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60 anni con Adriano Celentano – Caro Adriano, ti scrivo…

Adriano Celentano

Quattordicesimo appuntamento con la rubrica 60 anni con Adriano Celentano; vi proponiamo un articolo de La stampa datato 1 Ottobre del 1994, nel quale, in occasione dell’imminente partenza del Tour Europeo a Cava dei Tirreni, Adriano Celentano risponde alle lettere dei lettori:

Caro Adriano, ti scrivo

Celentano comincia stasera il suo atteso tour: intanto risponde alle lettere a lui inviate tramite «La Stampa»

CAVA DEI TIRRENI. Parte stasera dallo stadio di Cava dei Tirreni il tour di Adriano Celentano, il primo dopo 15 anni di ritiro dalla musica live. Sul grande palcoscenico la cui scenografia ricorda gli ingranaggi di un orologio (e perciò la sua giovinezza di orologiaio), il cantante lavora senza soste alle prove, occupandosi anche della regia. Ma non ha voluto mancare la promessa di rispondere ai lettori de «La Stampa»: sommerso da una montagna di fax e di lettere (c’è chi ne ha scritte dieci), Celentano ha sottratto tempo anche al sonno e ha letto davvero tutto.

Pubblicità?
La nuova trovata pubblicitaria di Celentano fa riflettere e anche tremare perché forse non è solo una trovata pubblicitaria. Che strano amore per le donne, il suo! A loro, lui vorrebbe togliere ogni diritto tra cui due dei più fondamentali: scegliere se riprodursi o no, e scegliere la persona da amare. Osannando i gay e denigrando le lesbiche in nome delle esigenze riproduttive della specie, altro non fa che promuovere la poligamia maschile, sbeffeggiando il suo credo religioso e assecondando i dettami della più bieca ottusità maschilista. Dietro tante fobie e intolleranze, si nasconde il timore che gli accada ciò che tutte noi gli auguriamo: che sua moglie rifiuti lui, la sua ignoranza, la sua «preistoria mentale» e si renda conto di poter vivere libera e felice accanto ad una donna.

Un gruppo di donne

Caro «gruppo di donne» che mi scrivete, vi ringrazio della vostra lettera perché mi permette di chiarire le intenzioni di questo mio ultimo disco che è l’esatto contrario di quello che avete capito; vuole essere una dichiarazione d’amore alle donne che secondo me stanno perdendo la loro femminilità. Voi siete migliori di noi proprio perché non ci somigliate e quando lo fate… è lì che scatta la mia rabbia perché non riconosco più quella parte del cielo che sicuramente è la più bella.

Idolo
Sono Simona, lavoro nei bar gestito dai miei genitori. Da ben 17 anni tu sei il mio idolo. Sono riuscita ad avere il tuo cd nel mio juke box e da quel giorno tutti i ragazzi del bar mi prendono in giro perché dicono di non capire come ad una ragazza di 22 anni possa piacere un cantante che loro ricordano come l’idolo dei loro genitori. Quando ho acquistato il biglietto per il concerto del 18 ottobre a Torino, chi me l’ha venduto mi ha detto: «Ma tu così giovane spendi tutti questi soldi per lui?». Ho risposto solo di sì, perché ormai non voglio spiegare agli altri le mie idee. In concerto, dimostra a tutti, soprattutto a chi spera in un tuo fallimento, chi sei e chi puoi essere veramente: in questo modo farai felice una normalissima ragazza per il suo compleanno.

Simona, Livorno Ferraris

Cara Simona, ho letto che molti si stupiscono del fatto che sei giovane e ti piacciono le mie canzoni. E’ un classico. In Italia un cantante, soprattutto un cantante rock, quando supera la trentina è considerato un vecchio. Un grande vecchio magari, ma uno che non ha più niente da dire. Beh… si sbagliano perché io, e tu l’hai intuito, sono un “bambino” e il 18 a Torino tutti sentiranno i miei… vagiti e non solo perché è il tuo compleanno… ah, a proposito: tanti auguri e ti aspetto.

Cugine
Sono una vecchia amica di tua cugina Edda, quella che nel periodo di militare ti offriva qualche cena. Ho perso di vista questa cara vecchia amica e vorrei rivederla: come faccio? Auguri per i tuoi concerti.

Virginia Calvi

Cara Virginia, conosci davvero mia cugina Edda? Noooo, non ci posso credere, anzi non ci credo!!!

Far da sè
Proprio ora che dovevi iniziare i tuoi interventi pirata in Rai è successo tutto quel casino e francamente non so se i nuovi responsabili ti permetteranno di attuare il tuo progetto. Perché (visto che mi risulta tu abbia ormai tutto l’occorrente) non dai vita ad un’emittente tutta tua?

Mario, Torino

Certo, il progetto è coraggioso e può essere un metro, quello della tv pirata, per vedere se veramente i Nuovi della Seconda Repubblica tendono verso quel cambiamento di cui tanto si parla.

