«Adrian», il ritorno: cosa ha funzionato e cosa no
Il carattere del cantautore è il suo punto di forza, che trasforma una serata in evento. Ma la critica al pubblico si poteva evitare, così come la finta uscita di scena: prevedibile
di Chiara Maffioletti
Pro: il format consolidato
Chi lascia la strada vecchia per la nuova… Bene ha fatto Adriano Celentano e ritornare sui suoi passi e proporsi nella veste che gli è più congeniale. Già la scenografia dello studio è, in fondo, il suo mondo. E, il suo mondo è quello che piace al pubblico, anche se, forse disorientato dal primo avvio del progetto, non è stato così numeroso: «Adrian Live – Questa è la Storia» ha raccolto davanti al video 3.869.000 spettatori pari al 15.41% di share, mentre «Adrian» ha ottenuto 1.859.000 spettatori e il 10.44%. Non benissimo. Però l’idea di non strafare e riproporre la sua liturgia – che, di fatto, è quella dell’evento -, è una scelta vincente, oltre che il tipo di trasmissione che chi ama Celentano aspettava di vedere. Non si tratta di mancanza di idee, ma di ribadire la propria firma d’autore.
Pro: il carattere
Si dice che le più sfolgoranti carriere non si basino tanto sui talenti quanto sul carattere. Nel caso di Celentano è vero a metà, perché di talenti, lui, ne ha moltissimi. Ma ha anche carattere, eccome. Senza dubbio il tratto che più di tutti lo ha trasformato da cantante a divo è non solo quello che fa, ma come lo fa. Non solo quello che dice, ma come lo dice. Celentano è carismatico, gentile e ha fascino da vendere. E tutto questo, non cambia.
Pro: l’umanità
Bella l’idea di aver riunito molti dei volti più importanti della nostra televisione e divertente anche l’idea di sfruttarli soprattutto per aprirsi e lanciarsi nei suoi commenti sulla tv che vede: sembrava di vedere Celentano sul divano di casa. Non solo divo.
Contro: l’atmosfera apocalittica
Che Celentano abbia delle preoccupazioni circa il nostro futuro, questo si sa. Ma insistere necessariamente con una certa atmosfera distopica rischia di mettere un pochino di angoscia. Senza stravolgere, almeno si sarebbe potuto ammorbidire un po’.
Contro: l’invettiva contro il pubblico
Tutto bene, ma non quando Celentano se la prende direttamente con il pubblico che non lo ha seguito nel suo primo esperimento. Il suo coraggio rischia di farlo scivolare, perché da una persona con i piedi per terra come lui ci si aspetta anche la capacità – che con questo ritorno ha dimostrato di aver avuto – di mettersi in discussione.
Contro: la finta uscita di scena
La finta uscita di scena dopo lo sfogo era risparmiabilissima. Anche perché, appunto, si capiva in partenza che di finzione si trattava. Se il gioco di luci e il temporale simulato voleva essere disturbante, lo è stato, ma solo nel senso di essere risultato un po’ fastidioso.
08/11/2019 – Corriere della Sera