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60 anni con Adriano Celentano – Il ricordo di Claudio Lippi

copertina della rivista "Il monello" n°26 del 1972

Come anticipato qualche giorno fa, in occasione dei sessant’anni di carriera di Adriano Celentano abbiamo deciso di aprire una rubrica per ripercorrere la sua carriera attraverso vecchi articoli ed interviste.

Partiamo da un’articolo del 1972 firmato da Claudio Lippi e tratto da “Il Monello”. Claudio Lippi che, all’epoca, era un cantante e aveva avuto modo di conoscere Adriano perché il Clan distribuì, per un periodo, la sua etichetta discografica Disco Azzurro:

(…)
Il 18 maggio 1957 è una data storica per Celentano. Bruno Dossena organizzò al Palazzo del Ghiaccio di Milano il primo festival di rock and roll. Adriano vi partecipò con la canzone Ciao ti dirò e fu un trionfo. Erano tempi decisamente diversi da quelli di oggi, in cui il pubblico difficilmente si lascia andare a particolari entusiasmi, essendo molto più abituato alle novità. Ma allora non era così, ed Adriano, all’uscita dal Palaghiaccio, fu letteralmente spogliato da centinaia di ragazzini che volevano un suo ricordo. Era ormai diventato il re del rock.
Forse il ricordo di quella sera e lo spavento preso da Adriano sono sempre rimasti vivi nella sua memoria, tanto è vero che in seguito ogni sua esibizione era condizionata all’esistenza di una uscita di sicurezza, attraverso la quale poter sfuggire all’entusiasmo della folla, al termine del suo numero. E ciò è testimoniato da un impresario che ha dovuto rinunciare a dei contratti per la mancanza nel locale di una possibilità di uscita. Due giorni dopo il trionfo del Palazzo del Ghiaccio, Adriano firmò il suo primo contratto discografico con Walter Guertler. Il primo disco portava l’etichetta Music 2223 e conteneva due motivi americani: Rip it up da una parte e Jailhouse rock dall’altra.
Non fu un grosso successo, così come i due o tre successivi, che contenevano sempre canzoni in americano. Ma la “bomba Celentano” scoppiò definitivamente la sera del 13 luglio 1959, allorché la televisione trasmise in ripresa diretta il Festival di Ancona. Adriano cantò Il tuo bacio è come un rock e stravinse il Festival. Ottenne addirittura anche il secondo posto con un’altra canzone. (…)
Adriano sfondò a tal punto che si accorse di lui addirittura Fellini, che gli affidò una piccola parte nel film La dolce vita. Adriano interpretava il ruolo di un cantante, con accanto Anita Ekberg. Inutile dire che era eccitato ed emozionatissimo. Del resto, a tredici anni di distanza, nonostante il successo ottenuto nel frattempo e l’esperienza fatta in maniera estremamente positiva anche in campo cinematografico, per aver recitato in film come Serafino ed Er Più, Adriano ha dimostrato tutta la sua naturalezza, sentendosi altrettanto emozionato alla vigilia delle riprese del suo ultimo film Bianco, rosso e… , in cui doveva lavorare accanto a Sophia Loren.
Dapprincipio l’imbarazzo fu molto, ma poi tutto filò liscio, anzi è stata forse la migliore prestazione di Adriano (…).
Ma torniamo al 1960: fu l’anno in cui Adriano partì per il militare. La paura di perdere quanto faticosamente acquisita fu comunque definitivamente fugata, allorché, nel gennaio del 1961, ottenne lo straordinario permesso di partecipare con abiti civili al Festival di Sanremo, dove cantò 24000 baci, scandalizzando gli affezionati alla canzone all’italiana per la sua particolare interpretazione della canzone. Infatti, iniziò addirittura voltando le spalle al pubblico. Nove anni dopo, sempre al festival di sanremo, sbigottì tutti, allorché dimenticò le parole della canzone che stava cantando, e cioè Chi non lavora non fa l’amore. Fece fermare l’orchestra e ricominciò da capo. Il Festival lo vinse lui, ma suscitò una ridda di critiche: chi diceva che l’avesse fatto apposta, chi diceva di no (…).
Sembra persino impossibile che un uomo come Celentano, tanto timido, abbia potuto affrontare con tanto coraggio un mondo che poco offre a chi non ha il carattere duro, o il famoso “pelo sullo stomaco”. Sì, Adriano è timido, e lo conferma Milena Cantù, il suo primo vero amore. Milena ha sofferto molto del distacco con Adriano, con il quale aveva condiviso in silenzio i sogni, ma nulla poté allorché Adriano si innamorò di Claudia Mori, un’affascinante ex soubrette di Carlo Dapporto (…).
Venne la primogenita Rosita, cui seguirono Giacomo e Rosalinda. Adriano è ora felice. Ha la famiglia che ha tanto sognato. Sì, perché è un fanatico della famiglia. Forse la morte prematura del papà, quando era ancora piccolo, lo ha particolarmente predisposto a questo affetto: certo è che Adriano morirebbe per la mamma, per la moglie, per i figli, per la casa in cui passa più ore possibile, attorniato da tutti i suoi più fedeli amici, ognuno dei quali con una parte precisa. Ecco venire alla luce Don Backy, Pilade, Gino Santercole, nipote di Adriano, i Ribelli, e tanti altri. Ma si sa che amicizia e soldi non vanno d’accordo, e molti di coloro che erano arrivati al successo grazie all’aiuto del nome di Celentano e del suo Clan, si dimenticarono, si ribellarono, vollero continuare il volo da soli (…).
Penso di poter controbattere anche coloro che dicono che Adriano con il Clan abbia voluto crearsi una corte: il Clan è nato solo con l’intenzione di circondarsi di amici, tanti, in modo da non essere mai solo, perché, se Adriano rimanesse solo, ne morirebbe. E lo dimostra il fatto che in qualunque occasione si circondi di una miriade di persone che in fondo gli costano anche tanti soldi.
In questa carrellata su Adriano non può mancare un’analisi sull’uomo e sull’artista. E’ con obiettività che vorrei che si sapesse che Adriano è un mostro di imprevedibilità, di istinto, un artista capace di tutto: di cantare a Sanremo con un coro di veri Alpini, di far costruire nella villa in Brianza ben dieci bagni, di far montare vetri anti-proiettile, di prodigarsi in una campagna a favore dei bambini miodistrofici. Ma questa sua imprevedibilità è comunque sostenuta da una sincera fede, da una spontaneità che gli ha permesso di essere ancora sulla breccia dopo quindici anni.
Vorrei, insieme a voi lettori, salutare Adriano, con il quale mi scuso se il mosaico non è completo, ma ho cercato di far risaltare le tappe più importanti della sua carriera e i lati più significativi del suo carattere. Tutte le cose che mancano le dirò fra dieci anni, tanto sono sicuro che nulla sarà cambiato nel successo di questo meraviglioso esemplare di umanità e simpatia.

Lo staff di ACfans.it

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