Non essere pessimista
Caro Joan Lui, sono un ragazzo di quasi 21 anni che come te si è accorto che qualcosa su questa Terra non sta andando proprio bene, anzi malissimo. Il vero motivo è che manca la fede e il fatto che mi rattrista maggiormente è che i miei coetanei dicono che Dio non esiste e bestemmiano e si comportano come bestie. Se spingo il mio sguardo verso il futuro, mi si gela il sangue: prova a pensare come tireranno su i figli.

Marco Ferrati

Caro Marco, non devi essere pessimista solo perché la gente si uccide e si massacra e le guerre atroci scoppiano in ogni parte del mondo. Se veramente sei uno che ha fede, devi pensare che tutte queste sciagure fanno parte di una vita limitata e quindi provvisoria quale è la nostra. Non dobbiamo mai dimenticarci che noi siamo qui sì per divertirci, ma anche e soprattutto per seminare quello che sarà il vero divertimento eterno.

L’adozione? Mica male
Caro Adriano, sono una figlia adottiva e questa parola mi assilla. Si dice: adottate un cane, un gatto, una balena. Quest’espressione è come il prezzemolo: ma sono un figlio con dei genitori che fanno tutto per me. Spiega a tutti che, invece di dire “adottiamo” un cane, dicano “prendiamo, accogliamo, ospitiamo”.

Anonimo

Se i tuoi genitori adottivi ti amano, che cosa te ne frega se ti hanno adottato? Guarda per esempio quanta gente non è adottata ed è maltrattata dall’ignoranza dei propri genitori. Sono molti i casi in cui i figli adottati sono più amati e desiderati di quelli naturali. Spero che tu comprenda l’inutilità del tuo cruccio basato su una parola che in fondo non è poi neanche tanto male. Ti saluto con adozione.

Delusione
Caro Adriano, 15 anni fa a Torino io c’ero allo stadio per il tuo concerto, e ti assicuro che la delusione non l’ho ancora dimenticata. Ero in attesa del primo bebè, era il periodo in cui capitavano disordini agli show dei cantanti: qualcuno cominciò a scendere in campo semplicemente per avvicinarsi al palco ma i “caramba” li fecero retrocedere. Dieci minuti di rincorse vivaci e poi ecco una fila di “eroici salvatori della patria” schierati, ginocchio a terra, fucile in mano, che miravano verso le gradinate! Allora, molto più rapidamente della tua apparizione, ci fu la tua scomparsa: in un attimo, palco vuoto, strumenti abbandonati e luci spente. Da allora, in casa nostra è diventato proverbiale il detto “ricordate Celentano”: sei diventato il sinonimo di tutte le cose sicure e tranquille in apparenza che possono trasformarsi in pericolo e delusione. Ti vedo fare il moralizzatore in tv e penso che anche tu al primo pericolo te la dai a gambe senza neanche tentare di risolvere una situazione difficile… è così poco mitico ciò.

Marinella

Cara Marinella, quanto mi dispiace per quella sera. Ho voluto risponderti perché sono d’accordo che il mio nome sia spesso sinonimo di “tutte le cose sicure e tranquille in apparenza che possono trasformarsi in pericolo…” ma non solo per quell’episodio, ma perché io sono veramente così. Mi hanno definito il “bigotto rivoluzionario”, “l’angelo e il diavolo”, forse se non avessi questa faccia d’angelo non mi crederebbero. Forse se non avessi questa violenza nell’esprimere quel che penso non mi ascolterebbero. Forse è esattamente il contrario. Forse non sono un mito… In quei tempi i ragazzi erano più scatenati di oggi, più aggressivi e il loro affetto lo dimostravano saltandomi addosso. E per saltarmi addosso, saltavano su altre persone, che saltavano su altre persone. A questo punto potrei dirti che ho scelto la fuga per salvare la vita di quelle persone, ma non è vero. In realtà ho scelto la fuga per mettere in salvo prima di tutto me stesso anche se, a posteriori, quando ormai ero al sicuro, ho capito che molto probabilmente è stato un bene anche per gli altri. Ti sei mai chiesta che cosa sarebbe successo se fossi rimasto lì a cantare indifferente alle botte e alle bombe lacrimogene? Ti sei mai chiesta che cosa sarebbe successo se qualcuno dei miei fosse salito sul palco per dire: “Ciao ragazzi, tutti a casa?”. Ciao Marinella, salutami tuo figlio che è quindicenne come è quindicenne la mia voglia di cantare.

Tagliatelo!
Tagliatelo! Celentano! Tagliatelo! Così magari la smetti di ragionare col c. anziché con la testa.

Anonimo

Io lo farei, ma dopo ho paura che Claudia mi tagli anche la testa.

Imitazioni
Sono un montagnino, ho vissuto l’infanzia in mezzo alle capre, alle vacche e cose buone di questo genere. Forse è per questo che assimilo prima i significati delle tue opere. Da anni ti imito: mi devi far venire sul palco con te. La mia preoccupazione è che poi tu mi vorrai a tutti i costi nel Clan e io purtroppo devo dirti di no.

Giuseppe

L’idea di avere un fan in mezzo alle capre mi rallegra il cuore perché tu, caro Giuseppe non lo sai (o forse sì) ma sei fortunato. Sei già nel Clan ed è importante che tu rimanga lì anche per me.

Lo staff di ACfans.it

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