Hershey, una figura di riferimento tra i programmer e gli imprenditori della Silicon valley Paul Graham e il cocreatore (con David Lynch) di Twin Peaks Mark Frost che definisce Celentano «un genio».

Testo nonsense
«Il testo nonsense che doveva sembrare inglese/americano forse per provare che agli italiani potesse piacere qualunque canzone inglese», scrive l’autrice del primo post, la scozzese Harriet Mould, ufficio stampa del Royal Lyceum Theatre di Edimburgo che lo ha definito «il più bel video che abbia mai visto».

Grande successo sui social
Tanti i tweet sul carisma e il talento di Celentano,
sulla sua popolarità, sulla bellezza del 
brano e di un «pezzo» di tv di grande qualità. Molti sottolineano la modernità del cantautore, e il fatto che la
canzone sembri anticipare il rap. Apprezzatissima anche Raffaella Carrà, definita una «capace di far ballare tutti». Quando la canzone uscì era il 1972. Celentano la presentava così: «È cantata in una lingua nuova che nessuno capirà; avrà un solo significato: amore universale». Il brano finì nelle classifiche di mezzo mondo e viene periodicamente evocato e rilanciato con cover e remix. Qualche anno fa lo stesso video di Milleluci venne ripreso nel 2014 dai St Motel, band americana, per la hit «My Type», con Celentano sostituito digitalmente dal cantante A/J Jackson.

Il fenomeno delle riscoperte
La morale di questa storiella? Si racconta che la regina di Francia Maria Antonietta si complimentasse con la sua modista che le inventava i cappelli: «Lei ha sempre idee nuove». E la sarta di rimando: «Grazie mia sovrana, ma non esistono idee nuove, ma solo quello che non si ricorda più». Il fenomeno delle riscoperte ha fatto risorgere il disco di vinile: per i boomer un ricordo obsoleto di gioventù, per i giovani una nuova tecnologia che regala finalmente una fisicità all’invisibile file.

27/11/2020 – Corriere della sera

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